Le imposte che in Italia si pagano sui prodotti derivati del petrolio sono le più alte d’Europa. Al prezzo all’origine di questi prodotti, infatti, c’è da aggiungere un 55,08% che fa lievitare il prezzo del prodotto in fase di vendita al dettaglio.
Questa incidenza delle tasse ci porta al terzo gradino del podio della classifica dei prezzi del carburante, dopo Gran Bretagna e Svezia.
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Questi due paesi, insieme all’Italia, infatti, sono gli unici in Europa che hanno una tassazione sul gasolio superiore al 50% (tra tasse, Iva, accise e imposte varie), mentre per il resto delle nazioni – come ad esempio la Francia, la Spagna, la Germania e l’Olanda – la tassazione sui prodotti petroliferi è inferiore al 50%, il che garantisce una maggiore competitività dei prodotti.
Questa tassazione così elevata influisce soprattutto nel settore del trasporto professionale, che paga per il gasolio circa 25 centesimi in più al litro rispetto al prezzo medio che si paga in Europa, cifra che si alza sensibilmente se il prezzo italiano dei prodotti petroliferi viene confrontato con quelli praticati nell’est Europa.
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Per questo le varie associazioni di autotrasportatori italiane vogliono aprire un confronto con il nuovo esecutivo, soprattutto in previsione dell’aumento dell’Iva previsto per luglio: solo riuscendo a livellare il prezzo della benzina italiana con quello europeo si potrà tornare ad essere competitivi.