Assunzioni Cannella per Store Manager

 Cannella, celebre brand di abbigliamento femminile seleziona Addetti Vendita, Store Manager e altre figure per nuove assunzioni in vista.

Creata nel 1993 come marchio registrato dell’Organizzazione Grimaldi S.p.A., Cannella è un brand particolarmente interessato alla produzione e alla vendita di abbigliamento donna e accessori. La sede legale e operativa della società è situata a Nola (NA), dove è presente anche con uno showroom con 7.ooo mq di superficie espositiva. Con una rete distributiva capillare e diversificata, Cannella è presente sia in Italia che all’estero. Ad oggi Cannella ha dalla sua centinaia di punti vendita monomarca diretti ed in franchising e presso rivenditori autorizzati sia monomarca che multibrand.

Il marchio Cannella è in fase di ampliamento ed è alla ricerca di Addetti Vendita e Store Manager per vari negozi in Italia, sia di prossima apertura che già operativi, e di altre figure a carattere commerciale. Gli interessati alle assunzioni Cannella possono valutare le opportunità di lavoro attive in questo periodo. Per candidarsi occorre visitare la pagina lavora con noi della catena, e registrare il curriculum nell’apposito form.

STORE MANAGER
Sedi di lavoro: Catania, Palermo, Taranto, Foggia
Il ruolo prevede la responsabilità ella gestione completa del punto vendita e lo svolgimento di attività quali: gestione, formazione e motivazione del team, analisi dei dati di vendita finalizzata al raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi prestabiliti dall’azienda, gestione ordini, campionario e campagna vendita, mansioni di back office, gestione presenze e turni, elaborazione report. I candidati ideali hanno un’età compresa tra i 30 e 40 anni ed una solida esperienza nella direzione di un punto vendita di abbigliamento donna.

RESPONSABILE SVILUPPO FRANCHISING
Si ricercano candidati con 3 – 5 anni di esperienza nello sviluppo di apertura di punti vendita in franchising, con ottime doti relazionali e di comunicazione. E’ gradita la provenienza dal settore del retail abbigliamento.

AGENTI COMMERCIALI PLURIMANDATARI, Toscana
I candidati ideali sono professionisti, automuniti, significative esperienze nella funzione vendite maturate in aziende del settore moda. Le risorse selezionate si occuperanno di ampliare la rete di vendita del brand.

Nel Regno Unito la ripresa è reale

 Ogni volta che si è analizzata in questi mesi la situazione europea si è buttato l’occhio anche sul Regno Unito sottolineando che la situazione non era affatto rosea come la descriveva il management. L’incubo delle Olimpiadi che hanno messo nei guai diversi paesi, si pensi soltanto che tutto in Grecia è cominciato dalla manifestazione sportiva più importante del mondo, si è fatto sempre più importante. Per fortuna le sorprese non sono mancate, basta guardare alle speranze, prima di tutto economiche, riposta nel Royal Baby.

PIL del Regno Unito e sterlina

Detto ciò da diversi mesi si sente parlare di un ritorno di fiamma per la City dove stanno riprendendo di gran carriera le assunzioni, a testimonianza di un mercato del lavoro ancora molto dinamico e in controtendenza con l’ascesa della disoccupazione nel resto del Vecchio Continente. Insomma, la ripresa, nel Regno Unito è reale e gli analisti sono “pronti a scommetterci”.

L’oro da Londra alla Svizzera

L’ottimismo è tale che c’è stata anche una revisione dello 0,1% sul PIL del secondo semestre. Se si avverasse la previsione il ritmo di crescita del Regno Unito sarebbe paragonabile a quello della Germania. In generale, però, bisogna rimanere con i piedi per terra, considerando che la crescita del PIL dello 0,7% non è sufficiente a scongiurare la recessione del Paese.

