Numerosi esperti di finanza non hanno dubbi: interpretano la decisione strategica di Hsbc sulla collocazione del suo quartier generale alla stregua di un affidabile sondaggio circa l’esito del referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea.
Alla fine a tirare un sospiro di sollievo quella parte di Regno Unito che si definisce euro-ottimista: Hsbc rimane a Londra.
La notizia ufficiale, preceduta dalle indiscrezioni dei giorni scorsi, rimbalza oggi su tutti i principali media britannici. Il Financial Times ne scrive come di “un regalo di San Valentino in ritardo” a favore del Regno Unito e successivamente sottolinea “il sospiro di sollievo” nella City per una decisione che allontana l’ipotesi di un trasferimento del cuore del gigante bancario a Hong Kong, con il conseguente possibile effetto domino.
Molti temono infatti che la capitale finanziaria europea possa perder pezzi, qualora si consumi una frattura con Bruxelles.
Hsbc “ha pertanto deciso di mantenere il suo quartier generale a Londra, mettendo fine a 10 mesi di incertezza con una decisione che riflette come il clima politico britannico sia tornato a virare in favore del sistema bancario”, stando a quanto spiegato dal Ft. La banca ha motivato la scelta finale del suo board (“all’unanimità”) con un richiamo al “sistema legale” e al “quadro di regole internazionalmente rispettati” della Gran
Bretagna, sottolineando inoltre come Londra “sia una dei centri finanziari leader” al mondo e attragga “talenti altamente qualificati”. Per un portavoce del Tesoro britannico, questa scelta è anche “un voto di fiducia” alla politica economica del governo Cameron. Nulla di fatto, dunque. Almeno per il momento.