Tolta l’Imu arriva l’Irpef – Una stangata da quasi 300 euro

 Dal 2010 ad oggi le addizionali locali sono aumentate fino ad arrivare a 284 euro. Una strategia necessaria alle amministrazioni locali per fare cassa quando il governo decide di abbassare le imposte nazionali e che, come denuncia la CGIA di Mestre, è diventata una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti locali.

Per l’anno in corso i comuni hanno tempo fino al 30 novembre per stabilire le aliquote delle imposte locali che, se il Governo non porrà dei paletti più stringenti al federalismo fiscale, potrebbero essere una vera a propria scure che si abbatte sulle famiglie, che si troveranno a doversi districare tra Irap, la Service Tax, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef.

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Proprio su questo ultimo punto si è concentrata la CGIA che ha analizzato lo status delle aliquote Irpef nei 40 Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota: in 11 casi l’aliquota Irpef è stata aumentata e negli altri 29 è rimasta invariata, ma 13 di questi comuni applicano già l’aliquota massima (0,8%).

► Governo e tasse: più basse nel 2013, stangata in arrivo per il 2014

Esempi di aumento Irpef

La CGIA di Mestre riporta tre esempi di come l’aumento delle aliquote dell’Irpef andrà ad incidere sul reddito dei contribuenti secondo tre diversi livelli:

  1. operaio con un reddito annuo di 20 mila euro (circa 1.240 euro netti mensili): 401 euro;
  2. impiegato con un reddito annuo di 32 mila euro (quasi 1.840 euro al mese): 664 euro;
  3. quadro con un reddito annuo di 60 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro):1.328 euro in più da versare nel 2014.

Come si calcolano i 5 giorni per il pagamento delle multe con lo sconto?

 Con il Decreto del Fare il Governo ha introdotto la possibilità di pagare le multe per infrazioni al Codice della Strada in maniera ridotta se il pagamento avviene entro i cinque giorni dalla notifica dell’infrazione. Lo sconto che si ottiene è del 30% dell’importo totale della multa.

► Come funziona lo sconto del 30% sulle multe?

I casi che si possono presentare al guidatore colto in flagranza di infrazione sono due: la multa può essere notificata con apposito verbale direttamente in strada, oppure viene recapitata all’indirizzo segnalato sulla carta di circolazione del veicolo.

Multe su strada

Nel caso in cui il guidatore viene fermato dalle forze dell’ordine e l’infrazione viene contestata sul posto, gli agenti consegneranno un verbale con una doppia indicazione sulla cifra da pagare: una che indica la multa scontata del 30% da versare entro 5 giorni e l’altra con il pagamento da pagare entro i successivi 55 giorni dalla data riportata sul verbale.

► I pro e i contro dello sconto sulle multe

Multe recapitate a domicilio

I verbali delle multe stradali che non è stato possibile notificare su strada devono essere consegnati all’indirizzo riportato sulla carta di circolazione entro 90 giorni dalla violazione del codice della strada. I cinque giorni si calcolano a partire dalla data di consegna, che è quella segnalata sulla ricevuta della raccomandata con la quale viene inviata la notifica.

► Come contestare una multa

Se il destinatario non è in casa e non può ricevere la notifica, il calcolo dei 5 giorni di tempo per il pagamento in misura ridotta del 30% si conteggiano a partire dal giorno di consegna dell’avviso di deposito.

Aumentano le accise sugli alcolici – Le conseguenze per i consumatori e i produttori

 Con il Decreto Scuola (decreto legge n. 104 del 2013) il Governo ha cercato di aiutare la ripresa del settore della scuola, con un finanziamento di circa 470 milioni di euro che dovranno essere utilizzati per l’assunzione dei precari del settore e per le borse di studio.

Per riuscire a recuperare questa cifra, come anche accaduto già con il Decreto Imu, il Governo ha dovuto aumentare altre imposte: con il Decreto Scuola aumenteranno le imposte di registro per le transazioni immobiliari e le accise sugli alcolici. Quindi, come al solito, sono i cittadini a dover pagare.

Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi

Le nuove accise sugli alcolici

L’articolo 25 del Decreto 104/2013 modifica una serie di imposte su produzione e consumi di alcolici.

A partire dal 1° ottobre 2013 le nuove aliquote saliranno, con ulteriori scaglioni progressivi nel 2014 e nel 2015:

1. Birra: dal 10 ottobre a 2,66 euro per ettolitro, dall’1 gennaio 2014 2,7 euro, dal gennaio 2015 a 2,99 euro.

2. Alcolici intermedi: dal 10 ottobre 2013 a 77,53 euro per ettolitro, dal gennaio 2014 a 78,81 euro, dal gennaio 2015 a 87,28 euro per ettolitro.

3. Alcol etilico: dal 10 ottobre a 905,51 euro per ettolitro anidro, dal gennaio 2014 a 920,31 euro, dal gennaio 2015 a 1019,21 per ettolitro anidro.

