Cosa sono e come funzionano i bond taglia bolletta

 Il Decreto del Fare Bis contiene un’importante novità per gli italiani alle prese con le bollette della luce e del gas. Il governo ha infatti studiato un nuovo tipo di obbligazione, i bond taglia bolletta, che permetteranno di dare un taglio alle spese che ogni mese le famiglie e le piccole e medie imprese italiane.

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Cosa sono i bond taglia bolletta?

In pratica lo Stato emetterà una serie di obbligazioni, per un valore totale che potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro, ad un interesse annuo del 4%. Le entrate che arriveranno nelle casse dello Stato serviranno per abbattere l’importo della componente A3 delle bollette energetiche (gas e luce), ossia il contributo che le famiglie e le imprese versano a sostegno delle energie rinnovabili.

Come funzionano i bond Taglia bolletta?

Ogni anno le famiglie italiane sostengono un costo aggiuntivo nelle bollette pari a 84 euro per la componente A3, per un totale di 11 miliardi di euro, 6,5 dei quali arrivano a destinazione. Grazie all’emissione di questi bond il costo per le energie rinnovabili, che nel 2015 dovrebbe arrivare al suo picco, non saranno più totalmente sostenuti dalle famiglie, ma spalmato nel tempo e finanziato con le entrate relative ai bond taglia bolletta.

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Quindi, quanto si risparmierà con i bond taglia bolletta?

Secondo le previsioni delle principali associazioni di consumatori, per le piccole e medie imprese italiane i risparmio sul conto dell’energia potrebbe arrivare anche al 60/70% di quanto attualmente viene pagato, con la positivissima conseguenza di minor costi di produzione e l’abbassamento dei prezzi al consumo.

Per le famiglie i risparmio sarà molto minore, non più del 7/8%.

La Borsa di Londra non garantirà più per le banche italiane

 Nel mese di agosto, anche se in maniera molto silenziosa, nel mondo internazionale del credito è avvenuto un vero e proprio terremoto. A Londra, infatti, nella City, dove opera la cosiddetta “controparte centrale“, ovvero il grande intermediario che si pone fra chi offre e chi richiede titoli di Stato – o denaro – e garantisce che nessuna delle parti perda soldi se l’altra fallisce, è stato stilato un documento che afferma che tutti gli operatori del credito internazionale non avranno più la copertura della controparte centrale in caso di default delle banche italiane.

A settembre 2014 al via l’unione bancaria

 Con la definizione dell’accordo tra il Parlamento Europeo e la BCE nella seduta plenaria del Parlamento Europeo di qualche giorno fa, si è dato il via all’Unione bancaria europea: a partire da settembre 2014, 150 istituti bancari europei passeranno sotto il controllo della BCE.

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Voto quasi unanime al Parlamento Europeo per le due relazioni che istituiscono le direttive per la supervisione unica: 559 sì, 62 no, 18 astenuti per il regolamento che attribuisce alla Bce i compiti di supervisione unica stilato dalla cristiano-democratica belga Marianne Thyssen, e 556 sì, 54 no e 28 astenuti per la relazione dell’ambientalista tedesco Sven Giegold sul regolamento che adatta le competenze dell’Eba (Autorità Bancaria Europea).

A partire da settembre 2014 le 150 banche sistemiche presenti nei paesi dell’Unione Europea, ossia quegli istituti che hanno attivi superiori a 30 miliardi di euro o che costituiscono più del 20% del Pil ed il loro valore sia superiore ai 5 miliardi di euro, passeranno sotto il controllo diretto della BCE, mentre per tutte le altre la supervisione sarà effettuata per conto della Banca Centrale Europea dalle autorità nazionali.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti

Se la BCE controlla le banche, chi controlla la BCE?

