Per effetto della crisi sono sempre di più gli istituti di credito che chiedono garanzie supplementari agli aspiranti mutuatari prima della concessione del credito. A dirlo è una ricerca condotta dall’Adnkronos che ha provato a spiegare qualche effetto diretto della crisi di liquidità europea ed italiana.
Secondo Adnkronos, il 70 per cento delle richieste di mutuo inserite nel nostro sistema bancario rischia di non superare la fase istruttoria. In genere parliamo di richieste tipo di 100.000 euro effettuate da un dipendente con busta paga di 2.200 euro netti al mese che intende rimborsare il credito ottenuto in 30 anni.
Oggi, purtroppo, i criteri di credito definiti dalle banche sono sempre più stringenti e poi la situazione economica e lavorativa nel nostro paese è peggiorata molto. Alle difficoltà di accendere un mutuo occorre poi aggiungere un allungamento nei tempi di stipula ed erogazione del mutuo. Le banche, infatti, chiedono informazioni supplementari, documenti con parametri di valutazione mai univoci.
Il fatto che non si riesca ad andare oltre la fase istruttoria dipende molto dalla relazione che esiste tra importo richiesto alla banca, reddito documentato del richiedente e valore dell’immobile offerto in garanzia del mutuo. La percentuale da ottenere dall’incrocio dei dati (ovvero in che percentuale il mutuo deve incidere sul reddito), varia da banca a banca.