Mentre si attende la 12° edizione del Salone della Giustizia (26-28 ottobre 2021), ricordiamo quale tema è stato affrontato nella passata edizione. Il Convegno a Roma organizzato dal 29 settembre all’1 ottobre 2020 per l’11° edizione dell’evento organizzato da Iuscom, Salone della Giustizia, ha acceso i riflettori sul Cybercrime e l’attacco all’economia.
Con la pandemia, il fenomeno è aumentato vertiginosamente intensificando al massimo minacce ed attacchi in tutto il mondo ed in tutti i settori.
Tra i relatori del Convegno: Nunzia Ciardi (direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni), Franco Prampolini (Direttore divisione Pubblica Amministrazione e Difesa Atos) e Cesare Placanica (presidente Camera Penale di Roma).
Ad introdurre il dibattito è stata Barbara Pontecorvo (avvocato Tonucci&Partners e componente del Comitato esecutivo del Salone).
“Ogni 5 ore si registra un cyberattacco, con un aumento del 90% rispetto ai 5 anni precedenti. Parliamo di attacchi andati a segno ma sfuggono all’analisi gli attacchi respinti o non denunciati” ha sottolineato Barbara Pontecorvo. Un’introduzione, la sua, che rende bene l’idea dei rischi planetari del Cybercrime.
La velocità del Cybercrime, la lentezza del legislatore
Il Salone della Giustizia promuove da sempre la ‘cultura della legalità‘ e non poteva non affrontare un fenomeno che minaccia e compromette più di altri la legalità in Italia e nel mondo.
Il Cybercrime è un nuovo campo del diritto penale, a mezza via fra spionaggio industriale, protezione dei dati sensibili e sicurezza informatica.
Se un qualsiasi reato aumentasse del 378% in un anno, si griderebbe all’allarme sociale. Non succede con il Cybercrime. Ciò dimostra che l’Italia non è ancora preparata ad affrontare questo fenomeno tant’è che non ha legiferato in modo adeguato su questa materia penale.
Il presidente della Camera penale di Roma, Cesare Placanica, ha evidenziato la “velocità con cui questa criminalità inventa nuovi mezzi di attacco” in netto contrasto con la lentezza del legislatore nell’adeguarsi a questa materia.
Cybercrime e l’attacco all’economia
Durante il Convegno si è discusso degli attacchi cyber alle strutture pubbliche e private durante il lockdown, dell’avvento del 5G, di problemi in chiave di sicurezza nazionale.
Nel dibattito sono stati affrontati diversi temi legati al Cybercrime (comunicazione, diritto all’oblio, privacy, riservatezza, spionaggio, truffa, ecc.).
Nunzia Ciardi, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni, ha spiegato che le truffe perpetrate ai danni delle aziende sono aumentate del 378% rispetto al 2019. Non si denuncia per danno di immagine o perchè i tecnici addetti al controllo rischiano il posto di lavoro. In pieno lockdown, sono state denunciate 50 minacce gravi (45 soltanto nel settore sanitario). Il phishing è aumentato del 600%.
A certi livelli, il fenomeno dei cyber attacchi non si può neanche associare alla semplice truffa o frode. Alcune società italiane sono state vittime di attacchi informatici per somme ingenti (da 1 milione di euro fino a 18 milioni di dollari). Non si tratta di semplici truffatori. Dietro questi attacchi si celano organizzazioni criminali di alto livello.
L’attacco all’economia del Cybercrime si traduce in un numero enorme: costa 3 milioni di dollari al minuto all’economia mondiale.
Possibili soluzioni: cloud europeo open source e Intelligenza Artificiale
Bisogna investire sulla digitalizzazione e sulla cybersicurezza. Rimandare non conviene a nessuno.
Franco Prampolini, direttore divisione Pubblica amministrazione e Difesa di Atos, ha illustrato alcune possibili soluzioni, prima fra tutte lo sviluppo di un cloud europeo su tecnologia open source, come alternativa al cloud fornito dagli USA.
La sfida del cyber crimine è continua, costante, si alimenta di strumenti sempre nuovi. E’ necessario un aggiornamento costante; chi gestisce i cloud è sempre aggiornato.
Si potrebbe mettere in campo l‘Intelligenza Artificiale per prevenire gli attacchi. L’IA può ‘apprendere’ il trend evolutivo di questo fenomeno.
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