E’ stato un incontro vero e proprio tra governo e banchieri, quello di ieri mattina a Palazzo Chigi. Insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e nella prima fase al presidente del consiglio Matteo Renzi, le due entità si sono confrontate sulla situazione del credito e dei suoi mercati.
Presenti, in rappresentanza dei principali istituti italiani, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e il parigrado di Unicredit, Federico Ghizzoni. Insieme a loro c’erano anche i vertici della Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna (presidente) e Fabio Gallia (ad) e il patron di Ca’ de Sass, dell’azionista Cariplo e delle fondazioni bancarie, Giuseppe Guzzetti. Renzi non ha partecipato alle fasi tecniche del vertice, ma il capo del governo avrebbe comunque preso parte all’incontro con un’introduzione di scenario.
Secondo ciò che si apprende, nella prima fase i partecipanti avrebbero affrontato una panoramica generale sul sistema bancario nazionale. L’inquilino del Tesoro avrebbe ribadito, come più volte fatto in presenza dei media, che il sistema delle banche italiane è sano, e non per caso ha evitato alle casse pubbliche i dispendiosi interventi di salvataggio che in Europa sono costati circa 600 miliardi di euro. Tuttavia, la preoccupazione degli operatori e dei membri del governo concerne la percezione degli istituti domestici, specie i più fragili, sul mercato, dove i cali borsistici per il comparto sono frequenti, e l’immagine non è alle stelle. L’ultimo caso è la formalizzazione della fusione tra Bpm e Banco popolare, i cui due titoli quotati a una decina di giorni dall’annuncio hanno perso attorno al 10%.
Sul tavolo sono finite anche le garanzie per le ricapitalizzazioni, a partire dall’aumento di capitale da 1,5 miliardi della Popolare di Vicenza che – su indicazione della Bce – dovrebbe partire per la metà di aprile e chiudersi entro fine mese. Su questa partita è in campo la sola Unicredit, che negli ultimi giorni ha valutato se esistono le condizioni per realizzarla, e si starebbero studiando garanzie ulteriori. Per Veneto Banca la situazione è diversa: il gruppo Intesa Sanpaolo è capofila di un consorzio di garanzia affollato.