La supervisione bancaria della BCE sarà effettuata attraverso un Supervisory Board: il Parlamento parteciperà al processo di selezione e nomina del suo presidente e avrà accesso, con salvaguardia di riservatezza, ai verbali delle riunioni e sono stati già previsti incontri regolari e audizioni in Parlamento.

Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente della BCE Mario Draghi che ha comunque tenuto a sottolineare che questo primo pacchetto di norme è solo il primo passo verso la completa realizzazione dell’Unione bancaria in Europa.

Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

 Come abbiamo visto nel precedente articolo sull’indagine effettuata dall’Antitrust sul costo dei conti correnti, dal 2007 al 2011 si è registrata una lieve flessione, ma che riguarda solo alcune categorie di correntisti, in particolare i giovani e le famiglie e i pensioni con un tasso basso di operatività.

Per il resto delle tipologie di correntisti, rispetto al 2007 le variazioni registrate sono inferiori all’1%.

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Chi paga di più per il conto corrente

Se per alcune tipologie di correntisti il costo del conto è leggermente più basso, per le restanti tipologie di correntisti, soprattutto per quel 70% della popolazione che ha un conto corrente presso una banca di grandi dimensioni, il costo annuo di tenuta e di gestione del conto è aumentato.

Quindi, quanto costano i conto corrente in Italia?

Secondo l’elaborazione effettuata dall’Antitrust, un conto corrente in Italia ha un costo di gestione e di tenuta che va dai 53 ai 111 euro all’anno, in base al profilo del cliente e alla operatività del suo conto.

On line conviene a tutti

L’Antitrust ha rilevato che i conti on line sono comunque più convenienti di quelli della banche tradizionali. Aprendo un conto corrente on line, infatti, si risparmia in media il 30%, con picchi di risparmio fino al 40% per i giovani, e le famiglie e i pensionati con operatività bancaria maggiore.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

La scarsa propensione degli italiani a lasciare la propria banca

Ultimo dato da rilevare dell’indagine che l’Antitrust ha effettuato sui conti corrente in Italia, è il tasso di mobilità dei correntisti, ossia la percentuale che indica i conti correnti accesi ed estinti sul totale, risulta compreso tra il 10% e il 12%, il che comporta un elevato grado di dispersione dei prezzi.

Per i conti allo sportello, infatti, la differenza tra il prezzo massimo e minimo è mediamente di 100 euro, con picchi di 150 euro/180 euro.

 

Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

 I conti correnti offerti dalla banche italiane, rispetto ai loro omologhi di altri paesi, sono molto alti. Nonostante alcuni miglioramenti nel corso degli ultimi anni, c’è ancora spazio per aumentare le possibilità di risparmio per i correntisti, anche fino a 180 euro all’anno.

I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust  sprona le banche a ridurre i prezzi

L’indagine dell’Antitrust sul costo dei conto corrente in Italia

Per arrivare a questa conclusione l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha passato al setaccio l’offerta di conti correnti – l’indagine è stata avviata nel 2011 per verificare l’andamento dei costi dei conti correnti rispetto all’ultima indagine effettuata, risalente al 2007 – e ha evidenziato che i prezzi dei conti correnti sono diminuiti, ma solo per alcune tipologie e per determinati periodi di tempo.

L’analisi è stata condotta dall’Antitrust su un campione di 52 banche e oltre 14.500 sportelli, con una rappresentatività pari al 44% in termini di sportelli. Sono stati presi in considerazione i costi di sei diversi profili di correntista attraverso l’indice sintetico di costo.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

I prezzi dei conto corrente sono calati, ma non per tutti

L’Antitrust nella sua indagine sul costo dei conto corrente in Italia ha rilevato che rispetto al 2007, anno della precedente indagine su questo strumento finanziario, i prezzi mediani dei conti correnti si sono abbassati solo per i giovani, che possono avvantaggiarsi di una riduzione del costo della gestione del conto pari al 19%.

Per il resto la situazione è rimasta pressoché immutata: si sono rilevati alcuni miglioramenti per le famiglie e i pensionati, ma solo per i conti sui quali vengono effettuati poche operazioni.

