Il gruppo Marcegaglia, guidato dal presidente e amministratore delegato Antonio Marcegaglia, presenterà fra oggi e domani la sua offerta per l’acquisizione degli asset del Gruppo Ilva, l’acciaieria in passato appartenente alla famiglia Riva.
E’ quanto si evince dalle rivelazioni di una fonte vicina al Gruppo Marcegaglia, che potrebbe essere interessato al gigante dell’acciaio anche sotto forma di “affitto”. Il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse scade il 10 febbraio.
Proprio in quella data, per altro, i sindacati hanno indetto uno sciopero unitario. Lo ha ripetuto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. “Il 10 febbraio – ha rammentato in un comunicato – di concerto con il termine ultimo per le manifestazioni di interesse” per l’Ilva “scioperano unitariamente i lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo, Taranto, Racconigi, Novi Ligure, Marghera, e dell’indotto. Una manifestazione cui, in maniera significativa, hanno aderito tutte le istituzioni locali dei territori in cui sono insediati gli stabilimenti”.
Lo sciopero è stato indetto “per il mantenimento dell’integrità del gruppo e degli attuali livelli occupazionali” ma anche per sollecitare il governo ad assumere “decisioni coerenti con la dichiarazione della strategicità della produzione siderurgica in Italia, di cui l’Ilva è parte fondamentale.
Il problema dell’acciaio ha portato l’Italia, insieme a Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo e Polonia a lanciare un appello alla Commissione europea a reagire al “dumping” attuato dalla Cina sulla siderurgia, che “rischia di far sprofondare il settore europeo dell’acciaio”. Bisogna “utilizzare tutto gli strumenti disponibili”, affermano i ministri dell’industria dei vari Paesi, tra i quali anche Federica Guidi, in una lettera congiunta. In particolare si chiede di far ricorso agli “strumenti di difesa commerciale nell’ambito delle regole dell’organizzazione mondiale del commercio”, il Wto.