Il 730 per chi ha perso il lavoro

 Licenziamenti e tagli del personale, purtroppo, sono stati all’ordine del giorno nell’ultimo anno e il Fisco si rende conto che adesso la platea di coloro che hanno perso l’occupazione principale o l’unico reddito che avevano, si è allargata parecchio. E’ stato perciò necessario adeguare la normativa e la documentazione alla nuova situazione sociale.

Rimborsi sul 730 anche per chi non ha più un datore di lavoro

Per tutti gli ex dipendenti che adesso, avendo perso il lavoro, non hanno più un sostituto d’imposta, è stato definito il “730 Situazioni particolari”. La compilazione di questa dichiarazione dei redditi e l’invio della stessa, consente di recuperare il credito del 2012. L’invio dei documenti e del modello deve essere effettuato dal 2 al 30 settembre 2013.

Come chiedere il rimborso delle imposte versate in eccesso all’Agenzia delle Entrate

Chi ha perso il lavoro, ha comunque avuto delle trattenute in busta paga e potrebbe vantare dei crediti d’imposta nei riguardi del fisco in virtù di deduzioni e detrazioni da documentare. Per evitare che questi soldi vadano persi, l’Erario ha pubblicato un provvedimento in Gazzetta Ufficiale, oltre alla circolare 28/E così da rendere più veloce il rimborso delle imposte pagate in eccesso.

L’accredito dei soldi, ricorda l’Agenzia delle Entrate, si può avere direttamente sul proprio conto corrente, a patto di comunicare le coordinate bancarie e postali. Chiaramente si ha un rimborso nel momento in cui le dichiarazioni contabili superano i 13 euro.

La Siria fa crescere il prezzo del petrolio

 Gli Stati Uniti hanno deciso di risolvere al più presto la questione siriana e sono pronti ad attaccare il paese in questione alla ricerca di Assad. La tensione che finora era rimasta confinata all’Egitto, sta sfociando in una crisi più ampia che coinvolge il Medioriente. La notizia non piace certo ai mercati che hanno dimostrato fin dalle prime ore seguenti all’annuncio del Segretario americano, di non gradire questi movimenti “militari”.

La produzione del petrolio favorisce la Cina

Non sono soltanto gli indici borsistici in subbuglio, però, perché sta per essere messo a soqquadro anche il settore delle materie prime. Si sa infatti che questi paesi, come la Siria e l’Egitto, instabili sotto il profilo politico, sono ricchi di petrolio. Qualora salisse ancora il livello della tensione in Siria, l’oro nero potrebbe arrivare a quotazioni record. In fondo sta già succedendo anche se il costo dei carburanti, almeno in Italia, non ha subito drastiche oscillazioni.

Il petrolio cresce per colpa dell’Egitto

La crisi in Siria non è ancora sfociata in un intervento militare ma si teme che una volta invasa la Siria, da parte degli Stati Uniti, si scateni il peggio anche in Iran e in Israele, paesi che insieme a tutto il Medioriente producono più del 30% del greggio venuto nel mondo.

Così il prezzo del petrolio al barile è schizzato sui 112 dollari, un prezzo record che non si registrava da due anni a questa parte.

Evitare le imposte sulle case inabitabili

 L’Imposta municipale sugli immobili riguarda tutte le case. Chi possiede un bene immobile è stato chiamato l’anno scorso a rapporto dal Fisco per pagare l’imposta che sostituisce l’ICI. Per il 2013 la situazione è ancora tutta da chiarire visto che in Parlamento e in seno al Governo non c’è ancora molta chiarezza sull’imposta.

Il legame tra Service Tax e IMU

Alcuni partiti sono intenzionati a sospendere e poi abolire questa tassa ma il governo Letta è cauto per via della mancanza di fondi in grado di sostenere economicamente il buon proposito. Si solleva quindi la protesta delle imprese che non sono state esonerate dal pagamento della rata IMU di giugno come le famiglie.

