C’è un volto inflessibile dell’Europa finanziaria ed è rappresentato in questo momento da Olli Rehn che nonostante le dichiarazioni ottimistiche di Enrico Letta alla fine dell’ultimo meeting di Bruxelles, ribadisce che il limite del 3 per cento sul deficit è da considerare inderogabile.
►L’Italia esce dalla procedura di deficit
L’Italia, stando a quanto detto dal nostro premier, è tornata a casa da Bruxelles avendo ottenuto più del previsto. In primo luogo, infatti, siamo usciti dalla procedura per deficit eccessivo e poi, altra novità ancora più importante, sono state approvate le misure per il rilancio dell’occupazione giovanile: i fondi messi a disposizione dal bilancio europeo finiranno anche e soprattutto nelle casse dello stato italiano che figura tra quelli maggiormente in difficoltà sul fronte lavoro.
►La BCE punta il dito sull’Italia
Eppure non è tutto oro quel che luccica a sentire Olli Rehn, il commissario agli Affari economici che ha inviato una lettere ai ministri dell’Economia dell’Unione Europea e anche senza citare in modo particolare l’Italia, ha inviato un messaggio importante al governo di Roma.
La flessibilità dimostrata da Bruxelles in queste ultime settimane non deve far pensare che adesso, in Europa, tutto sia possibile, anzi. Il muro dei 3% di deficit non deve essere abbattuto e non esistono deroghe per nessuno al rispetto di tale parametro. E’ scritto nel fiscal compact e va gestito come già detto da tempo.