Etihad vuole entrare nel capitale di Alitalia, così quest’ultima cambia lo statuto. Snellito per facilitare l’accesso ai nuovi soci, dopo l’accordo con i sindacati per la gestione degli esuberi e prima di capire come affrontare il debito. La compagnia italiana ha messo a segno un altro importante punto per stringere l’alleanza con gli acquirenti dagli Emirati Arabi.
Tra due giorni è in programma un’assemblea straordinaria degli azionisti per modificare alcuni articoli dello Statuto che potrebbero configurarsi come ostacoli nel momento in cui Etihad entrerà nell’azionariato.
In particolare l’attenzione è diretta all’articolo 11, quello che stabilisce l’obbligo di opa (offerta pubblica d’acquisto) nel caso in cui un socio superi il 50% delle azioni.
Il problema è che per il calcolo della ‘soglia di riferimento’, è statuito dal comma 9, in cui si tiene conto anche delle azioni acquistate o detenute da «soci che agiscono di concerto tra loro», ovvero anche gli aderenti ad un patto parasociale.
Vista possibilità che il ceo di Etihad James Hogan stringa un patto con le banche azioniste di Alitalia (Intesa e Unicredit) e Poste, arriverebbe a superare di molto la soglia del 50%. Oltre alla necessità di togliere il rischio dell’opa, l’altro articolo su cui ci si sta concentrando è quello (8.7) che contempla una serie di implicazioni quando si verifica il cambio di controllo di un socio facendo scattare delle prelazioni.
Si sta tenendo in conto, inoltre, anche il possibile snellimento del collegio sindacale (oggi composto da cinque effettivi e tre supplenti). Intanto prosegue il lavoro congiunto tra i due vettori, che entro metà marzo dovrebbero arrivare a chiudere la due diligence. La prossima settimana, forse proprio martedì, dovrebbe essere a Roma un team di Etihad per accelerare il la trattativa.