Imprese e famiglie sul pagamento dell’IMU

Qualora fossimo chiamati alla cassa tra qualche settimana, c’è da chiedersi se c’è un modo per risparmiare qualche euro. Sicuramente sì ma sempre per alcune categorie d’immobili. Chi possiede ad esempio un appartamento fatiscente che non è più abitabile o chi ha ricevuto in eredità o acquistato illo tempore un rudere con l’intenzione di ristrutturarlo, si trova per le mani dei beni immobili non abitabili.

Consegnando una dichiarazione ad hoc al comune di appartenenza è possibile chiedere la riduzione delle imposte. In alternativa si può chiedere di modificare l’accatastamento di questi immobili dai quali comunque non si percepisce un reddito ed evitare di pagare l’imposta.

La resistenza delle valute dell’Est Europa

 Il mercato valutario è un ottimo terreno d’allenamento per chi investe in borsa o per chi vuole fare trading con le opzioni binarie. In questo periodo, poi, visti i movimenti politici di molti stati, le acque si stanno muovendo in modo da ottenere ottimi rendimenti. Abbiamo parlato non molto tempo fa del crollo della rupia rispetto al dollaro che ha gettato un po’ di ombra sull’evoluzione economica degli stati emergenti.

Mercati emergenti non più appetibili

In realtà non tutti i paesi periferici se la passano così male e a testimoniare questa affermazione ci sono i paesi dell’est europeo. A livello valutario ricordiamo che esistono realtà come quella polacca in cui c’è una forte resistenza della politica e della popolazione per l’adozione dell’euro e realtà più dinamiche come quella lettone che non rinuncerebbero mai al sentiero ormai intrapreso verso l’integrazione monetaria. La Lettonia entrerà nell’euro da gennaio 2014.

La Finlandia vuole uscire dall’euro

I dati che arrivano dagli indicatori economici dell’area euro sono chiari: le borse dell’Europa centro-orientale sono in fase crescente. L’indice Msci Eastern Europe è aumentato dell’1,2 per cento e sorprende soprattutto l’andamento di alcune valute che stanno guadagnando terreno nei confronti del dollaro. Si tratta dello zloty polacco, della corona ceca e del lev bulgaro.

Insomma la ripresa c’è ed interessa soprattutto i paesi dell’est che possono giovare di questo percorso tutto in discesa.

Italiani dediti al risparmio

 La paura della crisi fa novanta nonostante dall’Europa arrivi qualche rassicurazione: il Regno Unito ha rivisto in rialzo le stime sul PIL, i paesi dell’area centro orientale e le loro valute stanno attraversando un momento entusiasmante e le borse sono allineate verso l’alto, Siria a parte.

Nel Regno Unito la ripresa è reale

Eppure persistono delle sacche di crisi e nei paesi maggiormente a rischio, dal punto di vista della ripresa, facciamo l’esempio dell’Italia, la fiducia dei consumatori è ai minimi storici. Gli italiani, hanno applicato una loro particolare spending review ai consumi domestici. In pratica hanno scelto di portare in tavola prodotti di qualità inferiore e di tagliare anche i beni primari.

Non basta, questa nota di “costume” fa il paio con un’analisi dei conti in banca dei nostri connazionali. Sembra infatti che l’italiano medio sia convinto che la crisi durerà ancora a lungo, tanto che ha smesso di spendere soldi. In più c’è molta paura riguardo il rincaro delle imposte, considerando che il nodo dell’IMU non è ancora stato sciolto.

Il PD va allo scontro sull’IMU

La soluzione, in un contesto del genere, è facile: risparmiare, lasciare i soldi in banca, costruirsi un piccolo tesoretto con quello che la crisi non è riuscita ad erodere. I risparmi delle famiglie, dicono le statistiche, con l’acuirsi della crisi sono addirittura cresciuti del 5 per cento.