I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust sprona le banche a ridurre i prezzi

 Nonostante negli ultimi anni il costo dei conti correnti sia sceso, secondo l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, fa notare come sia possibile far scendere ancora questo costo, fino ad arrivare ad un risparmio ulteriore per i consumatori che può arrivare anche fino a 180 euro.

Quello che manca ancora nel nostro paese è la libera concorrenza nel settore bancario, e questo è il motivo principale per il quale i prezzi dei conto corrente in Italia sono ancora così alti.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

Negli ultimi tempi sono stati fatti dei progressi, che l’Antitrust ha identificato in una modificazione della struttura del mercato e delle dinamiche della concorrenza, nata in seguito all’entrata in vigore della normativa secondaria in materia di trasparenza ed informativa sui servizi bancari, ma si può ancora fare di più.

L’Antitrust ha messo in evidenza, infatti, la possibilità di risparmiare sui costi del conto corrente passando da una banca all’altra, ma, a causa di una cronica mancanza di informazioni e di trasparenza da parte delle banche, e anche a causa di una ancora troppo pesante prassi burocratica che rallenta le procedure di chiusura e di rinegoziazione dei conti correnti, questa possibilità non può ancora essere sfruttata a pieno dai consumatori.

Come dimostra l’indagine che l’Antitrust sta effettuando sugli istituti di credito italiani fin dal 2011, ci sono stati alcuni margini di miglioramento, ma per quanto i tempi di passaggio da un conto ad un altro si siano ridotti, basta avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

L’Antitrust ha per questo proposto di rendere obbligatoria la chiusura del conto entro 15 giorni, in linea con quanto previsto dalla proposta di direttiva comunitaria attualmente in discussione.

Assunzioni Bricocenter

 Sono numerose le offerte di lavoro previste per coloro i quali desiderano trovare un impiego nel settore del bricolage e della vendita di articoli per il fai da te. Uno dei gruppi più attivi in Italia in questo frangente è il Gruppo Adeo, che vanta due marchi di tutto rispetto: Leroy Merlin (che ha ufficialmente aperto le selezioni per diverse figure) e Bricocenter. Entrambi i gruppi sono alla ricerca di personale da dislocare in numerose sedi italiane.

Con ben sessantasei punti vendita a gestione diretta e trentacinque negozi in franchising, Bricocenter è la più grande catena di bricolage in Italia, nonché una delle più apprezzate grazie all’offerta di oltre 40.000 articoli disponibili per realizzare progetti e idee fai da te. Bricocenter ha indetto nuove offerte di lavoro e stage destinate a laureati e diplomati, sia per gli store presenti in tutta Italia che per la sede di Rozzano, in provincia di Milano. Ecco le selezioni di personale attive in questo periodo:

ALLIEVI CAPI SETTORE, CAPI SETTORE E DIRETTORI DI NEGOZIO
Bricocenter ha avviato un recruiting per selezionare varie figure da inserire nei punti vendita del marchio. Si ricercano laureati e diplomati, con esperienza anche breve di lavoro/stage in ruoli commerciali o di relazione.

TIROCINANTE IN PSICOLOGIA, Rozzano (MI)
Si ricercano laureati da inserire nell’area Risorse Umane per uno stage in ambito Psicologia Sociale, finalizzato all’acquisizione di competenze relative a procedure e tecniche di selezione del personale e della formazione aziendale.

Come candidarsi:
Se desiderate lavorare in Bricocenter potete visitare la sezione dedicata alle Offerte del gruppo “lavora con noi” che viene costantemente aggiornata con le ricerche e selezioni in corso.

Assunzioni Leroy Merlin

 Sorgono diverse nuove opportunità di impiego presso Leroy Merlin, celebre marchio della Grande Distribuzione che ha organizzato nuove selezioni per numerose figure nell’ottica di assunzioni nei negozi in Italia.

