Una recente indagine compiuta dall’ Ufficio Studi della Confederazione generale degli Artigiani – Cgia – rileva come nel giro di circa 15 anni, cioè dal 1997 al 2012, siano decisamente cresciute le spese dello Stato italiano. In questo periodo, infatti, le uscite dello Stato sono cresciute, al netto degli interessi di quasi il 69%, mentre lo stesso ritmo non è stato tenuto dalle entrate, che sono cresciute solo del 58,8%.
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Nonostante il conseguente aumento delle tasse, quindi, lo Stato italiano sembra essere ancorato ad una condizione debitoria, in cui non si realizza una forma di equilibrio tra le entrate e le uscite. La spesa dello Stato, infatti, nel giro di 15 anni è aumentata di 296 miliardi di euro mentre le entrate solo di 240 miliardi di euro. Di conseguenza le uscite totali a fine di quest’ anno ammonteranno a 726,6 miliardi di euro, mentre le entrate a poco più di 698 miliardi.
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Da questa situazione è chiaro che vi sono tutte le condizioni affinché lo Stato italiano continui a maturare del debito pubblico. Se si guardano più da vicino le tasse locali, inoltre, ci si accorge che queste ultime, nonostante tutto, hanno negli ultimi tempi subito un rincaro di oltre il 204%, cosa che mette in luce alcune problematiche del recente federalismo fiscale.