Obama, soddisfatto per il raggiungimento dell’accordo sul Fiscal Cliff, è subito ripartito per le Hawaii dove ha lasciato moglie e figlie per seguire da vicino ciò che stava succedendo a Washington, ma il lavoro non è ancora finito, anzi, si può dire che la vera battaglia potrebbe iniziare solo ora.
Il prossimo appuntamento importante per l’economia americana sarà a fine febbraio, quando il Congresso degli Stati Uniti sarà di nuovo convocato per decidere il da farsi per scongiurare davvero la recessione. Perché, se da un lato l’accordo raggiunto ieri ha evitato un aumento delle tasse generalizzato per tutta la popolazione, è anche vero che la middle class, la classe che Obama ha sempre voluto sostenere, si vedrà decurtare lo stipendio di 125 dollari.
Ed è anche vero che i tagli alla spesa non sono stati evitati: il problema è stato solo rimandato di un paio di mesi. Il Congresso della nuova amministrazione Obama si insedierà domani e da subito partiranno le trattative per capire cosa fare: i repubblicani hanno a malincuore accettato l’aumento delle tasse per i redditi a partire da 400 mila dollari, ma non sono disposti a cedere ulteriormente. E hanno una grande arma a disposizione: il rinnovo del tetto sul debito, che scade proprio alla fine di febbraio.