Licenziamento per giusta causa: outsourcing
Nel caso in cui un’azienda chiuda un’attività produttiva o decida di affidare a terzi il lavoro svolto da uno dei dipendenti, il lavoratore eccedente può essere licenziato, se all’interno dell’azienda non esistono altre posizioni adatte e/o vacanti.
Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6346/2013, in quanto, in un caso del genere, il licenziamento è legittimato da ragioni di organizzazione del lavoro. Il lavoratore, dal canto suo, può, per mantenere il suo posto, proporre al datore stesso le posizioni alternativa nelle quali essere ricollocato.
► Cos’è il licenziamento per giusta causa?
Licenziamento per giusta causa: scarso rendimento in seguito al demansionamento
Se l’azienda per la quale lavorate decide di spostarvi in un’altra posizione che prevede lo svolgimento di compiti considerabili di livello inferiore rispetto alle vostre qualifiche o compiti diversi da quelli stabiliti nel contratto, evitate di fare gli ‘schizzinosi’.
Infatti, come stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza 2033/2013, se il datore di lavoro assolve a tutti gli altri obblighi contrattuali (pagamento dello stipendio e delle coperture assicurative e previdenziali) e voi, invece, vi opponete al trasferimento, potreste essere giustamente licenziati.
I motivi del licenziamento per giusta causa
Infedeltà all’azienda e scarso rendimento
Mancata comunicazione delle assenze e falsi certificati
Irreperibilità e cumulo di impieghi
Outsourcing e ridimensionamento
Comportamenti scorretti nei confronti del datore di lavoro
Uso privato degli strumenti aziendali
Eccessi nella condotta professionale e privata
Uso improprio del telefono privato e aziendale
Altri motivi di licenziamento per giusta causa