Tutti gli appassionati del fai da te con esperienza nel settore o nella grande distribuzione organizzata, nonché i giovani senza esperienza che desiderano lavorare in questo comparto, possono valutare con interesse le nuove offerte di impiego in Leroy Merlin disponibili in questo momento. Il brande, che assieme a Bricocenter fa parte del Gruppo Adeo, è specializzato nella vendita di articoli per il bricolag e cerca personale per vari punti vendita in Italia o in sede.

Offerte di impiego attive in questo periodo

ALLIEVI CAPO SETTORE
Sede di lavoro: tutta Italia
La ricerca è rivolta a laureati, disponibili alla mobilità sul territorio nazionale, da inserire in un percorso formativo della durata di circa 15 mesi per ricoprire in seguito ruoli manageriali.

ADDETTI VENDITA
Sedi di lavoro: Campi Bisenzio (FI), Casalecchio (BO), Piacenza, Assago (MI), Pantigliate (MI), Milano, Rozzano (MI), Caponago (MI), Moncalieri (TO), San Giovanni Lupatoto (VR)
Si richiede diploma o cultura equivalente, pregressa esperienza, anche breve, in ambito commerciale o a contatto con il pubblico, e disponibilità al lavoro su turni e domenicale. Per le sedi di Pantigliate, Moncalieri, San Giovanni Lupatoto e Caponago si ricercano anche studenti universitari come Commessi part time nei weekend.

HOSTESS/STEWARD RELAZIONE CLIENTE
Sedi di lavoro: Piacenza, Pantigliate (MI), Collegno (TO), Caponago (MI), San Giovanni Lupatoto (VR)
Le risorse selezionate si occuperanno di accogliere i clienti, rispondendo alle loro richieste e orientandoli negli acquisti, e delle operazioni di incasso e registrazione acquisti. Si selezionano anche studenti universitari per incarichi part time nei weekend a Pantignate, Collegno e Caponago.

CAPI SETTORE
Sedi di lavoro: Giugliano (NA), Vicenza, Moncalieri (TO), Udine, tutta Italia
I candidati ideali possiedono esperienza in ambiti commerciali o gestionali, anche in contesti diversi dall’ambito GDO e Retail, e spiccate doti di leadership. Inserimenti a tempo indeterminato.

ADDETTO SERVIZIO POSA
Sede di lavoro: Assago (MI)
Offerta rivolta a candidati con diploma o cultura equivalente, disponibili al lavoro su turni e domenicale.

CATEGORY MANAGER ILLUMINAZIONE
Sede di lavoro: Milanofiori – Assago (MI)
Si ricercano candidati con almeno 5 anni di esperienza in ruoli analoghi, maturata in realtà del settore illuminazione e/o decorazione della casa.

Come candidarsi all’offerta:
Coloro i quali sono interessati alle offerte di lavoro in Leroy Merlin possono candidarsi visitando la pagina dedicata alle posizioni aperte (lavora con noi) del gruppo, e registrare il curriculum vitae in risposta agli annunci.

Assunzioni Banca Ifis

Banca Ifis ha in serbo nuove offerte di lavoro e cerca personale nelle seguenti regioni: Veneto, Marche, Toscana, Puglia e Lombardia. Da sempre, l’istituto bancario è alla ricerca di talenti da inserire in organico e raccoglie le candidature sia di giovani senza esperienza da inserire in percorsi di formazione e lavoro, sia di figure senior e professionisti.

Banca Ifis ha dunque aperto numerose selezioni di personale da inserire nelle aree clienti, commerciale, crediti e internazionale presso le sedi di Verona, Vicenza, Venezia, Firenze, Ancona, Bari e Cologno Monzese. Coloro i quali sono interessati alle assunzioni in Banca Ifis possono valutare le nuove offerte di lavoro attive in questo periodo.

