Governo e tasse: più basse nel 2013, stangata in arrivo per il 2014

 Secondo uno studio elaborato da Diego Menegon, ricercatore dell’Istituto Bruno Leoni di Torino, che ha effettuato un’analisi sugli effetti a medio termine degli interventi sulle tasse fatti durante questo primo anno, o quasi, di Governo Letta, nel 2013 gli italiani, grazie soprattutto all’abolizione dell’Imu sulla prima casa e del posticipo dell’aumento dell’aliquota al terzo trimestre del 2013, pagheranno circa 3 miliardi di euro in meno di tasse.

► La pressione fiscale italiana supera il 44% del PIL nel 2013

Ma la brutta sorpresa, secondo i ricercatori, arriverà nel 2014 e nel 2015, quando saremo chiamati a pagare circa 2,2 miliardi in più rispetto ad ora, a causa delle varie misure compensative dei tagli che verranno messe in atto.

Secondo Menegon, nonostante il saldo tra maggiori e minori entrate sia positivo (circa 800 milioni di euro), infatti, le modifiche apportate dal Governo Letta per abbassare la pressione fiscale per il 2013 sono state compensate da incrementi di imposta di natura strutturale, che peseranno sulle tasche dei contribuenti molto di più di quanto abbiano fatto le misure di alleggerimento.

La pressione fiscale secondo i ricercatori di Torino, arriverà al suo massimo nel 2015.

Nello specifico, per compensare il minore gettito derivante dall’abolizione dell’Imu (2,3 miliardi di euro in meno) e dal rinvio dell’aumento dell’Iva (1 miliardo di euro), il Governo ha ridotto alcune agevolazioni contributive (250 milioni di euro), ha aumentato l’imposta di bollo (98 milioni) e l’acconto Irpef relativo al 2014, che dovrà quindi essere pagato nel 2013 (che vale oltre 175 milioni). 

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Ancor peggio nel 2014/2015, quando arriveranno l’aumento dal 4 al 10% dell’Iva sui giornali e sui prodotti dei distributori automatici (150 milioni di euro), l’aumento delle accise su alcol, tabacchi e lubrificanti (83 milioni in più) e il taglio alle detrazioni Irpef delle polizze assicurative sulla vita (458 milioni nel 2014 e 661 nel 2015), per un totale di oltre 2,2 miliardi di minori sgravi fiscali o di maggiori tasse.

Con i mutui della Cdp saranno acquistate 44mila case

  Il Decreto IMU arrivato a definizione solo pochi giorni fa ha introdotto, tra le altre cose, anche numerose novità per il settore edile e  quello immobiliare, pesantemente colpiti dai rovesci della crisi. Una delle misure previste dal decreto consiste infatti in una facilitazione e in una ripresa dell’accesso ai mutui, i finanziamenti ipotecari per l’acquisto di immobili di tipo residenziali.

Requisiti per l’accesso all’aliquota al 15% per la cedolare secca

 Il mercato immobiliare italiano ha avuto un crollo del 30% nell’ultimo periodo, soprattutto a causa dei canoni di locazione troppo alti derivanti da una forte tassazione sui redditi che ne derivano. Per far ripartire il settore, il Governo ha deciso di rendere la cedolare secca ancor più conveniente.

Cos’è la cedolare secca

La cedolare secca è un particolare regime fiscale per i contratti di locazione che in pratica sostituisce tutte le imposte che si applicano ai contratti di locazione (Irpef, addizionali sul reddito degli affitti, imposta di registro e imposta di bollo alla registrazione).

► Decreto Imu: cosa cambia per gli affitti

Aliquota al 15% per la cedolare secca

Con il Decreto Imu (decreto legge n. 102 del 2013) il Governo ha abbassato l’aliquota di applicazione della cedolare secca sui contratti di locazione immobiliare concordati dal 19 al 15% a decorrere già dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, in pratica, per l’intero anno 2013.

Grazie a questo effetto retroattivo dell’aliquota agevolata della cedolare secca, i contribuenti possono perciò beneficiare della riduzione anche per gli acconti delle imposte relative al 2013 e per i versamenti in corso.

► Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

I requisiti

Possono accedere all’aliquota agevolata al 15% sulla cedolare secca per contratti di locazione solo gli immobili accatastati come A1 a A11, solo in caso di contratto a canone concordato o ad equo canone, ossia i contratti di locazione il cui canone è fissato dalle associazioni territoriali degli inquilini e dai comuni.

Inoltre, l’accesso alla cedolare secca al 15% è sottoposta ad una ulteriore limitazione che riguarda la durata del contratto di locazione: si potrà accedere solo per contratti di tre anni rinnovabili per altri due.

Come accedere agli incentivi per l’occupazione femminile

 Con la Riforma Fornero sono stati previsti degli incentivi alle aziende che assumono donne disoccupate da almeno sei mesi, che consistono in uno sgravio contributivo del 50%.

L’accesso agli incentivi è sottoposto al possesso di determinati requisiti sia da parte dell’azienda che assume sia da chi è assunto, che sono stati definitivamente definiti dal Governo con la pubblicazione della nota 43956 del 26 giugno 2013, la quale specifica quali sono i settori interessati.

 Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

I settori interessati agli incentivi per l’occupazione femminile

Potranno accedere agli sgravi contributivi previsti dalla Riforma Fornero come incentivo all’occupazione femminile solo le aziende e le imprese il cui settore i attività sia caratterizzato da un tasso di disparità occupazionale tra uomo e donna superiore di almeno il 25% della media nazionale calcolata sui parametri forniti dall’Istat relativi all’anno 2011.

► Requisiti per le agevolazioni all’assunzione di donne disoccupate over 50

I requisiti per l’accesso agli incentivi all’occupazione femminile

Gli incentivi saranno concessi solo alle aziende e alle imprese che, oltre a rientrare nei settori sopra definiti, assumo donne:

1. di qualsiasi età, residenti in area svantaggiata e prive di occupazione regolarmente retribuita da almeno dei mesi;

2. di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi.

► I requisiti per l’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di giovani disoccupati

La durata degli incentivi

Ricordiamo, inoltre, che la durata degli sgravi contributivi per le aziende è definita in base al tipo di contratto di assunzione:

– 12 mesi per i contratti a termine e somministrazione;

  • – 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e

per i contratti a termine trasformati in rapporti a tempo indeterminato.

 

Come ridurre la multa in caso di polizza auto scaduta

 Al giorno d’oggi è davvero complicato mantenere economicamente un’automobile; tra le spese riguardanti la vettura, senza ombra di dubbio quella dell’assicurazione auto si configura come la spesa che maggiormente incide sul proprietario.

L’articolo 170-bis del Codice della Strada ha eliminato il tacito rinnovo delle polizze di assicurazione auto. L’assicurato, all’atto della stipula del contratto, deve essere cosciente del fatto che la polizza abbia solo durata annuale. Al termine dell’annualità l’assicurazione auto non verrà più rinnovata automaticamente. Ecco, dunque, come procedere passo dopo passo:

Rinnovo Rc auto

Vi sono soltanto quindici giorni di tolleranza per l’automobilista che possiede l’assicurazione auto scaduta. Al termine di questo periodo, se non si è stipulato un nuovo contratto di assicurazione Rc auto, l’auto non può viaggiare su strada

Multe per chi viaggia con la polizza auto scaduta (o per chi abbandona per strada auto prive di polizza)

Le sanzioni, ex articolo 193 del Codice della strada a cui si va incontro, viaggiando senza copertura assicurativa, sono il pagamento di una multa variabile tra 687,75 e 2.754,15 euro. Questa sanzione è pagata dall’automobilista anche nei 15 giorni di tolleranza, pertanto nel caso che l’assicurazione auto con polizza annuale sia scaduta.

Come ridurre la multa

Due sono le possibilità per farsi ridurre la multa quando si è andati incontro ad una sanzione ingente come quella suddetta:

La sanzione può essere abbassata del 30% se il rinnovo dell’assicurazione auto, che è scaduta, viene fatto entro cinque giorni.

