La Slovenia deve essere assidua nel rispetto delle regole stabilite nel piano di salvataggio per fare in modo che si eviti il ricorso ai prestiti dell’Europa. Il piano di salvataggio, all’indirizzo del quale è stato manifestato molto scetticismo, comporta l’aumento dell’IVA e l’avvio di una fase importante di privatizzazioni.
►La Slovenia ristruttura le banche
Il primo ministro sloveno, Alenka Bratusek, giovedì scorso ha annunciato le misure economiche che intende mettere in atto per evitare di rivolgersi all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Le misure indicate sono anche inserite in un’agenda molto serrata.
►I titoli sloveni sono considerati tossici
Entro il primo luglio ci sarà un aumento di due punti percentuali dell’IVA che dovrà passare dal 20 al 22 per cento. Poi si passerà alla privatizzazione di ben 15 imprese pubbliche, tra cui anche la seconda banca del paese, vale a dire la Nova KBM, la compagnia aerea nazionale e l’operatore di telecomunicazioni più importante del paese. Insomma, dal settore creditizio a quello tecnologico, sono tutti impegnati nel salvataggio della Slovenia.
Il paese in questione, infatti, nel 2012, ha chiuso i conti con un rapporto tra deficit e PIL pari al 3,7 per cento. Secondo le stime, il 2013 si chiuderà con un deficit tra il 5 e il 7 per cento.