► Aumenta l’imposta di bollo per gli immobili: quando e quanto

Secondo Assobirra, le nuove accise sulla birra provocheranno un sensibile aumento del costo di una serata in pizzeria, uno dei pochi lussi che ancora si possono concedere gli italiani. Un aumento che si aggiunge a quello dell’aliquota Iva che passa al 22% e che provocherà un calo dei consumi di alcolici di circa il 5/6% nei prossimi mesi:

Il rischio è quello di mettere in ginocchio un settore dove operano 500 aziende tra marchi storici e microbirrifici artigianali e dà lavoro direttamente a 4.700 persone (+4,4% rispetto al 2011), che salgono a circa 144.000 con l’indotto allargato.

Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Quanto pagheranno le aziende

 Con il Decreto Legge 104 del 2013 il Governo Letta ha provveduto a degli aggiustamenti per il settore della scuola e dell’istruzione in Italia, cercando di andare incontro alle esigenze di docenti e discenti: è stato previsto, infatti, un piano di assunzione dei precari, tanto quelli che sono già nelle liste per aver vinto i concorsi degli ani precedenti, tanto i nuovi abilitati all’insegnamento che arriveranno dai prossimi concorsi in programma; e sono state anche aumentate le risorse per le borse di studio.

Per farlo, è stato necessario reperire circa 470 milioni di euro. Il finanziamento arriverà da una maggiore imposizione fiscale sugli immobili.

Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi

Oltre ad essere state aumentate in misura del 2% le imposte variabili sulle transazioni immobiliari e dopo che sono state ripristinate anche le imposte ipotecaria e catastale, che sono state sostituite con imposte da 50 euro ciascuna, sono stati fatti degli aggiustamenti anche alle imposte fisse che si pagano sulle transazioni immobiliari, sia che siano fatte da privati che dalle aziende.

Le nuove imposte sugli immobili aziendali

Dal 1° gennaio 2014 le imposte di registro, ipotecaria e catastale, dovute fino ad ora nelle misura fissa di 168 euro, arriveranno a 200 euro. Saranno interessate dall’aumento tutte le imprese che effettueranno conferimenti nel capitale sociale, atti societari, contratti di comodato di beni immobili, atti costitutivi e modificativi di Onlus e associazioni, le associazioni temporanee di impresa.

► Aumenta l’imposta di bollo per gli immobili: quando e quanto

Inoltre l’articolo 26 del Decreto Scuola elimina, a partire dal 1° gennaio 2014, le esenzioni e le agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali che riguardano le compravendite immobiliari, il trasferimento di diritti reali di godimento (compresa la rinuncia), gli espropri, i trasferimenti coattivi.

Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi

 Il finanziamento del Decreto Scuola, il Decreto Legge 104/2013, ha richiesto al Governo il reperimento di circa 470 milioni di euro per la copertura degli interventi previsti, come l’assunzione in ruolo dei tanti precari della scuola e l’aumento dei fondi destinati alle borse di studio.

Per farlo ha dovuto rimettere mano alle imposte che si pagano sulle transazioni riguardanti gli immobili. A partire dal 1° gennaio 2014, ci sarà l’aumento della quota fissa riguardante le imposte di registro, ipotecarie e catastali, che passeranno dagli attuali 168 euro a quota 200, un aumento che riguarderà tanto i privati cittadini quanto le imprese, dal momento che gli aumenti riguarderanno anche i contratti in comodato di immobili, i conferimenti di beni ai soci e le operazioni di ristrutturazione aziendale come fusioni e scissioni.

► Aumenta l’imposta di bollo per gli immobili: quando e quanto

Le nuove imposte sugli immobili a partire dal 2014

Prima casa

L’imposta è ridotta al 2%, ma nel caso di case di lusso (A1, A8, A9) è al 9%.

Le precedenti imposte ipotecaria e catastale sono state sostituite con una misura fissa di 50 euro ciascuna.

Nel caso della compravendita di un immobile non destinato ad essere la prima casa, se l’importo della transazione è di 100 mila euro, dal 1° gennaio 2014 si pagheranno 9.100 euro: 9mila euro di imposta di registro (9%), più 50 euro di imposta ipotecaria e 50 di imposta catastale.

Nel caso di una abitazione principale, invece, con gli aumenti previsti a partire dal 2014, si pagheranno 2.100 euro (2% imposta di registro, 50 euro per ciascuna altra imposta).

► Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Quanto pagheranno le aziende

Aumenta l’imposta di bollo per gli immobili: quando e quanto

 470 i milioni di euro necessari al governo per il finanziamento del Decreto Legge n. 104 del 2013, ossia il Decreto Scuola, un provvedimento che il Governo ha ritenuto necessario sia per garantire ai precari della scuola l’ingresso stabile nel mondo del lavoro sia per dare la possibilità agli studenti in disagio economico di proseguire gli studi.

Con il Decreto scuola aumentano le imposte di registro e le accise

Come già accaduto per il Decreto Imu che ha cancellato la prima rata dell’Imposta Municipale sugli Immobili e i provvedimenti che hanno portato al rinvio dell’aumento dell’aliquota Iva ad ottobre 2013, il Governo ha dovuto reperire le coperture necessarie andando a toccare altri settori. In questo caso, a subire le conseguenze del Decreto Scuola sono stati gli alcolici e gli immobili.

