Il sogno di tutti? Sicuramente quello di ricevere la pensione anticipata. Sono questi alcuni degli obiettivi che l’italiano vede nel suo futuro post-lavorativo, soprattutto se ha iniziato a lavorare quando era ancora molto giovane e gli anni lavorativi accumulati sono diversi. Tuttavia ora la vita lavorativa degli italiani è cambiata: non ci sono praticamente più cittadini che possono aspirare alla pensione anticipata calcolando la propria età. E’ dunque molto utile approfondire tale scottante l’argomento, esaminando quello che è cambiato nel sistema pensionistico in seguito alla riforma delle pensioni del Governo Monti per comprendere come è possibile anticipare la pensione.
Sin dal 2012, la pensione anticipata, ottenibile arrivando a raggiungere una precisa anzianità contributiva escludendo la propria età, è l’unica possibilità che possiede il lavoratore per poter accedere anticipatamente alla pensione; il metodo delle quote è stato abrogato, per cui non si dovrà più fare una somma dell’età anagrafica con gli anni di contributi per riscuoterla.
Ora bisogna disporre di quarantuno anni di contributi dati più un mese, per quanto concerne le donne; quarantadue anni, più un mese invece per ciò che concerne gli uomini.
Per il 2013, è possibile avere la pensione anticipata con quarantuno anni di contributi e 2 mesi per la donna e quarantadue anni e 2 mesi per l’uomo. Invece per il 2014, ‘servono’ quarantuno anni e 3 mesi per le donne, quarantadue anni e 3 mesi per gli uomini. Naturalmente si tratta di una notevole quantità di anni di contributi da dover versare, prima di riuscire ad arrivare dell’età anagrafica che permetta di accedere alla pensione di vecchiaia.
E’ stato abolito il sistema delle quote e tale manovra è l’ultima ‘novità’ relativa al pensionamento anticipato. In quest’ultimo ventennio il sistema pensionistico è stato ‘attaccato’ numerose volte.
Quarant’anni anni di contributi e un minimo di sessant’anni di età parevano rappresentare l’ultimo ostacolo di Governo alla pensione anticipata, per numero massimo di anni di versamenti contributivi In seguito, nell’anno 2009, venne introdotto il sistema delle quote che eseguiva una somma tra l’età e gli anni di versamenti: chi raggiungeva la quota prevista durante l’anno, poteva avere la pensione