Gli inquilini e il pagamento delle spese condominiali

Le spese condominiali

Il capitolo delle spese relative all’ abitazione costituisce sempre un motivo di interesse e di attenzione per tutti gli inquilini. Una attenzione particolare richiedono, ad esempio, le spese condominiali, sulle quali la normativa vigente è molto chiara. 

Chi deve pagare le spese di bonifica dell’amianto

I rischi per la salute legati all’ amianto

Dopo anni e anni di permissivismo edilizio, l’ amianto è oggi un materiale che non è più usato per le costruzioni e per le ristrutturazioni edili, dal momento che è stato ampiamente dimostrato che l’ esposizione alle sue polveri può causare patologie anche mortali ai danni dell’ apparato respiratorio e non solo.

Aumenta l’IRPEF sulle polizze vita

Le conseguenze della cancellazione dell’ IMU sulle assicurazioni sulla vita

Il mondo delle assicurazioni riparte, dopo la pausa estiva, con un po’ di subbuglio. La cancellazione della prima rata dell’ IMU, infatti, approvata solo alcuni giorni dal Governo tramite Decreto, farà lievitare quella dell’ IRPEF sulle polizze vita. 

Come non pagare le tasse sugli immobili non abitabili – Documentazione necessaria

La categoria catastale degli immobili collabenti

In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo visto che a livello fiscale esistono due modi per non pagare più le tasse sugli immobili che un tempo erano in condizioni di abitabilità e quindi anche soggetti ad una rendita catastale, ma che, con il passare del tempo, in mancanza di lavori  di mantenimento e di ristrutturazione, sono precipitati in condizioni di fatiscenza e comunque di non agibilità. 

Come non pagare le tasse sugli immobili non abitabili – Quali sono gli immobili collabenti

Gli immobili non soggetti al pagamento delle tasse per inabitabilità

Non su tutte le tipologie di immobili è sempre necessario pagare le tasse. Gli immobili che non possiedono la caratteristica dell’ abitabilità perché si trovano in condizioni di fatiscenza o si trovano allo stato di ruderi, magari sprovvisti di tetto, non sono tenuti al pagamento delle tasse, né da parte dell’ Agenzia delle Entrate, né da parte dei Comuni. 

Come non pagare le tasse sugli immobili non più abitabili

 Da qualche giorno a questa parte il Governo ha finalmente dato le nuove disposizioni in merito alla tassa sugli immobili. La vecchia IMU, infatti, è stata cancellata, almeno per quanto riguarda la prima casa e nella misura della prima rata, quella già posticipata a giugno. Inoltre sono stati esclusi dal pagamento tutti gli immobili relativi alle attività produttive agricole.

Criteri per il calcolo della Service Tax

 Vita breve per la Tares che dopo la sua entrata in vigore all’inizio dell’anno e il pagamento dell’ultima rata previsto per dicembre, sarà inglobata,  a partire dal 1° gennaio 2014, dalla Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che sostituirà l’Imu e le imposte sui rifiuti.

 Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

Questa nuova imposta sarà gestita dai Comuni che dovranno calcolarne le aliquote in base a dei determinati criteri che faranno variare l’importo da pagare in base alla superficie dell’immobile e alla capacità di produrre i rifiuti in base a determinate categorie che saranno meglio identificate con la Legge di Stabilità.

La Service Tax sarà composta da due diverse imposte, una specifica per i rifiuti e una per i servizi indivisibili necessari al mantenimento delle aree residenziali (illuminazione, strade, aree verdi, etc.).

A pagare entrambe le componenti della Service Tax saranno i proprietari e gli occupanti, a qualsiasi titolo, dell’immobile.

► Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

Per quanto riguarda la componente della Service Tax dovuta per la gestione dei rifiuti, le aliquote saranno calcolate in base alla superficie dell’immobile, alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti in relazione agli usi e alla tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.

Per quanto riguarda la componente per i servizi indivisibili, anche questa pagata da proprietario ed eventuale usufruttuario dell’immobile, ogni Comune potrà scegliere se applicare le aliquote in base alla superficie o alla rendita immobiliare.

Cancellazione prima rata dell’Imu: ecco dove sono stati trovati i fondi

 La gestione economica dello Stato italiano è come la gestione di una grande azienda: i conti devono tornare. E se il fatturato (il Pil, nel caso dello Stato) non aumenta, qualsiasi variazione verso il basso delle entrate deve essere controbilanciata da entrate o mancate uscite dello stesso importo.

► Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013

Anche per la cancellazione della prima rata dell’Imu – divenuta ufficiale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Imu – vale lo stesso discorso. Per la perdita del gettito di 2,4 miliardi nelle casse dell’Erario è stato necessario compiere delle operazioni di senso opposto, cercando di limitare le uscite o aumentare le entrate da qualche altre parte.

Prima rata Imu – Chi ‘paga’ per la sua cancellazione?

Il governo italiano ha reperito nel seguente modo i 2,4 miliardi di euro necessari alla cancellazione della prima rata dell’Imu:

0,5 miliardi di euro arriveranno dai tagli alla spesa dei ministeri, che comporterà una perdita del 10% del budget disponibile per i consumi intermedi ad esclusione del  Ministero dell’Istruzione;

1,2/1,5 miliardi saranno portati dal gettito Iva derivante dai pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni (10 miliardi di euro in totale);

► Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

700 milioni di euro li vale la sanatoria sulle slot machines, ma la cifra non può essere ancora stabilita con certezza:  il vecchio contenzioso con le concessionarie che gestiscono le slot machine si è chiuso con la sentenza che prevede una multa di 2,5 miliardi di euro, ma la legge italiana prevede che si possano chiudere i contenziosi sui danni erariali con una transazione che va dal 10 al 30% dell’importo totale della sanzione. A cifra di 700 milioni di euro è il massimo che può sperare di ottenere lo stato.

Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

 La novità principale del testo del Decreto Imu così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale è la clausola di salvaguardia che si è riservata il governo, la quale prevede che, nell’eventualità che non si riesca a recuperare l’extra gettito – 1,5 miliardi di euro – previsto dall’Iva sui pagamenti delle Pubblica Amministrazione e dalla sanatoria sulle slot machines, subiranno aumenti gli acconti ai fini dell’Ires e dell’Irap e le accise.

 Cancellazione prima rata dell’Imu: ecco dove sono stati trovati i fondi

Per questo secondo punto, il Governo si pronuncerà di nuovo dopo la pubblicazione della Legge di Stabilità, se questa lascerà margini di manovra per le esenzioni.

Decreto Imu – I principali provvedimenti entrati in vigore

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Imu il 31 agosto 2013 – un testo che comprende 16 articoli – sono entrate in vigore delle importanti novità fiscali per gli italiani, oltre alla nota abolizione della prima rata dell’Imu. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.

Riduzione della cedolare secca dal 19 al 15%, che inoltre non dovrà essere pagata dai costruttori per gli immobili rimasti invenduti o sfitti.

Istituzione del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. I bandi per la concessione degli aiuti saranno definiti dai singoli comuni.

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Stanziamento di 2,3 miliardi di euro per 2013 e di 75.706.718,47 euro a partire dal 2014 per compensare le amministrazioni locali del minor gettito derivante dall’abolizione della prima rata dell’Imu.

Stanziamento di 500 milioni di euro per il finanziamento della cassa integrazione in deroga. Confermata la tutela per altri 6.500 esodati, che costerà all’o Stato 151 milioni di euro nel 2014; 164 nel 2015; 124 nel 2016; 85 nel 2017; 47 nel 2018 e infine 12 nel 2019. Le risorse sono state reperite dall’abbassamento del tetto di detraibilità delle polizze vita.

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Le polizze vita potranno essere dedotte se non superano i 630 euro per il periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013 e 230 euro per quello 2014.

Reintroduzione con un abbattimento del 50% della cosiddetta Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, norma che era stata eliminata con l’introduzione dell’Imposta Municipale sugli Immobili. Il governo ha specificato che la norma vale per l’anno fiscale in corso al 31 dicembre 2013, ossia sull’Irpef e sulle addizionali dovute per quest’anno.

Ultimo provvedimento del Decreto Imu riguarda la Tares. Il testo definisce i criteri per il calcolo della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, e che sarà incorporata nella service tax che entrerà in vigore nel 2014 al posto della Tares, appunto, e dell’Imu, dalla quale saranno sicuramente esclusi gli immobili destinati alla ricerca scientifica e quelli per le attività sanitarie.

► Quanto si pagherà di Tares?

Criteri di calcolo della Tares

Il principio di base che i Comuni italiani dovranno adottare per calcolare la Tares da far pagare ai loro cittadini è ‘chi inquina paga’, come prevedono le direttive europee, e l’inquinamento prodotto da ogni immobile sarà misurato in base ai seguenti parametri:

quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte

costo del servizio sui rifiuti;

– la determinazione delle tariffe per ogni categoria o sotto categoria omogenea sarà ottenuto moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti;

– riduzioni ed esenzioni per le categorie svantaggiate.

Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013

 Autunno caldo per le famiglie italiane. Appena tirato  un bel sospiro di sollievo per l’abolizione della prima rata dell’Imu, il governo ha annunciato che l’abolizione della seconda è ancora incerta e che, se il fisco non riuscirà a trovare le risorse da altre fonti, sarà costretto anche ad aumentare l’aliquota, non solo dell’Iva ma anche delle altre tasse.

► Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

Non dimentichiamo poi la Tares, che debutta a dicembre. Vediamo quindi quali sono due più importanti scadenze fiscali di questa ultima parte del 2013.

15 ottobre 2013: Legge di Stabilità

Sapremo solo il 15 ottobre 2013 se anche la seconda rata dell’Ima sarà cancellata, con l’arrivo della Legge di Stabilità, dalla quale dovrebbero emergere le coperture per la cancellazione definitiva dell’Imposta Municipale sugli Immobili.

30 novembre 2013: termine ultimo per la definizione delle aliquote Imu e Tares

Al 30 novembre i comuni devono deliberare il bilancio annuale di previsione 2013 – la scadenza, che era già stata prorogata al 30 settembre, è ulteriormente differita al 30 novembre 2013 – e stabilire le aliquote che saranno applicate per il calcolo di Imu e Tares, che, soprattutto il secondo tributo, potrebbe riservare dei considerevoli aumenti.

► Quanto si pagherà di Tares?

16 dicembre 2013: la seconda rata dell’Imu e la Tares

Con il Consiglio dei ministri del 28 agosto è stata abolita la prima rata dell’Imu, ma se non si trovano le risorse necessarie, i proprietari di immobili che usano lo usano come abitazione principale, di immobili assimilati e di terreni agricoli, dovranno pagare quanto dovuto al Fisco entro il 16 dicembre.

Anche la Tares si pagherà a dicembre e sono previsti dei consistenti aumenti rispetto alla Tarsu e alla Tia, le tasse sui rifiuti precedentemente in vigore.