È stato dato l’ok dalle commissioni Ambiente e Industria del Senato alla abolizione della norma sull’anatocismo inclusa nel decreto legge Competitività. Sulla abolizione dell’articolo 31 del testo c’è stato il parere favorevole del governo.
Alla presentazione degli emendamenti dei relatori, non era affiorata nessuna proposta di modifica; un gesto che aveva lasciato pensare al mantenimento della disposizione nel testo di legge, scelta per la quale pareva propendere il governo stesso. Ma la grande opposizione che c’è stata anche nel Partito democratico sulla capitalizzazione degli interessi ha cambiato le cose e nella discussione sono stati usati i tanti emendamenti presentati dai senatori che chiedevano proprio la abolizione dell’articolo.
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L’articolo 31 del dl Competitività andava a modificare il Testo unico bancario conferendo al Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr) la mansione di stabilire modalità e criteri per la produzione, con periodicità non al di sotto di un anno, di interessi sugli interessi maturati nelle operazioni in conto corrente o di pagamento.
Era un distinto chiarimento dopo che la legge di Stabilità 2014 aveva lasciato il caso “aperto” con alcuni problemi di interpretazione: da una parte pare permettere la capitalizzazione degli interessi, ma dall’altra ribadisce che questi non ne possono produrre altri. A questo punto ritorna a imporsi l’indirizzo del Parlamento, che voleva abolire la norma proprio con la Stabilità, sebbene questa fosse appoggiata ad esempio da Bankitalia. Pronta la reazione dei consumatori, con Elio Lannutti dell’Adusbef che dice della sconfitta “dell’arroganza di Bankitalia, Abi e Bce che avevano cercato di difendere una norma odiosa”. Soddisfazione anche per Francesco Boccia, del Pd: “L’anatocismo è stato cancellato, è una vittoria del buon senso”.