I mutui a tasso variabile, anche sul lungo periodo, sono da considerarsi i più vantaggiosi. C’è addirittura un’indagine dell’esperto del Sole 24 Ore dedicata all’argomento che spiega che in futuro i tassi variabili saranno sempre più vantaggiosi dei tassi fissi.
►Perché le banche cambieranno gli spread
Il punto di partenza è la situazione contingente, in cui le richieste di mutuo sono sempre minori e gli aspiranti mutuatari, terrorizzati dall’andamento dell’economia e della finanza internazionale, si rifugiano nei mutui a tasso fisso. Ad ogni modo, sommato l’IRS di periodo con la media degli spread applicati dalle banche, si prevede che in futuro ci sia un aumento di 50 punti base del tasso finito.
Il divario dai mutui a tasso variabile aumenterà ancora e questo farà sì che le soluzioni miste e variabili siano sempre più convenienti. In fondo anche l’andamento dell’IRS dipende dall’andamento dei titoli di stato tedeschi che, ora nel momento in cui è stata rinnovata la tripla A alla Germania, minacciano di essere a lungo i primi della classe.
Al crescere del rendimento dei bund cresce anche l’indice IRS. Per quanto riguarda gli indici di riferimento che compongono il TAEG dei prodotti variabili, quindi l’indice Euribor e l’indice BCE, è probabile che restino bassi fino alla fine del 2014.