Il Prodotto interno lordo è in forte calo. Le retribuzioni ferme stanno raggiungendo i minimi storici e il lavoro manca. Anzi, per essere precisi, la disoccupazione tocca tutti i record negativi nelle ultime settimane.
Questione Pil: per la fine di quest’anno l’Istat prevede una diminuzione del 2,3%. Per il 2013, invece, malgrado l’attenuazione degli stimoli contrari ed una moderata ripresa delle attività economiche nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).
Il termometro dell’economia italiana è dunque rovente. Molti comparti hanno la “febbre alta”, in particolar modo i tre descritti nel nostro Incipit. A segnalare il quadro cupo della situazione economica odierna è il Rapporto sulle prospettive dell’economia 2012 – 2013, a cura dell’Istat.
L’aumento del tasso di disoccupazione nell’anno in corso è preoccupante. Le stime dell’Istituto di Statistica parlano infatti di un incremento del 10,6%, destinato a salire di un punto durante il 2013. Le cause? Il contrarsi dell’occupazione, di concerto con l’incremento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata.
Entriamo nel merito della questione dei redditi. L’anno che verrà sarà ancora più duro per le famiglie italiane. Moltissimi nuclei, la maggior parte, avranno a che fare con una reiterata riduzione del proprio capitale. Le conseguenze, in negativo ovviamente, si protrarranno sul tasso di risparmio.