La fine dell’ anno fiscale, con le scadenze concentrate tra il mese di novembre e il mese di dicembre 2013 si prospetta come uno dei più sofferti per il mondo delle piccole imprese italiane.
A dirlo sono gli esperti della Cgia di Mestre che hanno infatti rilevato come a chiusura dell’ anno fiscale potrebbe venire a concentrarsi un totale di 24 scadenze che obbligherebbero le piccole imprese italiane a versare, in totale, tra tasse e contributi, delle cifre che oscillano tra i 10 mila e i 56 mila euro, generando ulteriori problemi di reperimento della liquidità.
> Due scadenze dell’8 luglio prossimo
La causa della formazione di un tale “ingorgo fiscale” va ricercata, però, secondo gli analisti, nella politica finanziaria attuata fino a questo momento dal Governo che ha soltanto provveduto a dilazionare nel tempo il pagamento dell’ Iva, mentre per l’ Imu, per la Tares e per gli acconti di fine anno dell’ Irap, dell’ Ires e dell’ Irpef ci potrebbero essere dei possibili rincari.
Bisogna pensare, infatti, che per l’ Imu i Comuni devono ancora stabilire le aliquote necessarie per il pagamento, che l’ Iva con aliquota maggiorata al 22% si comincerà a pagare solo dal 1 di ottobre, che per la Tares la scelta sui versamenti spetta ancora ai comuni e che il decreto varato il 25 giugno scorso prevede aumenti sugli acconti Irpef, Ires e Irap.