JUNIOR CREDIT MANAGER
Sedi di lavoro: Verona, Vicenza
La ricerca è rivolta a laureati in materie economiche o diplomati in Ragioneria, con buona conoscenza del Pacchetto Office e della lingua inglese, ed esperienza almeno biennale in ambito affine.

STAGE JR CREDIT MANAGER
Sede di lavoro: Ancona
I candidati ideali sono laureati in materie economiche, con buona conoscenza del Pacchetto Office. Si offre tirocinio di 3 – 6 mesi con rimborso spese e buoni pasto.

SALES MANAGER
Sedi di lavoro: Firenze, Vicenza, Bari, Verona
Si richiede formazione in ambito economico, esperienza almeno biennale in mansioni analoghe, buona conoscenza della lingua inglese.

JUNIOR ASSET MANAGER
Sede di lavoro: Firenze
Offerta rivolta a laureati in materie giuridiche, con esperienza di 1/2 anni nel ruolo.

IMPIEGATO ADDETTO SERVIZIO CONTENZIOSO
Sede di lavoro: Venezia
Tra i requisiti biennio di pratica legale, esperienza nel recupero crediti e buona conoscenza della lignua inglese.

INTERNATIONAL RELATIONSHIP MANAGER
Sede di lavoro: Cologno Monzese (MI)
Si ricercano candidati con formazione in ambito economico, in possesso di un’ottima conoscenza della lingua inglese e, preferibilmente, di una seconda lingua straniera, disponibili a trasferte e/o trasferimenti all’estero.

Come candidarsi all’offerta
Tutti coloro i quali sono interessati alle nuove offerte di lavoro Banca Ifis possono candidarsi visitando la pagina dedicata alle carriere del gruppo (lavora con noi), dalla quale è possibile prendere visione dettagliata di tutte le ricerche di personale in corso, rispondendo agli annunci attraverso l’apposito form online, o inviare una candidatura spontanea in vista di prossime selezioni.

Twitter annuncia con un tweet il suo sbarco in borsa

 Twitter, il social network di micro blogging, sta preparando il suo sbarco in borsa. L’inizio delle pratiche legali che porteranno il social network ad essere quotato è stata annunciata poche ore fa, ovviamente con un tweet:

We’ve confidentially submitted an S-1 to the SEC for a planned IPO. This Tweet does not constitute an offer of any securities for sale.

► Twitter vale 9 miliardi di dollari

Quindi, stando a quanto detto da Twitter, ancora si tratta di una pratica confidenziale, dei cui particolari, al momento, sono a conoscenza solo i funzionari della Securities and Exchange Commission (Sec), l’authority di controllo di Borsa, e le varie banche che sono state scelte come consulenti per la pianificazione dell’Ipo di Twitter, tra le quali spicca ovviamente il nome della Goldman Sachs.

Dal social network di micro bloggingin specificano infatti che:

Questo tweet non costituisce una sollecitazione d’investimento né un prospetto di offerta di titoli.

L’annuncio era atteso da tempo, soprattutto dopo che Facebook è stato quotato in borsa. I due, infatti, si contendono il podio di social network più amato dagli internauti e non sarebbe potuto essere altrimenti visto che Zuckemberg ha già fatto questo passo.

► La delusione di Zuck per la borsa

Quindi, ora gli analisti sono in attesa di ulteriori informazioni circa il quando il social network sbarcherà sul mercato e, soprattutto, a quanto. Twitter era stata già valutato circa 10 miliardi di dollari qualche tempo fa in occasione di una transazione “privata” con il gigante del private equity BlackRock per la cessione di un pacchetto di azioni.

Oggi il suo valore però potrebbe essere diverso: secondo numerosi analisti, sulla base degli scambi sul mercato secondario e sul valore delle azioni di riferimento (quelle di Facebook) Twitter potrebbe avere un valore compreso tra i 14 e i 16 miliardi di dollari.