Gli effetti del referendum sulla Brexit sono ancora tangibili presso i mercati, reduci da giorni di crolli vertiginosi e di improbabili recuperi in tempi record per colmare il gap con le vendite del periodo.
Londra ha cercato di colmare il divario aperto rispetto alla giornata di giovedì (pre-risultati) e lo stesso si è verificato per l’indice globale delle materie prime. I listini europei trattano oggi deboli: Milano peggiora dopo l’apertura negativa e il Ftse Mib lascia sul terreno l’1,5%, penalizzato dagli istituti di credito. Parigi arretra dello 0,7%, come Londra, mentre Francoforte lascia sul terreno lo 0,6%.
Le banche sono ancora il settore più ‘caldo’ nell’estate di Piazza Affari e trattano sul fondo del listino dopo che la Germania ha stoppato l’idea del governo italiano di procedere a un piano per puntellare definitivamente i bilanci degli istituti, in deroga alle norme sui bail-in che prevedono il coinvolgimento di risparmiatori e investitori prima che dei soldi pubblici.
Un ruolo potrebbe averlo di nuovo il Fondo Atlante, che proprio oggi ha annunciato che diventerà azionista di Veneto Banca con una quota del 97,64%: sottoscriverà le 9.885.823.295 azioni ordinarie di nuova emissione della banca che non hanno trovato acquirenti nell’aumento di capitale. Si tratta di un investimento da 988,58 milioni che assorbe parte delle risorse di cui era dotato. Considerando che servirà anche per la Popolare di Vicenza, per far sì che torni pienamente operativo per smaltire significativamente le sofferenze delle banche si prospetta un intervento – con la Cdp in cabina di regia – da altri 4-5 miliardi per la sua ricapitalizzazione. Si stringe intanto il cerchio intorno al cda di Unicreditper arrivare alla nomina del nuovo capo azienda: continuano le consultazioni e, ricostruisce Repubblica in edicola, prende quota il nome di Mustier. Sull’andamento complessivo degli istituti di credito europei pesa anche il fatto che il Banco Santander e Deutsche Bank sono stati bocciati agli stress test della Fed.