Dalla Bce alla Federal Reserve. Archiviata la riunione della Banca centrale europea la palla passa al Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed che si riunirà mercoledì prossimo: salvo sorprese, anche i tassi Usa resteranno fermi.
Già durante la scorsa settimana, infatti, il numero uno della banca Usa, Janet Yellen, aveva parlato chiaro: “Agiamo necessariamente in un contesto in cui c’è un’ampia quantità di incertezza. In un contesto del genere, ha senso gestire i rischi per identificare ed evitare grandi errori. Per questa ragione sono a favore di un approccio cauto”.
In Europa, il giorno successivo alla riunione della Fed è in agenda un nuovo Eurogruppo con l’obiettivo di raggiungere un accordo sugli aiuti alla Grecia. Secondo il presidente Jeroen Dijsselbloem ci sarebbero le condizioni per un’intesa: “Si tratta di definire meccanismi automatici che permettano di lanciare misure addizionali se necessario”. Il presidente dell’Eurogruppo ha indicato anche che dopo la chiusura dell’accordo partirà subito il confronto sull’alleggerimento del debito ellenico considerato la chiave di volta dell’intera operazione di salvataggio sia dal governo di Atene sia dal Fondo monetario internazionale.
Di certo, la settimana presenta diversi appuntamenti congiunturali di rilievo: si inizia subito lunedì con l’indice Ifo tedesco e gli ordini durevoli americani di marzo il pomeriggio. Mercoledì – oltre alle decisioni del Fomc, che non saranno seguite da alcuna conferenza stampa – verrà diffuso il dato sul Pil britannico del primo trimestre, mentre giovedì tocca alla Bank of Japan che renderà pubbliche le sue decisioni di politica monetaria. Nella stessa giornata arriveranno anche i dati delle fiducia dell’Eurozona e il Pil americano. Venerdì, infine, la Ue comunicherà i dati sull’inflazione e sulla disoccupazione di marzo. Dati che arriveranno anche dall’Italia.