Svolta epocale in Vaticano, lo Ior pubblicherà il suo bilancio

 Il nuovo Papa, eletto dopo le dimissioni di Benedetto XI, si sta dando da fare come mai prima per rendere la Chiesa e tutte le sue istituzioni trasparenti e vicine ai fedeli: basta segreti, conti in banca ingenti non tracciabili, basta spese inutili e apparati terreni che allontanano i cristiani e i fedeli dal vero cammino religioso.

Il discorso sull’IMU degli immobili della Chiesa

Quello che Papa Bergoglio si appresta a fare domani è un passo epocale. Per la prima volta lo Ior, l’Istituto per le Opere Religiose – in pratica la banca vaticana – voluta nel 1942 da papa Pio XII svelerà i suoi conti. Dopo anni di vicende troppo poco chiare, duranti i quali la banca vaticana ha visto passare molti soldi, parte di questi anche provenienti da dubbia fonte, i conti di uno degli istituti di credito più ricchi del mondo saranno svelati.

Al momento si sa che il documento che sarà pubblicato domani mattina a partire dalle ore 8.00 sul sito ufficiale dello Ior  è composto da circa 100 pagine che riportano tutti i dati riferiti al bilancio dell’anno 2012. Un anno peraltro anche particolarmente proficuo per l’istituto bancario vaticano, che negli ultimi 12 mesi ha fatto registrare un utile netto di 86,6 milioni di euro, quattro volte l’utile del 2011.

Un accordo antiriciclaggio tra Vaticano e Stati Uniti

Il bilancio dello Ior che verrà pubblicato domani è stato certificato da una delle cinque società del network Kpmg, quindi è conforme ai princìpi contabili internazionali (Ifrs) emessi dall’International Accounting Standards Board e omologati alla Commissione europea. 

Il marchio Fiat potrebbe scomparire?

 Il grande nome del Made in Italy potrebbe perdere definitivamente uno dei suoi pezzi da novanta: con la fusione di Fiat e Chrysler, infatti, entrambi i marchi potrebbero scomparire per dare vita ad un nuovo e grandioso marchio internazionale.

>  Fiat alla ricerca di risorse: arriva il bond in euro

Questo secondo gli analisti e gli esperti del settore potrebbe essere l’effetto secondario, almeno in ordine di tempo, della storica fusione che dovrebbe avverarsi a breve tra la storica casa automobilistica fondata da Gianni Agnelli e la casa americana Chrysler. Quindi di italiano non rimarrebbe quasi più nulla, dato che è molto probabile, se non ormai praticamente certo, che il quartier generale del gruppo automobilistico si trasferirà negli Stati Uniti e la sua sede legale in Olanda. Questioni fiscali e di immagine, due punti cardine di una strategia aziendale davvero vincente.

Sergio Marchionne ha avuto il merito di riportare in auge la casa automobilistica italiana in uno dei momento più difficili della sua storia, ed ora l’amministratore delegato sta portando a termine il suo compito, dando alla sua creatura un volto tutto nuovo, che possa far dimenticare i trascorsi poco felici tanto della Fiat, i cui conti sono tornati a posto solo dopo il pesante intervento del manager italo canadese, quanto per la Chrysler, che è sempre stata il fanalino di coda dell’industria automobilistica americana.

Il settore auto è in ripresa

La storia ha insegnato che innovare non sempre vuol dire perdere qualcosa: Fiat Industrial a breve si fonderà con la controllata Usa Cnh, dando vita ad una nuova società chiamata Cnh Industrial, quotata a New York e a Milano, con sede fiscale in Gran Bretagna e sede legale in Olanda. Senza alcun rimpianto per il marchio Fiat.

Il regime fiscale opzionale della “tonnage tax” dell’Agenzia delle Entrate – Requisiti necessari

 Il regime fiscale opzionale della “tonnage tax” dell’Agenzia delle Entrate

Come abbiamo avuto modo di vedere in un post pubblicato in precedenza, il regime fiscale opzionale della “tonnage tax” concesso dall’Agenzia delle Entrate consente alle imprese che operano nel settore marittimo di usufruire di un particolare regime di tassazione forfetaria denominato appunto “tonnage tax”.

Come aderire al regime opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate – II

 Il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

Come abbiamo visto anche in un post pubblicato in precedenza, il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale concesso dall’Agenzia delle Entrate consente alle imprese in possesso dei requisiti necessari che ne fanno richiesta di determinare un unico reddito complessivo IRES valido per tutte le società partecipanti.

