Chi investe in opzioni binarie, in questo momento, cerca di capire quali sono le direttrici da seguire per le “scommesse” di fine anno. Sicuramente nelle valutazioni rientra un’analisi della situazione greca che è finita anche nel mirino delle agenzie di rating: Standard & Poor’s, infatti, parla del default selettivo di Atene.
La situazione fronteggiata dal governo ellenico è soltanto un pezzetto del mosaico europeo che non è affatto entusiasmante. A dirlo non sono i deliri di qualche pazzo analista ma il report sull’indice PMI dei paesi dell’UE e dell’Eurozona nel suo insieme.
L’indice PMI, tecnicamente, consente di tastare il polso delle attività delle aziende europee e a novembre, contro tutte le aspettative, è in aumento, passando dal 45,7 al 46,5 per cento. Un segnale certamente incoraggiante ma bisogna considerare almeno altre quattro notizie.
La prima è che in generale gli scambi a livello mondiale sono diminuiti. Su questo ha inciso molto il fatto che le aziende sono sempre meno fiduciose sul loro futuro economico, perché considerano anche il calo della domanda dei consumatori.
Il quarto elemento da valutare è l’indice PMI delle quattro nazioni più produttive d’Europa: la Francia, la Spagna, l’Italia e la Germania. I loro indici sono tutti al di sotto del 50 per cento e questo evidenzia la recessione.