Come migliorare il rapporto tra banche e PMI

 Se le banche concedono un prestito è perché hanno la certezza, grazie alle garanzie pretese, che quel credito sarà rimborsato. Il guadagno dell’Istituto è dato dagli interessi che si pagano sulla somma concessa in prestito.

 Novità sul Fondo di garanzia per le PMI nel Decreto del Fare

Un gioco molto facile che faceva stare tutti più o meno bene fino a che le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole, non hanno iniziato ad affondare sotto i colpi della crisi, che ne ha tagliato le capacità produttive e la crescita, tanto da renderle un soggetto da evitare per le banche, che non vedono nessun guadagno possibile rispetto al rischio elevato di insoluto di un mutuo alle PMI.

Ma senza credito le PMI sono destinate alla morte, per questo è necessario cercare di risanare gli strappi tra i principali interlocutori economici italiani: una rinnovata collaborazione porterebbe enormi benefici da entrambi i lati. Vediamo quali sono i punti cardine di questo rapporto così come sono stati individuati da Fabio Bolognini (A.D. di Linker), esperto di finanza intervenuto all’ultimo convegno ABI sul rapporto Banche e PMI.

Oltre il bilancio

Le banche devono uscire dal circolo vizioso garanzia-prestito. Un sistema più morbido ed elastico che comprenda il rinnovo dei fidi e programmi di ristrutturazione, potrebbe essere la soluzione migliore per evitare le crisi di liquidità aziendali.

Premi per i più virtuosi

L’esperto parla di un sistema premiante per le banche che si sono mostrate più attive nel prevedere le crisi di impresa dei suoi clienti e nell’aiutarli.

► Prorogati i finanziamenti dell’ABI per le PMI

Maggiore collaborazione tra banche e imprese

Banche e imprese devono dialogare e condividere business plan, piano dei costi, gestione del magazzino e dei clienti e tutti gli elemneti necessari alla riuscita dell’impresa.

Mutui per possessori di Partita Iva – I migliori a tasso misto del 2013

 Chi possiede una Partita Iva, e quindi si configura come un libero professionista, dalle banche viene assimilato nella grande categoria dei lavoratori atipici, ossia quei lavoratori che non hanno uno stipendio fisso o un contratto a tempo indeterminato che possa essere usato come garanzia di fronte all’istituto bancario.

► Costi di gestione della Partita Iva

I liberi professionisti sono talmente scoraggiati da questa situazione che hanno rinunciato addirittura a chiedere prestiti e mutui, ma non tutte le porte sono chiuse, perché ci sono delle banche che hanno creato degli strumenti di credito appositamente studiati sulle esigenze di chi possiede una Partita Iva.

Un primo consiglio da seguire per ottenere credito per i liberi professionisti, è di orientarsi verso mutui a tasso fisso e variabile, che permettono di aderire meglio all’andamento non lineare del loro reddito. Le ciance di ottenere un mutuo aumentano se si scelgono prodotti con opzione di rinegoziazione.

► Obblighi fiscali e costi: quando conviene aprire la Partita Iva?

I migliori mutui a tasso misto per le Partite Iva

Mutuo Arancio di IngDirect: tasso del 4.395% per i primi 5 anni, con possibilità di passare al variabile o rimanere al fisso. Possibilità di rinegoziazione dopo 10 anni; la durata massima del mutuo è di 30 anni per un importo che copre non più dell’80% del valore dell’investimento.

Credito Emiliano (Credem) e Banca delle Marche: tasso misto del 5,72%, durata massima di 30 anni per l’80% dell’immobile.

UBI Banca: tasso al 4.055%, durata massima di 50 anni e copertura all’80%.

Finanziamenti per le start up – Le migliori offerte delle banche italiane

 Soprattutto durante la fase di avvio, le imprese hanno la necessità di un capitale da investire per far partire le attività. Ma non sempre questi fondi sono a disposizione di chi vuole fare impresa, specialmente quando a farlo sono i più giovani. Per questa categoria il Governo ha predisposto con il Decreto Lavoro delle interessanti agevolazioni, che potranno essere sfruttate d chi decide di aprire una start up.

Ma, anche con le agevolazioni, rimane sempre indispensabile provvedere a raccogliere i fondi per l’avvio delle attività che possono essere forniti anche dalle banche, attraverso i finanziamenti. In Italia ci sono diversi istituti di credito che hanno formulato dei finanziamenti ad hoc per le start up. Vediamo quali sono.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Finanziamenti start up – Le migliori offerte delle banche italiane

Banca Marche – YOUSTARTUP!

Riservato ai giovani sotto i 35 anni, donne e lavoratori. Due tipi di finanziamento (prestito chirografario per un massimo 35 mila euro e mutuo fondiario, per un massimo 60 mila euro) da restituire in 60 – 180 mesi per donne e giovani e 48 – 120 negli altri casi con tasso variabile in base al prodotto.

BNL BNP Paribas – CrediAzienda BNL StartUp

Tasso fisso per un massimo di 50 mila euro da restituire in 19 – 120 mesi.

