Che cos’è il modello 730 – Situazioni particolari per chi ha perso il lavoro

 Che cos’è il modello 730 – Situazioni particolari per chi ha perso il lavoro

All’ interno della versione definitiva del Decreto del Fare è  stato inserito un emendamento voluto dal PD che consente anche a chi ha perso il lavoro e non ha più un sostituto di imposta di presentare la propria dichiarazione dei redditi

Che cosa è il servizio di tutoraggio dell’Agenzia delle Entrate

 Un post pubblicato in precedenza ci ha dato la possibilità di parlare di una forma di agevolazione – il credito di imposta per l’ acquisto di apparecchiature informatiche – che l’ Agenzia delle Entrate concede a coloro che intraprendono una nuova attività imprenditoriale o di lavoro autonomo e scelgono contemporaneamente di avvalersi del servizio di tutoraggio offerto sempre dalla Agenzia stessa.

Come scegliere il mutuo su misura

In termini di finanziamento dell’acquisto di una casa si è passati dai 56 miliardi del 2010 ai 24 miliardi di erogato nel 2012. Offerta in diminuzione e domanda ferma: gli italiani, a causa della crisi, hanno congelato i desideri di un’abitazione tutta propria. Ora, però, qualcosa si muove. La domanda sale a +4% (stando ai dati Crif) di agosto che consolida il +2% di luglio. Per quanto riguarda il versante dell’offerta, il Governo Letta sta per integrare con 4,5 miliardi di euro il sistema per agevolare chi ha intenzione di fare un mutuo: Cassa depositi e prestiti (Cdp) metterà a disposizione delle banche 2 miliardi di euro per emettere finanziamenti agevolati.

Lo schema è quello dei prestiti di Cdp alle piccole medie imprese: una formula che ha avuto successo e che si tenta di replicare con i mutui. Inoltre 200 milioni saranno destinati a nuovi fondi o a fondi già esistenti come quello per le giovani coppie a cui potranno attingere anche i lavoratori atipici (il regolamento sarà pronto entro il mese e il reddito Isee per accedere alle agevolazioni dovrebbe salire da 35mila a 40mila euro).

Domande allo sportello
I clienti devono lottare con due avversari che si pongono come ostacoli all’«informazione chiara e corretta» sui mutui: l’inglese e le sigle. Ecco qualche suggerimento sulle domande da porre. Uno dei termini di difficile comprensione è il loan to value: «È il rapporto fra mutuo richiesto e valore dell’immobile – spiega Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it –. Attualmente viene finanziato in media il 60% dell’acquisto ma, cercando, si trovano banche che arrivano fino all’80%». L’offerta dipende però dal profilo di rischio del cliente.

C’è inoltre il Taeg, il costo “tutto compreso” del mutuo che è molto più importante del semplice tasso di interesse: dentro infatti vi sono le spese dell’operazione e le modalità di rimborso. «Per un mutuo a tasso variabile, un Taeg poco sopra il 3% è molto interessante. Per il fisso viaggiamo intorno al 5,4%», sottolinea Anedda. Per trovare tali percentuali bisogna però cercare e soprattutto chiedere.

Le assicurazioni garantiscono che i prezzi delle polizze sono in calo

Il caro-polizze è uno dei problemi che più tengono banco. Se ne parla molto anche in ragione del fatto che i dati sugli aumenti di prezzo delle polizze rc auto sono tendenzialmente discordanti in virtù di chi li raccoglie, elabora e diffonde: se a diffonderli è l’Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) i numeri indicano cali o aumenti moderati, se invece sono comunicati dalle associazioni dei consumatori sono sempre in elevata crescita. C’è però da dire che spesso l’Ivass (ex Isvap) dà più retta ai dati propinati dall’associazione dei consumatori, che proprio in questi giorni ha pubblicato i risultati del monitoraggio del mese di luglio.

Ebbene, per quel che concerne i costi delle assicurazioni auto, l’Ania dichiara che a luglio i prezzi di listino delle polizze rc sono diminuiti dello 0,36% in confronto al mese di giugno e dello 0,90% rispetto allo stesso mese del 2012. Non solo: secondo l’Associazione delle assicurazioni da novembre dello scorso i prezzi di listino delle polizze auto sono in un trend al ribasso che ha condotto, appunto per il periodo novembre 2012-luglio 2013, a ribassi dell’1,4%.

Ma non è finita, visto che quelli su citati sono appunto i prezzi di listino e non quelli effettivamente versati per il premio di assicurazione dagli automobilisti, che l’Ania afferma essere calati da maggio a luglio di ben il 6% grazie alle politiche di sconti e promozioni messe in atto dalle compagnie assicurative.