Guida al regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

 Guida al regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

In questo post abbiamo raccolto tutti i link agli articoli che compongono la Guida al regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate, che contiene tutte le informazioni necessarie per conoscere e per aderire al regime fiscale opzionale concesso dall’Agenzia delle Entrate alle imprese, in possesso dei requisiti necessari, che vogliono beneficiare di una particolare agevolazione fiscale in relazione al calcolo e al pagamento dell’IRES.

La crisi politica italiana affossa le borse europee

 Economia e politica sono più legate che mai. Soprattutto in questo momento che le sorti politiche di molti paesi sono sull’orlo del collasso. A trainare e borse verso il basso in questa apertura del lunedì mattina, nello specifico, sono la crisi di Governo che stiamo vivendo in Italia e il dibattito sull’approvazione del bilancio Usa.

Gli investitori tornano cauti dopo gli annunci della FED e l’aggiornamento del Def

Due zavorre per le borse europee che questa mattina non sono riuscite a decollare, anzi, tutti i segni sono negativi e la peggiore delle performance è stata registrata a Milano: Piazza Affari cede l’1,55%, Francoforte segna -0,98%, Parigi -1,08%, Londra -0,73% e Madrid -1,09%.

Dato il ribasso delle borse delle borse europee, anche lo spread varia il suo livello e passa a 280 punti base, dopo la buona chiusura dello scorso venerdì quando si era assestato sui 263 punti. Il differenziale Bonos/Bund è a 270.

La stessa situazione di nervosismo si registra anche sulle borse internazionali, incerte in attesa della decisione sul bilancio Usa che fa concretizzare ogni ora che passa il rischio di una chiusura delle attività del governo, che diventerebbe un defaul tecnico dal prossimo 17 ottobre. Il termine ultimo per trovare un accordo tra il partito repubblicano e quello democratico sulla definizione della nuova legge di bilancio è fissato per questa notte.

Arriva la Tobin Tax anche sulle transazioni ad alta frequenza

Altro dato macroeconomico che sta pesando sulle borse è quello riguardo all’economia giapponese, paese dal quale ci si attende una revisione al ribasso della produzione industriale.

 

Quando aderire al regime opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

 Il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

Come abbiamo spiegato anche in un post pubblicato in precedenza, il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale concesso dall’Agenzia delle Entrate consente alle imprese in possesso dei requisiti necessari che ne fanno richiesta di determinare un unico reddito complessivo IRES valido per tutte le società partecipanti.

Come aderire al regime opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

 Il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale dell’Agenzia delle Entrate

Come abbiamo visto anche in un post pubblicato in precedenza, il regime fiscale opzionale del Consolidato Nazionale concesso dall’Agenzia delle Entrate consente alle imprese in possesso dei requisiti necessari che ne fanno richiesta di determinare un unico reddito complessivo IRES valido per tutte le società partecipanti.

Siemens taglia 15.000 posti di lavoro per tagliare le spese

 Le aziende fanno fatica a tirare avanti, ma non solo quelle piccole. Anche le grandi realtà internazionali soffrono degli effetti della crisi che ha fatto scendere l’assicella dei guadagni e alzare quella delle spese. A pagare di questa situazione i lavoratori che sono i primi a cadere nella lotta per la sopravvivenza aziendale.

La prossima grande azienda che si vedrà costretta a tagliare sul personale è la Siemens, che ha annunciato che entro la fine del prossimo anno saranno tagliati ben 15.000 posti di lavoro, in una operazione di contenimento dei costi pari a 6 miliardi di euro. Un terzo dei posti di lavoro saranno tagliati in Germania – 2.000 posti di lavoro dell’unità industriale e 1.400 tagli nel business delle infrastrutture e dell’energia – mentre il resto dei tagli sarà distribuito nelle altre sedi dell’azienda sparse per il mondo.

► Come si evita la recessione in Germania

L’obiettivo della Siemens è quello di arrivare alla fine del 2014 con un massimo di 370 mila dipendenti.

► Nokia fa affari con Siemens

Tra le cause di questa crisi che ha colpito un colosso come la Siemens oltre alla crisi economica generale va menzionata anche la concorrenza del mercato: aziende come General Electric e ABB propongono lo stesso tipo di prodotti a prezzi più bassi e, visto che il prezzo delle materie prime è in continuo aumento, l’unico modo per contenere i costi e mantenere così i prezzi bassi è tagliare sul personale.

Una luce di speranza arriva dall’affare da 968 mila dollari che la Siemens potrebbe concludere con la Saudi Aramco.