L’Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo detiene quasi 117 miliardi di dollari di Treasury americani, in netta crescita in confronto agli 82,7 miliardi di dollari registrati solo due anni prima.
I dati sono stati riportati dagli analisti di Cnn Money, i quali credono che la cifra possa essere anche superiore. Certo è che l’Arabia Saudita entra tra i maggiori Paesi detentori di titoli di Stato americani in dodicesima posizione. E’ ben lontana dai 1.200 miliardi nella cassaforte della Banca centrale di Pechino o dai 1.100 miliardi custoditi nei caveaux di Tokyo, ma è comunque una presenza di rilievo. Anche perché, probabilmente, è come detto sottostimata dalle cifre ufficiali diffuse nelle ultime ore.
Fanno notare gli analisti:
Si è levato un velo che durava dalla crisi del petrolio degli anni Settanta. Da quel momento, i dati dei Paesi petroliferi sono stati diffusi per aggregato. Lo spacchettamento attuale, si diceva, potrebbe però non rappresentare tutti i possedimenti arabi di titoli di Stato Usa. La Banca centrale saudita è accreditata dal Fmi di detenere 587 miliardi di riserve in valuta estera. Tipicamente, circa due terzi di queste riserve sono possedute dalle Banche centrali in dollari, quindi in forma di Treasury. Ecco perché gli analisti ritengano probabile che l’Arabia Saudita abbia una quota maggiore a quella direttamente riportata.
Fra gli Stati che hanno il debito americano più alto figurano non a caso alcuni noti paradisi fiscali. Le Isole Cayman sono il terzo più grande sottoscrittore di Treasury (con 265 miliardi di dollari per soli 60mila abitanti), le Bermuda ne hanno 63 miliardi. Molti analisti, secondo Cnn Money, “ritengono che la stessa Cina passi attraverso il Belgio (al quale fanno capo 154 miliardi) per la custodia di una parte dei suoi titoli Usa. E l’Arabia Saudita potrebbe quindi utilizzare un simile accorgimento”.