Il Fisco ha registrato in questi anni un aumento della tensione dei contribuenti che, in relazione alla riforma erariale e in relazione alla perdita del potere d’acquisto, hanno giudicato senza senso, o meglio ingiusto, il continuo aumento delle tasse.
Il fatto è che sono aumentate le imposte, sono state adeguate come ogni anno, ma a crescere in modo davvero esagerato, sono state le imposte locali, legate agli enti che si trovano in difficoltà economica e necessitano d’introiti maggiori.
►24 scadenze fiscali a fine anno
Le amministrazioni centrali, le Regioni, le Province, nonché i Comuni e gli enti previdenziali, dal 1992 ad oggi, quindi in poco più di 20 anni, hanno raddoppiato la spesa. Di conseguenza, come spiega bene anche Confcommercio, è stato necessario correre ai ripari aumentato le imposte locali e centrali. Le prime sono cresciute del 500% in 20 anni, le imposte centrali, invece sono “soltanto” raddoppiate.
►Le agevolazioni per le associazioni sportive
Secondo l’ultima analisi disponibile anche online, l’incidenza delle addizionali IRPEF è praticamente raddoppiata, ma ci sono anche delle differenze territoriali e geografiche da fare. Basta adottare l’esempio dell’IRAP: a Bolzano si paga la metà di quello che si paga in Campania.
Se poi si prende in considerazione soltanto l’ultimo decennio si scopre che l’incidenza degli addizionali sia regionali che comunali, sull’IRPEF è praticamente triplicata. Le aliquote, però, legate agli enti locali, sono cresciute in modo diverso nello Stivale.