La seconda possibilità che si ha è quella di demolire la vettura, sempre entro cinque giorni, per non dover pagare la sanzione.

La riduzione del 30% della multa è avvalorata da una nota della polizia municipale di Torino, che prevede che l’automobilista, che non rinnova la propria assicurazione auto scaduta, sarà soggetto al pagamento della multa.

Chiudono altri 3000 negozi tra luglio e agosto 2013

 Dopo la pausa estiva anche l’associazione dei commercianti torna a stilare le proprie statistiche in merito all’andamento del commercio in Italia. E i dati che descrivono la fotografia del Paese reale non sono affatto incoraggianti. Secondo l’Osservatorio della Confesercenti, infatti, tra il mese di luglio e il mese di agosto 2013 in Italia altri 3000 negozi hanno calato per sempre le saracinesche, facendo precipitare un’altra volta sotto il segno meno la bilancia delle imprese attive.

Le scorrettezze delle banche sui mutui

 Nel giro di dodici mesi sarà possibile stipulare i mutui per l’acquisto della casa nei 28 Paesi dell’Unione europea con le stesse regole. Il Parlamento di Strasburgo ha così deciso di disciplinare in via definitiva i mutui, per far si che gli interessi non diventino insostenibili. Maggiore tutela, dunque, contro le montagne russe dei mercati che gonfiano le rate mensili relativamente all’andamento dei tassi (Euribor in caso di mutuo a tasso variabile ed Eurirs per quello fisso) o al mancato rimborso del finanziamento.

Nello specifico, la disposizione europea prevede che gli istituti di credito forniscano per forza di cose un modulo standardizzato con la descrizione dei rischi, compreso il costo totale del mutuo (il nostro Isc, l’indicatore sintetico di costo che considera oltre al tasso applicato con cui si calcola la rata mensile anche le spese accessorie iniziali e le spese periodiche) e le possibili conseguenze finanziarie di lungo termine. Nel contempo i mutuatari avranno sette giorni di tempo tra la consegna del prospetto e la firma per “pensare bene” al loro impegno, come fosse una sorta di diritto di recesso. In fin dei conti stiamo parlando di un impegno che mediamente dura oltre 15 anni.

Regole stabilite per far sì che anche in caso di difficoltà nel pagamento dei bollettini, il sequestro della casa ipotecata si configuri come l’ultima strada da seguire. Le commissioni di mora dovranno, infatti, considerare i costi effettivi e la vendita dell’immobile dovrà essere perfezionata al miglior prezzo a copertura dell’eventuale debito residuo. Inoltre, dovrà essere contemplata una soluzione abitativa alternativa per chi perde la casa. Un riferimento evidente al drammatico bilancio emerso, ad esempio, solo nel 2012 con quasi 46mila famiglie italiane costrette a lasciare la propria abitazione perché non sono riuscite a pagare le rate.

La situazione in Italia

Nel nostro Paese, la maggior parte delle disposizioni previste in teoria non dovrebbero portare grosse modifiche perché, in una forma o nell’altra, sono già in uso. È il caso dell’abolizione della penale per l’estinzione anticipata abolita già dal 2007. Peccato, tuttavia, che nella pratica il quadro che concerne il mondo dei mutui sia sconfortante. Infatti, non solo gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti del credito non erogando più prestiti, ma soprattutto continuano a commettere scorrettezze a danno dei clienti.

Nel dettaglio, otto banche su dieci, nonostante non sia previsto per legge, impongono di aprire un conto corrente presso la propria filiale, il 24% delle agenzie costringe a sottoscrivere una polizza vita (che non è obbligatoria) e il 17% obbliga addirittura ad acquistare una polizza incendio di cui sono allo stesso tempo venditrici e beneficiarie. Il giro di vite (e di affari) è molto alto. Pensare che secondo l’Isvap nel solo 2010 le banche hanno raccolto 2,4 miliardi di euro, mentre i mutuatari hanno sborsato fino all’80% rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato.

Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea

 Ottenere un mutuo è molto difficile e, inoltre, non sempre chi lo richiede è al corrente di quali sono i rischi ai quali può andare incontro. Uno dei maggiori problemi della banche italiane, infatti, è proprio quello della comunicazione con i loro clienti, spesso poco chiara e trasparente.

► Nuove regole per gli indici finanziari e per i mutui dal Parlamento Europeo

Per questo motivo e al fine di tutelare i consumatori, l’Unione Europea ha introdotto delle nuove regole che dovranno essere recepite da tutti i paesi membri che impongono agli istituti di credito di maggiore trasparenza e concorrenza. Un passo obbligato dell’Unione al fine di calmierare un mercato che vale il 52% del suo Pil.

 Come chiedere la sospensione del mutuo per l’acquisto della prima casa

Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea

Cercando di tutelare entrambi le parti, tanto i consumatori quanto le banche, Bruxelles ha deciso che:

– a chi richiede un mutuo le banche dovranno fornire un modello standard che indichi in maniera chiara i rischi, i costi e conseguenze finanziarie a lungo termine del contratto di mutuo;

– le offerte di mutuo dovranno essere studiate in base alle condizioni economiche del richiedente;

– i clienti hanno 7 giorni di tempo per decidere e, dopo la firma del contratto, altri 7 per recedere;

– il rimborso anticipato del mutuo non deve essere sottoposto a penali;

– in caso di pignoramento dovrà essere fornita una soluzione abitativa per chi perde l’immobile, questo, poi, dovrà essere venduto in base al principio del miglior prezzo.

Per l’Italia, quindi, la situazione rimane pressoché invariata, anche se queste nuove regole si pongono come un ulteriore passo avanti verso l’unione bancaria.

L’Unione Europea interviene per disciplinare i mutui

 L’Unione europea vuole evitare una nuova crisi dei mutui immobiliari. L’obiettivo del Parlamento Europeo è quello di mitigare i rischi finanziari. Nello specifico, prima di concedere un mutuo da ora in avanti bisognerà fare attenzione a fornire informazioni adeguate per ciò che riguarda i rischi dell’operazione. Il pericolo, in sostanza, è che gli interessi del mutuo diventino insostenibili. Così a Bruxelles hanno approvato nuove regole in relazione ai finanziamenti ipotecari.

A prescindere dal fatto che si tratti dell’acquisto della prima casa o di ulteriori appartamenti, o ancora della surroga del mutuo, sarà opportuno comunque scattare adeguate tutele nel momento in cui i tassi di mercato, che da sempre sono interessati a fluttuazioni, dovessero nel tempo crescere in maniera elevata. In ottemperanza alle nuove norme, che in questo momento sono sotto la lente di ingrandimento del Parlamento europeo, il sequestro della casa nei casi di insolvenza ipotecaria dovrà rappresentare solo l’ultima delle soluzioni praticabili.

Nel complesso, la direttiva approvata dal Parlamento Ue punta a tutelare i cittadini che stipulano un mutuo, ma punta anche a salvaguardare un mercato quale è quello dei finanziamenti per la casa che, in tutto il Vecchio Continente, si attesta in controvalore al 52% del prodotto interno lordo europeo. Crisi del mercato dei mutui, a seguito di nuovi rischi subprime, potrebbero innescare in tutto il continente paralleli problemi sistemici.

I consumatori, in virtù delle nuove regole, potranno acquisire maggiore consapevolezza sui rischi legati alla stipula di un mutuo, con particolare riferimento a quelli che sono i pericoli a lungo termine. Inoltre, le banche dovranno concedere al cliente come minimo sette giorni di tempo tra la consegna del preventivo e la firma del contratto.

Il debito pubblico italiano è aumentato di 84 miliardi nel 2013

 Mentre in Europa si respira già l’aria più lieve della ripresa economica, l’Italia sembra ancora poco interessata da questo processo di timida crescita internazionale, dal momento che i dati che vengono desunti dalla situazione del Paese reale sembrano portare in tutt’altra direzione. E proprio sulla base di questo motivo l’attenzione degli osservatori internazionali dell’Eurozona è concentrata sulla situazione del debito pubblico italiano, che ogni giorno diventa sempre più ingente.