L’ Istat, l’ Istituto Nazionale di Statistica, ha diffuso in questi giorni i dati relativi al bilancio economico delle amministrazioni pubbliche italiane, rilevando come, nel primo trimestre del 2013, ci sia stato in effetti un peggioramento rispetto a quanto era stato possibile rilevare nello stesso trimestre dell’ anno precedente.
> E’ necessario e urgente rivedere i conti pubblici
Nel primo trimestre del 2013, cioè, il deficit delle PA italiane è aumentato, passando dal 6,6% dei primi tre mesi del 2012 all’ attuale 7,3% del PIL. Tra lo scorso anno e quello in corso, cioè, le entrate dello stato sono rimaste costanti, mentre sono aumentate le spese, anche a netto degli interessi, facendo diventare negativi sia il saldo primario che il saldo corrente.
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Ma a quanto ammonta nello specifico, il deficit delle amministrazioni pubbliche italiane?
Il saldo primario è risultato essere negativo per un totale di 9,6 miliardi di euro – pari al 2,6% del PIL, mentre il saldo corrente è stato negativo per 18,5 miliardi di euro in totale, pari al 5% del PIL.
A produrre il presente stato dei bilanci delle amministrazioni hanno contribuito in particolare modo gli aumenti che è stato possibile registrare nel capitolo delle uscite totali, gravate soprattutto dalle cosiddette prestazioni sociali.
E’ questo, infatti, quello che rileva l’ Istat, che ha fatto notare che nel primo trimestre del 2013 le uscite delle PA sono aumentate di un 1,3% rispetto all’ anno precedente. Se nel 2012, infatti, queste ultime erano pari al 48,7% del PIL, nel 2013 hanno decisamente raggiunto il 50% del Prodotto Interno Lordo.
Andando più nello specifico sono cioè aumentate:
- dell’ 1% le uscite per gli stipendi dei dipendenti pubblici
- del 2,3% le uscite per le prestazioni sociali in denaro
- del 2,6% le atre uscite, all’ interno delle quali sono comprese sia i contributi ai prodotti e alla produzione, che i trasferimenti sociali e quelli correnti a famiglie e imprese
In questa situazione, inoltre, gli interessi sulle uscite si sono ridotti e le uscite in conto capitale hanno avuto un incremento del 7,6%.
Per quanto riguarda, invece, la voce delle entrate, gli analisti dell’ Istat hanno fatto notare come ci sia stata pressoché una variazione nulla, che ha prodotto l’ esito negativo del bilancio. Si può osservare inoltre che, per effetto della crisi economica le imposte dirette sono cresciute del 3,2%, ma sono leggermente calate quelle indirette, che hanno fatto registrare un decremento dell’ 1,9%.
L’ Istat conclude infine il suo rapporto con una nota sull’ andamento della pressione fiscale, che si è attestata al 39,2%.