A Piazza Affari i riflettori sono tutti puntati su Mps nel giorno del consiglio di amministrazione che, secondo indiscrezioni, valuterà il piano per la vendita dei crediti deteriorati e il rafforzamento patrimoniale dell’istituto.
Progetto che in mattinata sarà sottoposto all’esame del supervisory board del Single supervisory mechanism della Bce. I titoli, dopo un avvio incerto, hanno girato in rialzo a Milano. Il piano ruota intorno a due punti fondamentali: la vendita delle sofferenze e il rafforzamento patrimoniale.
Gli obiettivi? Per quanto riguarda la vendita del pacchetto di sofferenze si punterà ad arrivare a una soluzione prima della data del 29 luglio, data in cui l’Eba pubblicherà l’esito degli stress test riguardanti i principali istituti europei. In agenda c’è la vendita di almeno 10 miliardi di sofferenze, che però verranno svalutate fino a un prezzo del 25-30% dei valore nominale e per tale ragione genereranno un ammanco di capitale intorno ai 2 miliardi. A lavorare all’acquisto dei crediti scaduti c’è il Fondo Atlante, in tandem con Jp Morgan. Per l’acquisto delle tranche più sicure di queste cartolarizzazioni potrebbero ricorrere anche alle Gacs, le garanzie pubbliche lanciate da qualche mese e finora poco richiamate.
Tale operazione ricondurrebbe dunque alla necessità di raccogliere nuovo capitale, in una manovra che potrebbe un valore pari a 4 miliardi. In questo senso si cerca di allestire una rete di soggetti privati pronti a intervenire. Ma lo Stato resta alla finestra: se ci fosse
un sostegno pubblico alla ricapitalizzazione (in forma di garanzie sull’eventuale inoptato), l’Europa chiederebbe il sacrificio di almeno parte degli obbligazionisti subordinati. Si potrebbe pensare a un azzeramento dei bond (5,2 miliardi) e a un successivo rimborso almeno per il retail.