C’è stata anche la firma di Anpac, Anpav e Avia, i sindacati dei piloti. E questo fa sì che il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi dica «anche senza la firma della Cgil, l’intesa sugli esuberi Alitalia è valida lo stesso». In ogni caso, auspica «che la Cgil si sia presa questi tre giorni e poi capisca l’importanza della sottoscrizione e dell’opportunità che abbiamo davanti. Se non firmerà, l’accordo è valido, nel senso che siamo a più del 50%, credo che arriveremo all’80% dei lavoratori rappresentati dalle sigle sindacali». Certo a Lupi la posizione del sindacato non piace: «Mi dispiace – dice -. Abbiamo lavorato con serietà anche con loro, si sono riservati tre giorni, ben vengano questi tre giorni e poi vedremo, intanto andremo avanti».
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E di fatti, a questo punto, la trattativa porta a termine a tutti gli effetti un altro passo avanti. Con il vertice con le banche si apre la «settimana decisiva» per Alitalia. Fulcro della discussione sarà difatti la delicatissima questione della conversione di una parte del debito degli istituti di credito in azioni della nuova società Alitalia-Etihad, e quindi avere garanzia l’accordo quadro sugli esuberi per il governo era divenuto un passaggio sostanziale. Per questo tra venerdì e sabato il governo ha forzato la mano chiudendo prima l’intesa con Cisl, Uil e Ugl e quindi ottenendo anche l’ok dei sindacati dei piloti che in un primo momento come Cgil e Usb non avevano firmato.
«Oggi l’accordo richiede dei sacrifici – spiega il ministro dei Trasporti a Skytg24 -, ma si fa ripartire un grande progetto industriale che porta un investimento di 1,2 miliardi di euro».