Non appare possibile fissare una forchetta di prezzo precisa. L’incremento di capitale di Popolare di Vicenza avverrà, quindi, ad un prezzo compreso tra 0,1 e 3 euro per azione.
E’ quanto emerge da una nota diffusa a seguito della riunione del Cda da cui è emerso che nel corso delle attività di ‘pre-marketing’ e di ‘investor education’ “sono emerse indicazioni di interesse non sufficienti a permettere la determinazione di uno specifico intervallo di valorizzazione indicativa secondo la normale prassi di mercato. Laconico il commento del presidente della Consob, Giuseppe Vegas: “Esaminiamo oggi la pratica”.
L’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico di riferimento è funzionale quindi “al fine esclusivo di consentire la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte degli investitori istituzionali nell’ambito del Collocamento Istituzionale di azioni di Banca Popolare di Vicenza, finalizzata alla relativa quotazione sul Mercato Telematico Azionario”. La forchetta di prezzo è stata così individuata in un intervallo di valorizzazione indicativa compreso “tra un minimo non vincolante di 0,10 euro per azione e un massimo vincolante di 3,0 euro per azione”. L’intervallo corrisponde a una valorizzazione del capitale economico della Banca post-aumento tra un minimo di circa 1,51 ed un massimo di circa 1,8 miliardi.
Ieri, intanto, è arrivata la conferma dell’intervento di Atlante per l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza. Come da attese, il fondo gestito da Quaestio Sgr, da poco varato dal sistema bancario con il coordinamento di Tesoro e Bankitalia e al quale stanno via via aderendo le banche, ha siglato un accordo con Unicredit. L’intesa prevede proprio il subentro da parte di Atlante al gruppo guidato da Federico Ghizzoni: il fondo si fa carico degli impegni di garanzia assunti dal gruppo di Piazza Gae Aulenti nell’aumento di capitale della banca veneta.