Il Consiglio dei ministri ha dato il suo ‘nulla osta’ al disegno di legge contro la povertà. Il Governo, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato alla fine di gennaio 2016 la Delega che contempla norme inerenti il contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.
L’intervento è fondato sul principio dell’inclusione attiva, con un progetto personalizzato, e contempla un supporto al reddito e una presa in carico per fare in modo che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione. Non sarà un contributo economico una tantum, tuttavia un aiuto al reddito vincolato e condizionato a un accordo tra il cittadino e gli enti locali, incentrato sull’impegno di entrare e seguire un percorso di responsabilità, mirato e personalizzato che parta dal mandare i figli a scuola fino ad arrivare ad accettare lavori o seguire corsi per un’eventuale formazione professionale.
Non si tratta dunque di un reddito minimo ma di una revisione, del Sia (il sostegno all’inclusione attiva) assegno introdotto in forma sperimentale nel 2014 in 12 città con più di 250 mila abitanti, che sarà resto strutturale e operativo sul piano nazionale, al quale sarà abbinato un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per la famiglia beneficiaria.
I beneficiari saranno composti solo da famiglie con figli minori, verrà distribuito meno di 60 euro al mese a testa, Poletti ha affermato che questo è un primo passo per assicurare “un diritto” alle famiglie che vivono in povertà. L’intervento verrà gradualmente esteso sulla base delle risorse che al Fondo affluiranno in virtù degli interventi di razionalizzazione di alcune prestazioni assistenziali e previdenziali.