Banca Sella – Aziende Start Up

Prodotto specifico per l’acquisto di beni materiali e immateriali, di durata media o lunga con condizioni molto elastiche sui tassi.

Intesa San Paolo – Finanziamento Investimenti Business

Permette anche finanziamenti per investimenti già fatti, da restituire in un massimo 10 anni con tasso fisso o variabile, per un massimo di 750 mila euro.

Che cos’è il premio di un’opzione

 Che cosa sia un’ opzione binaria è un concetto abbastanza noto in ambito finanziario. Le opzioni binarie sono le ultime nate all’ interno del grande panorama delle opzioni, di cui condividono, come è immaginabile le principali caratteristiche di base.

Ed è per questo motivo che ci dedicheremo alla scoperta di alcune di queste caratteristiche fondamentali.

In questo post vedremo infatti più da vicino che cosa si intende per premio di un’ opzione.

Arriva la Tobin Tax anche sulle transazioni ad alta frequenza

 Dopo la Francia, che ha fatto entrare in vigore la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie ad alta frequenza (HFT, High Frequency Trading) già nel 2012, anche per l’Italia entra in vigore la nuova imposizione. Una decisione mal vista dagli esperti del settore che paventano un sostanzioso calo dei volumi di scambio.

 Scadenza e aliquote della Tobin Tax

La Tobin Tax sulle transazioni ad alta frequenza si applica a tutte le transazioni finanziarie eseguite nell’arco di 0.5 secondi o più rapidamente in borsa e sui derivati, con un’aliquota dello 0,2% sul valore di ognuna. L’obiettivo, come anche per la prima parte della Tobin Tax, è quello di evitare le speculazioni finanziarie, ossia delle transazioni poco trasparenti che possono portare a delle distorsioni del mercato a discapito dei piccoli investitori.

Ma con questa mossa i diversi stati mirano anche ad un obiettivo più alto, ossia una tassazione pan-europea, ossia una tassa applicata allo stesso modo in tutti i mercati europei, in modo che anche il mondo della finanza contribuisca al Fisco. Al momento ad applicare la Tobin Tax anche sulle transazioni ad alta frequenza sono la Francia, l’Italia, la Germania, la Grecia e la Spagna, ma presto a questa lista potrebbero aggiungersi anche Belgio, Estonia, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia.

► Chi deve pagare la Tobin Tax?

Capire, adesso, quali saranno gli effetti a lungo termine di questa nuova imposizione non è semplice, ma stando ai dati già in possesso degli operatori gli scenari che si presentano sono a dir poco catastrofici: dopo l’introduzione, a marzo 2013, della Tobin Tax, il FTSE MIB, l’indice di riferimento per il mercato italiano, è sceso del 30% rispetto alla media di 90 giorni.

 

In Italia scompare il posto fisso e aumentano i precari

Il calo dei contratti di lavoro a tempo indeterminato

Gli ultimi dati Istat hanno presentato una nuova composizione del mercato del lavoro italiano. All’ interno del panorama italiano, infatti, sono sempre meno i lavoratori che sono inquadrati attraverso un contratto di lavoro indeterminato a tempo pieno, il cosiddetto standard.

Disoccupazione stabile a luglio 2013 ma sale quella giovanile

I dati Istat sulla disoccupazione italiana a luglio 2013

L’ Istituto nazionale di Statistica – ISTAT – ha recentemente pubblicato i dati relativi all’ andamento del tasso di disoccupazione italiano per il mese di luglio 2013. Nel settimo mese dell’ anno il numero degli italiani senza occupazione è rimasto stabile al 12%, ma sono aumentati, invece, i giovani senza lavoro, che hanno raggiunto quota 39,5%

In crescita l’indice Pmi per il settore manifatturiero europeo

La ripresa dell’ economia dell’ Europa riparte dal settore manifatturiero

Dall’ Europa arrivano segnali positivi in merito alla ripresa della produzione industriale. L’ indice Pmi europeo per il settore manifatturiero ha infatti fatto registrare un consistente incremento negli ultimi mesi. Segnale che la ripresa economica, almeno per quanto riguarda il settore dell’ industria, è più che reale.

In arrivo nuovi rincari per la benzina

La crisi della Siria e gli effetti negativi sull’ aumento dei prezzi dei carburanti in Italia

La crisi siriana continua a colpire ancora le lancette del caro carburanti. Nonostante, infatti, il prezzo del petrolio abbia cominciato a scendere sui mercati internazionali, a causa del generale allentamento temporaneo della tensione in merito alla possibilità di un attacco della Siria, il costo al litro della benzina verde, del gasolio e del gpl continua ad essere ritoccato a rialzo. 

Le spese di manutenzione a carico degli inquilini

La ripartizione delle spese tra inquilini e proprietari

In tutti i testi normativi dedicati al mondo delle locazioni e al diritto condominiale sono in genere sempre specificati abbastanza bene, magari attraverso delle tabelle di facile interpretazione, gli oneri che spettano agli inquilini, cioè ai conduttori dei contratti di locazione, e quelle che spettano ai proprietari