Il partito anti-euro è sempre più pericoloso e, al di là della sua rappresentanza nell’uno o nell’altro parlamento, sottolinea il problema della forza della moneta unica. Un paradosso, oggi giorno, ossessiona gli analisti: se l’euro diventa più forte, potrebbe minacciare la resistenza dell’euro stesso?
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Il fatto è che una moneta forte scoraggia la ripresa economica. Basta vedere quello che sta succedendo in Giappone dove la banca centrale ha deciso di iniettare continuamente liquidità sul mercato per evitare l’apprezzamento dello yen e sostenere l’economia locale.
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Nello stesso tempo, l’Europa, ha bisogno che gli investitori credano nella ripresa del Vecchio Continente e se questo accade vuol dire che l’euro è di nuovo in salita.
Dunque c’è bisogno che l’euro cresca per consolidare la fiducia ma c’è anche bisogno che l’euro resti ai minimi livelli per sostenere la ripresa economica. Un passaggio monetario non facile da superare.
La situazione dell’euro è la seguente: la moneta unica, negli ultimi 15 mesi ha toccato la sua punta massima, è arrivata ad essere scambiata 1.3711 contro il dollaro. Il rialzo in termini percentuali è stato del 14 per cento ed è cresciuta di 4 punti percentuali soltanto in riferimento alla prima parte dell’anno.
Una lieve flessione si deve soltanto alla gestione un po’ maldestra del salvataggio di Cipro.