È stata fatta di recente una ricerca sulla mappa delle birre più popolari nel mondo. Una ricerca portata avanti dal magazine online VinePair e poi ripresa e commentata anche dall’Economist che ha fatto notare qualcosa d’interessante sotto il profilo economico.
Una mappa e una ricostruzione che hanno richiesto parecchio tempo e la consultazione di un buon numero di fonti per arrivare subito ad una conclusione importante: nel mondo non ci sono birre egemoni e anche se un produttore ha due birre nel suo brand, queste due non saranno le prime birre nello stesso Paese.
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Per chiarire il concetto è necessario utilizzare il caso pratico della Bud Light e della Budweiser, due birre molto popolari, prodotte dalla stessa società, ma che primeggiano una negli Stati Uniti e una in Canada.
La seconda grande conclusione è che nella maggior parte dei casi ad essere consumate prioritariamente sono birre chiare a bassa gradazione alcolica. Un’interessante indicazione anche per chi si dedica oggi all’arte birraia e parta dall’artigianale con scarsa distribuzione.
Tenendo in considerazione quel che succede in Europa, diremo che la tendenza è sempre quella a preferire birre autoctone per cui in Italia va forte la Moretti così come in Olanda spopola l’Heineken e in Belgio la Jupiler, tanto per fare qualche esempio.
In Italia, abbiamo detto, che va per la maggiore la Moretti che è una birra del gruppo della Heineken. Il suo stabilimento originario è in provincia di Udine. Una scelta “locale” che potrebbe esprimere una tendenza d’acquisto importante. In realtà secondo l’Economist tutte le birre più popolari sono anche le birre più insulse e forse per mettere in piedi il vero business è il caso d’iniziare a puntare sulla qualità.