1 gennaio 2014: aumentano le imposte di registro sugli immobili

L’aumento delle imposte di registro e di bollo per le compravendite degli immobili riguarderanno tanto i privati che le aziende, in quanto saranno sottoposte a tassazione le seguenti operazioni:

– fusioni, scissioni e conferimenti d’azienda;

– acquisti di immobili;

– contratti di comodato di immobili;

– trasferimenti immobiliari soggetti a IVA;

– atti costitutivi e modificativi di Onlus e di associazioni in genere;

– accettazione e rinuncia di eredità;

– atti notori;

– contratti preliminari;

– pubblicazione del testamento.

► Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi

Nello specifico, chi opera nel settore degli immobili, tanto i provati che le aziende e le imprese, saranno chiamati a pagare dal 1 gennaio 2014 le seguenti imposte:

imposta di registro da 168 a 200 euro;

– tributo da 50 euro sugli atti ipotecari e catastali;

– imposta di registro inerenti al trasferimento di prima casa, la cui aliquota è stata aumentata dal 2% al 3% (i proprietari degli immobili di lusso non pagheranno più il 7%, bensì il 9%);

– aumento dall’8% al 9% per i terreni edificabili.

 

Con il Decreto scuola aumentano le imposte di registro e le accise

 Il settore dell’Istruzione in Italia non naviga certo in buone acque e il Governo Letta ha deciso di intervenire con il Decreto Scuola (Decreto Legge n. 104 del 2013) che prevede più borse di studio per studenti in difficoltà, un piano di assunzione per assorbire i precari della scuola e maggiori finanziamenti, per un totale di spesa di 470 milioni di euro.

► Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi

Come sempre accade in questi casi, le risorse non erano pronte e disponibili per essere utilizzate, ma sono state trovate togliendo da altri settori, come già accaduto per reperite le risorse per il rinvio dell’aumento dell’Iva e per la cancellazione della rata dell’Imu.

Nel caso del Decreto Scuola, il finanziamento delle operazioni arriva dall’aumento di due tasse: le imposte di registro sugli immobili e le accise sugli alcolici. Con questi aumenti, il primo che arriva dal 1° gennaio 2014 e il secondo già a partire dal 10 ottobre 2013, il Governo mira a reperire almeno 413,2 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno 54,3 milioni di euro derivanti dal taglio al fondo ASPI e a minifondi del Miur, quelli destinati alla ricerca.

Accise su birra e vino

Quindi, per il finanziamento degli interventi a favore della scuola in Italia, a partire dal 10 ottobre 2013 saranno aumentate le accise su birra e vino, il cui prezzo finale al consumatore potrebbe crescere anche del 33%.

► Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Quanto pagheranno le aziende

Aumenti delle imposte di registro

Gli aumenti previsti dal Decreto Scuola per le imposte di registro toccheranno tanto le imprese che i privati cittadini, che dovranno pagare imposte  di registro, ipotecarie e catastali, sia fisse che non.

I mutui più convenienti dell’autunno 2013

 Gli italiani stanno lentamente riprendendo fiducia verso la loro situazione economica e, sostenuti anche dai tassi di interesse sui prestiti e sui mutui fermi al minimo storico dello 0,5%, hanno ripreso anche a chiedere mutui, con una domanda che fatto segnare un aumento del 4% delle richieste ad agosto 2013, dopo un anno e mezzo di cali a due cifre.

A stimolare la richiesta di mutui per l’acquisto di una casa sono anche i prezzi degli immobili ad uso abitativo che, dopo tanti anni, hanno iniziato a scendere, arrivando anche a cali del 5% del loro prezzo iniziale.

► Cresce la domanda di mutui ad agosto 2013

Gli istituti di credito, quindi, hanno conseguentemente abbassato i tassi di interesse per rendere le rate più sostenibili. Confrontando le varie offerte delle banche italiane, infatti, si nota come molti degli istituti propongano tassi di restituzione mediamente non superiori al 3%. Ma quali sono i mutui più convenienti di questo autunno del 2013?

Partendo dal presupposto che, al momento, è conveniente optare per il tasso variabile, e prendendo come esempio un prestito da 150 mila con un piano di rimborso a 25 anni, le offerte migliori sul mercato sono quelle di IwBank e Deutsche Bank.

Deutsche Bank – Mutuo Pratico a tasso variabile 

Interesse indicizzato all’euribor a 3 mesi più differenziale del 2,75%. A conti fatti il taeg (tasso annuo effettivo globale) è del 3,11% e richiede il pagamento di una rata di 709,37 euro al mese.

 Come si negozia il mutuo

 

Iwbank – Iw Mutuo Acquisto Variabile 

Prevede un taeg al 3,04% e una rata di 709,76 euro.

Se questi sono i mutui più convenienti in assoluto per l’autunno del 2013, risultano essere molto buone anche le condizioni proposte da Bnl Bnp Paribas, Cariparma Credit Agricole e WeBank (gruppo Bpm), che hanno taeg attorno al 3,2% e rate comprese tra 715 e 720 euro.