Sono purtroppo ancora tantissime le aziende che tendono a sottovalutare tutti i rischi che sono connessi alla cyber security, non accorgendosi sia diventata una vera e propria priorità certamente per i privati, ma anche e ovviamente per le aziende.
Con il passare del tempo ci sono diversi elementi che possono essere oggetto di un attacco informatico: ad esempio, la sicurezza fisica, la protezione dei dati e della proprietà intellettuali, senza dimenticare anche la difesa di tutte quelle operazioni che vengono svolte con la clientela e con le aziende fornitrici.
Le prossime sfide del settore mirano inevitabilmente a far comprendere quali siano elevati i rischi che potrebbero essere affrontati da tutte le aziende che non agiscono in modo preventivo nei confronti di questa minaccia alla sicurezza dei dati.
Nonostante nel corso degli ultimi anni gli investimenti siano di certo aumentati, il quantitativo di aziende che ancora non ha la completa percezione di quelli che sono i pericoli derivanti dal settore cibernetico. Il lavoro, infatti, che bisogna ancora compiere per poter aumentare i livelli di sicurezza e farli diventare se non imperforabili, quantomeno ancora più alti, è ancora tantissimo.
Una conferma è arrivata anche dalla diffusione dello studio ribattezzato “2019 Cyber Resilient Organization”: si tratta di una ricerca che è stata effettuata da parte del Ponemon Institute, grazie alla sponsorizzazione di IBM. Dai risultati di tale studio emerge come la situazione sia ancora molto lontana dal poter essere definita accettabile. Addirittura il 77% delle aziende, infatti, non ha mai nemmeno in preso in considerazione la possibilità di realizzare un piano di risposta nei confronti di un potenziale attacco cyber.
Tra le restanti aziende che hanno predisposto un simile piano, addirittura oltre la metà non lo fa verificare in modo costante e frequente. Di conseguenza, è chiaro come non sia affatto aggiornata per poter affrontare e organizzare tutti quei processi che devono essere messi in atto in caso di cyber attack. Nel momento in cui si verifica un attacco ai dati piuttosto che ai dispositivi dell’azienda da parte di un hacker, infatti, il danno che viene patito dall’aziende è in realtà doppio. Infatti, non si tratta solo del danno che intercorre a livello economico, connesso alla perdita dei danni e alla sostituzione e riparazione dei vari device che sono stati oggetto dell’attacco. C’è da prendere in considerazione, infatti, anche il danno che subisce l’azienda a livello di reputazione.
Non è un caso, infatti, che tanti clienti, investitori e partner, quando c’è da valutare una possibile collaborazione con un’azienda, vanno a guardare non solo la capacità di quest’ultima di non cadere nei rischi di un attacco cyber, ma anche il grado di frequenza con cui si aggiorna il sistema difensivo, che poi permette sia di individuare che di rispondere ai vari attacchi.
Da tutto questo emerge solamente un aspetto fondamentale. Ovvero, che la cyber security è un aspetto che non può più passare in secondo piano. Un assunto che ovviamente sia per le aziende che per quanto riguarda i privati. Infatti, la cyber security fa riferimento a tante problematiche e aspetti che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni delle persone, quindi con i dati dei rapporti con i fornitori, i dati e la privacy dei dipendenti di un’azienda e così via.
Nel corso degli ultimi anni, è emersa una netta fase di evoluzione nella lotta agli attacchi che vanno a colpire l’hardware dei device “endpoint”, tra cui anche pc e stampanti, che spesso finiscono nel mirino di un gran numero di hacker. Frodi e altri attacchi possono essere efficacemente combattuti solo con la prevenzione, come è stato ben messo in evidenza da Cookies Digital, la media agency del gruppo Cookies Factory, che lavora nel campo del digital entertainment, e ha da poco acquisito un aquota di minoranza di Opticks, , società spagnola specializzata nel rilevamento delle frodi nell’ambito della pubblicità online.