Per il debito pubblico italiano, il mese marzo ha portato a un nuovo record. Stando ai dati di Bankitalia, inclusi all’interno del Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”, il debito delle amministrazioni pubbliche è cresciuto di ben 14,0 miliardi in confronto a febbraio, salendo a 2.228,7 miliardi. In sintesi, invece, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a marzo a 27,8 miliardi, in linea con il 2015.
L’incremento del debito, come si evince dal Bollettino di Bankitalia, è stato inferiore al fabbisogno del mese (21,5 miliardi), in virtù della riduzione di 4,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine marzo pari a 70 miliardi; 78,9 miliardi nello stesso periodo del 2015) e all’effetto complessivo della erogazione di titoli sopra la pari, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e del deprezzamento dell’euro (2,9 miliardi).
Il dato, tuttavia, va analizzato nei minimi dettagli e per farlo tocca fare riferimento al report di Bankitalia.
Con riferimento ai sotto-settori interessati, il documento riporta che il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,9 miliardi; quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a marzo a 27,8 miliardi, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso mese del 2015.
Durante il primo trimestre del 2016 le entrate tributarie sono state complessivamente pari a 89,6 miliardi, superiori di 3,9 miliardi (4,6 per cento) in confronto a quelle relative allo stesso trimestre dell’anno precedente. Al netto di alcune disomogeneità contabili e temporali (riguardanti principalmente l’Irpef, l’IVA e il canone Rai), si può stimare che la crescita sia stata significativamente più modesta.