È partita quella che può essere definita la fase due del nuovo tentativo di salvataggio di Alitalia: una delle costanti è l’interesse di Lufthansa per la compagnia. Il vettore, pur mantenendo un atteggiamento rispettoso delle dinamiche, torna ancora una volta a esprimere quali siano le sue condizioni per un eventuale coinvolgimento.
Come gestire la ristrutturazione di Alitalia
Se c’è qualcosa che non è mai cambiato in questi due anni di trattative non andate a buon fine è proprio l’interesse presentato da Lufthansa nei confronti di Alitalia: ma allo stesso tempo non è mai stato modificato quello che veniva richiesto per poter investire. La compagnia tedesca di sicuro ha già un piano per agire, ma non potendo intervenire direttamente ha già preso i contatti con il commissario unico per dare “suggerimenti” (almeno da ciò che si evince da indiscrezioni stampa, N.d.R.) in tale senso. Il mantra di Lufthansa è conosciuto in fin dei conti: ristrutturazione e meno sprechi.
E secondo il vettore tedesco tutto ciò si potrebbe raggiungere attraverso una riduzione degli asset: 90 aerei e 5 mila- 6 mila dipendenti in totale. Una bella sfoltita rispetto all’attuale flotta e numero di risorse umane che però più passa il tempo più sembra essere giustificata dalle condizioni di Alitalia, il cui commissario oggi nell’incontro con il Mise dovrà affrontare anche il problema della cassa integrazione la cui scadenza attuale è prevista per il prossimo 31 dicembre.
Lufthansa e l’interesse per Alitalia
Come già sottolineato Lufthansa rappresenta una costante per Alitalia: sia per ciò che concerne l’interesse nella compagnia sia per la formula di approccio proposta. I paletti sono sempre gli stessi: il vettore deve essere ristrutturato affinché si possa dar vita ad una partnership.
Il presidente e Ceo di Lufthansa, Carsten Spohr è stato molto chiaro nelle sue dichiarazioni alla stampa, soprattutto all’atto del ribadire la necessità di una ristrutturazione valida prima di ogni mossa:
“Questa è la mia logica quando ho parlato ai player italiani nelle scorse settimane. Altrettanto importante è sapere che questi due fattori non possono andare uno senza l’altro“.
Non si può far finta di dimenticare che con questo approccio il manager, che tra l’altro è anche pilota, dal 2014 gestisce con profitto un gruppo composto da oltre 135 mila dipendenti, un fatturato vicino ai 36 miliardi ed ha alle spalle l’acquisto ed il salvataggio di altri vettori in crisi come Austrian Airlines e Swiss Airlines. Alitalia potrebbe essere la nuova compagnia a beneficiare della cura tedesca.