E i consumatori? Qual è la loro esperienza reale? Pagano veramente di meno per la loro polizza auto oppure attendono con ansia gli interventi del governo?

Crescono assicurazioni a vita e fondi pensione

 Il mercato delle polizze vita e il mercato dei fondi pensionistici per la previdenza complementare stanno facendo registrare un andamento tutto sommato molto positivo.

Per la prima volta, nel contempo, i piani individuali pensionistici hanno superato i fondi pensione aperti.

Sono, dunque, in crescita sia le assicurazioni vita che i fondi pensione L’Ania e la Covip hanno reso ufficiali i dati inerenti al primo semestre del 2013 che riguarda l’andamento del mercato delle polizze vita e dei fondi pensionistici per la previdenza complementare.

Dai dati si evince una sostanziale stabilità per la previdenza complementare, mentre per le polizze vita è possibile parlare di ripresa.

Per quanto concerne le assicurazioni vita fanno registrare un aumento addirittura del 30,2% in confronto allo stesso periodo del 2012, confermando dunque i segnali di ripresa in questo settore dopo il quasi -9% del 2012 e il -25% del 2011 per un monte di nuove sottoscrizioni uguale a 38,8 miliardi di euro.

Passando ai fondi pensione, siamo in una fase di stallo al limite di una modestissima crescita in quanto in confronto al 2012 il numero degli aderenti è cresciuto di solo il 3,7%, elevando il totale intorno ai sei milioni di euro.

Ben l’85% dispone di un piano individuale previdenziale; numeri invece negativi per i fondi pensione aziendali, che perdono lo 0,5% degli iscritti, mentre per i fondi pensione aperti si registra un discreto +5%.

Il totale dei fondi pensione supera i 100 miliardi di euro di patrimonio per una crescita del 3,5%.

A farla da padrone i fondi pensione negoziali con 32 miliardi, poi i piani individuali pensionistici che per la prima volta sorpassano i fondi pensione aperti.

Per il FMI è necessario ridurre le regolamentazioni dell’UE

 Negli ultimi tempi il dibattito europeo si è concentrato in maniera particolare sulla questione dell’ austerità, politica che negli anni più severi di crisi  e di recessione ha caratterizzato l’ orientamento della maggior parte degli Stati Europei. Ma proprio in questi ultimi tempi, da quando l’ economia europea ha cominciato a dare dei segnali di ripresa, come nell’ ultimo trimestre, in cui il PIL ha fatto segnare una ripresa dello 0,3%, anche i vertici dei maggiori Stati europei sembrano disponibili a chiudere il capitolo dell’ austerità ed aprire nuove pagine. 

Pensioni dipendenti pubblici: le ultime novità di settembre 2013

 Il decreto 101/2013 del Governo, che affronta il tema della razionalizzazione della spesa delle pubbliche amministrazioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 agosto 2013 e quindi già in vigore, prevede delle importanti novità per i dipendenti del pubblico impiego.

► Trovate le coperture per altri 6.500 esodati: chi e come può fare richiesta

Prima tra tutte, la possibilità di andare in pensione per tutti quei dipendenti pubblici che avevano maturato i requisiti pensionistici – sia anagrafici che contributivi – previsti prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero.

Per loro, pensione sempre più vicina: le pubbliche amministrazione sono sottoposte dal decreto 101 ad una vigorosa cura dimagrante e hanno l’obbligo di alleggerire il carico di personale effettivo: in base alle diverse tipologie di amministrazioni, i dipendenti devono essere tagliati del 10 o del 20%.

I primi a ‘beneficiare’ dell’obbligato taglio del personale sono proprio coloro che già da tempo potevano andare in pensione, ossia coloro che hanno già raggiunto la quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni di età e 35 di contributi), indipendentemente dalla loro volontà.

► Pensioni Quota 96: cosa sono e le implicazioni di una nuova riforma

Questo introduce anche un’altra novità per gli impiegati delle Pubbliche Amministrazioni, che con il Decreto 101 non potranno più chiedere il prolungamento del servizio fino ai 70 anni.

Il decreto 101, inoltre, conferma l’obbligo per tutte le amministrazioni di collocare a riposo i dipendenti al compimento dei 65 anni che a fine 2011 avevano raggiunto la massima anzianità contributiva (40 anni), quota 96 o comunque gli altri requisiti previsti per la pensione nel singolo comparto.