Gli ultimi dati aggiornati sulle partite IVA raccontano della volontà del paese di risollevare l’economia e di farlo attraverso l’autoimprenditorialità. Questi gli ultimi dati aggiornati ad agosto, disponibili sul sito del Ministero.
Il MEF spiega la distribuzione della natura giuridica delle partite IVA, la loro ripartizione territoriale, ma anche il settore produttivo e la ripartizione rispetto alle persone fisiche. Ecco tutto quello che sulle Partite IVA racconta il MEF. Il primo dato da evidenziare è che il 20,3% di coloro che ad agosto hanno aperto una partita Iva è nato all’estero.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 75,1% delle nuove partite Iva è stato aperto dalle persone fisiche, il 19,6% dalle società di capitali, mentre risultano pari al 4,3% gli avviamenti da parte delle società di persone e all’1,1% quelli dei “non residenti” e “altre forme giuridiche”. Rispetto ad agosto 2015, si rilevano significativi aumenti di aperture per tutte le forme giuridiche: +23,4% per le società di capitali, + 12,2% per le società di persone e +6%per le persone fisiche.
Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 42% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,7% al Centro e il 36,1% al Sud e nelle Isole. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, quasi tutte le Regioni mostrano un incremento di aperture di partita Iva: i più rilevanti in Sardegna (+41,6%), Calabria (+21,8%) e Valle d’Aosta (+15,6%). Soltanto la provincia autonoma di Trento e l’Abruzzo registrano un calo di avviamenti (tra il 5 ed il 6%).
Con riferimento alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di aperture di partita Iva (22,2% del totale), seguito dall’agricoltura (14,5%) e dalle attività professionali (11,1%). Rispetto all’agosto dello scorso anno, tra i settori principali si osservano sensibili aumenti di aperture per l’agricoltura (circa il 50% in più), per la sanità (+25,5%) e per le attività immobiliari (+18,9%), mentre le flessioni più evidenti si registrano nei settori dei servizi alle imprese (-8,9%), commercio (-4,5%) e istruzione (-1,3%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 61,3% delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 47,8% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni e il 32,9% a soggetti tra 36 e 50 anni. Rispetto al corrispondente mese dello scorso anno tutte le classi di età registrano aumenti di aperture in particolare quelle da 51 a 65 anni (+13%) e oltre i 65 anni (+7,9%).