La Commissione tributaria regionale sostiene che l’interessato dall’accertamento, quindi il contribuente stesso, deve dimostrare di aver sostenuto le spese e deve dimostrare anche che le spese erano inerenti. È stata la Corte di Cassazione a pronunciarsi ancora sull’argomento.
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In pratica i porporati hanno detto che per quel che riguarda detrazioni e deduzioni tra soggetti passivi d’imposta, non è l’Amministrazione finanziaria, bensì il contribuente a dover dimostrare che le spese sostenute sono inerenti alla finalità imprenditoriale. Per esempio è il contribuente a dover dimostrare che il pranzo portato in detrazione, del valore simbolico di 70 euro, altri non era se non un pranzo di lavoro.
Tutto parte dal giudizio promosso da una Srl che ha ricevuto dall’amministrazione tributaria l’avviso di accertamento per alcune deduzioni improprie ai fini IVA ed IRAP. L’ente che ha imposto questa tassa ha spiegato di provvedere al recupero delle spese portate in detrazione perché non inerenti con l’attività imprenditoriale.
Dopo un primo giudizio a favore del contribuente, la Suprema Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza confermando il diritto dell’amministrazione tributaria a richiedere la spiegazione dell’inerenza delle spese. Soltanto un vizio di forma, una spiegazione insufficiente da parte del contribuente, può in qualche confermare l’azione dell’amministrazione tributaria.