Quando un paese attraversa un momento di crisi o di instabilità, il primo indicatore a farne le spese è sicuramente la moneta. Basta pensare a quello che è successo in Giappone, dove la vittoria alle elezioni dell’Assemblea del partito conservatore del premier Abe, ha determinato un ribasso importante dello yen.
Qualcosa di analogo sta succedendo anche in Brasile dove la situazione economica del paese emergente va approfondita. In questo momento, almeno a livello mediatico, le proteste dei cittadini brasiliani stanno avendo un’eco profondo visto che hanno trovato risonanza nelle telecamere della Confederations Cup.
Il Brasile, a livello economico, è in una fase difficile, in parte dovuta anche all’instabilità politica che si traduce in una serie di difficoltà economiche. Il governo guidato da Dilma Rousseff ha sostenuto delle spese che alla popolazione non sono piaciute affatto, in relazione a due eventi sportivi: la Confederations Cup e i Mondiali di calcio del 2014.
►Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento dei prezzi dei biglietti del trasporto pubblico che ha portato in piazza la popolazione. Adesso, riguardo questo incremento dei costi, il governo sembra voler fare un passo indietro. Certo è che la crescita esponenziale che s’immaginava propria di un paese emergente, è messa a dura prova.
Dopo il crollo della Cina, questo è un ulteriore segnale della vastità della crisi. Il real brasiliano, di conseguenza, ha perso il 10 per cento del suo valore nei confronti del dollaro. Il Banco do Brasil sta già pensando ad una strategia per evitare la discesa irreparabile della moneta locale.