I consumi di petrolio diminuiscono e con loro si flettono anche i consumi di carburanti, testimoniando un cambiamento importante degli stili di vita degli italiani. I nostri connazionali si spostano meno in macchina, cercano di evitare i pedaggi autostradali e se anche vanno in vacanza con la propria automobile, lo fanno per periodi più brevi che in passato.
A soffrire dell’incertezza relativa alla questione siriana non sono soltanto i consumi di oro nero ma di riflesso anche il fatturato delle pompe di benzina che sono “costrette” ad incrementare il prezzo dei carburanti, proprio quando l’acquisto di diesel e benzina sembra in forte contrazione.
►Zanonato prova a ridurre il caro benzina
I rialzi dei prezzi dei carburanti hanno portato la benzina di nuovo verso i 2 euro al litro. Si apprende che la verde è arrivata fino a 1,880 euro. Non tutti i gestori, chiaramente, si stanno comportando allo stesso modo. L’ENI per esempio ha deciso di aumentare di un centesimo il prezzo del diesel e della benzina ma Shell e Q8 hanno optato per un ritocco inferiore, pari a 0,5 centesimi al litro per la verde e per il diesel.
Il tutto mentre a livello governativo, in un periodo di revisione della tassazione del Belpaese, si cerca di capire se è possibile incrementare l’accise in vigore per finanziare in qualche modo la manovra sull’IMU.