I principali punti sono: riforma delle banche di credito cooperativo, smaltimento dei crediti in sofferenza e anatocismo. Rappresentano le principali novità approvate con il via libera della Camera al decreto banche.
Dopo aver incassato la fiducia a Montecitorio, l’esecutivo presenterà un testo blindato anche al Senato per giungere ad un’approvazione definitiva rapida.
Le modifiche più rilevanti sono riguardanti la cosiddetta way out delle banche di credito cooperativo, ovvero la possibilità di sfuggire al destino di confluire in una holding unica e di cedere le riserve a una Spa per le banche sopra 200 milioni di patrimonio. In sostanza, le Bcc coinvolte in un’operazione di fusione e trasformazione possono conferire la licenza bancaria a una Spa, autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria, purché al 31 dicembre 2015 il patrimonio netto sia superiore a 200 milioni di euro. All’atto del conferimento, la Bcc conferente deve versare allo Stato il 20 per cento del proprio patrimonio netto. Per effetto delle modifiche, le riserve indivisibili riconducibili alla Bcc, al netto di quanto versato allo Stato, restano nella società cooperativa conferente, che acquisisce la partecipazione nella società bancaria conferitaria. I soci, di fatto, non potranno metter mano direttamente sulle riserve, mentre lo Stato si vede garantito l’introito.
Un aggiustamento accolto con agevolazione anche da Bankitalia, che in passato non aveva lesinato critiche. Secondo Palazzo Koch, però, la componente “più fragile” del credito cooperativo è individuabile nelle Bcc che presentano contemporaneamente coefficienti di capitale più bassi e tassi di copertura inferiori a quelli medi del sistema bancario nazionale. In tale condizione, a dicembre scorso, si trovavano circa cinquanta banche, pari al 16% dell’attivo della categoria. Un’altra innovazione proposta da Bankitalia e accolta in commissione riguarda la possibilità per il ministero dell’Economia, sentita la stessa via Nazionale, di stabilire che (qualora sia necessario per esigenze di stabilità finanziaria) le Bcc possano scendere sotto la maggioranza del capitale della nuova società capogruppo unica in favore di investitori diversi.