JP Morgan multata a Wall Street

 JP Morgan è un punto di riferimento del sistema creditizio statunitense ma questo non vuol dire che la banca d’affari abbia sempre giocato in modo trasparente. Adesso, però, le autorità americane sono intervenute per chiedere di saldare i conti, quelli legati agli “errori” del passato, ai mutui subprime per esempio o al trading londinese.

JP Morgan, quindi, da un momento all’altro potrebbe vedersi recapitare una multa da 6 miliardi di dollari. Un risarcimento che andrebbe a coprire le spese sostenute per gli avvocati e per i ricorsi. I mutui subprime sono stati considerati il punto di partenza del tracollo finanziario degli States. Il reato connesso all’attività della banca americana è quello di frode sui titoli garantiti da mutui subprime.

I rischi delle valute dei paesi emergenti

L’inchiesta che ha coinvolto JP Morgan, in realtà, va avanti da parecchio, dal 2011, anno in cui la banca d’affari è stata sottoposto alle indagini della magistratura americana insieme ad altre sei banche che avevano venduto dei titoli rischiosi alle aziende come Fannie Mae e Freddie Mac che si occupavano del rifinanziamento immobiliare.

Quali sono le banche più potenti al mondo?

Le aziende in questione poi, sono fallite e sono state salvate dallo stato americano. La multa che adesso è stata indirizzata a JP Morgan supera di molto la somma di tutti i profitti registrati nel 2013 dalle banche incriminate nel loro insieme.

Perché l’euro ha vita lunga

 Dall’inizio della crisi ad oggi l’Europa ha attraversato momenti di grandissima crisi e questo ha fatto sì che molti smettessero di credere nella potenza dell’euro. La moneta unica, invece, ha dimostrato di essere più longeva e “forte” del previsto. Oggi a parlare è un esperto di M&G che descrive in questo modo la situazione della valuta del Vecchio Continente.

I mercati spaventati dalla Siria

Gli analisti finanziari che dopo l’estate del 2012 erano convinti che l’euro fosse in dirittura d’arrivo comprendevano anche un gruppo di M&G Investments. Il fatto è che prima di salvare l’euro si è stabilito un legame tra questa moneta e l’unità politica dell’UE. I paesi membri dell’Europa e la BCE hanno lavorato sodo per costruire l’unione monetaria.

Questo obiettivo si può ottenere però soltanto dopo aver lavorato sull’integrazione politica ed economica. Passi che l’Europa deve ancora compiere. Il debutto nella moneta unica di alcuni paesi dell’Est e senz’altro rassicurante ma non basta. La convergenza economica, quindi il livellamento delle disparità è un traguardo ancora lontano.

 Da settembre via al tapering

Adesso i segnali della ripresa economica europea fanno ben sperare ma bisogna dire stop all’austerity, alla disoccupazione, ai salari troppo bassi e a tutti quegli elementi che rischiano di minare la coesione sociale. Sicuramente si tornerà a lavorare per l’Europa dopo le elezioni tedesche.

Se si vendono anche prodotti scaduti

 Lo sappiamo benissimo: la data di scadenza dei prodotti venduti al supermercato è puramente indicativa, tanto che molti esperti sottolineano come ci sia scritto “da consumare preferibilmente entro il”. Tuttavia, se in un supermercato vendessero roba scaduta, pochi sarebbero disposti a rinnovare la fiducia all’esercizio commerciale.

PIL in frenata e poco lavoro per la Grecia

Al massimo ci siamo abituati, in periodo di crisi, a trovare l’angolo delle offerte, quello con i prodotti che scadranno nel breve o brevissimo periodo e per questo sono venduti ad un prezzo ribassato del 50 o anche del 70 per cento. In Grecia, invece, l’austerity impone un cambiamento delle abitudini alimentari e consumeristiche tanto che nei negozi sarà consentito vendere prodotti scaduti. 

La Merkel accusa la Grecia

Il lato positivo della notizia in questione è che si fa un passo indietro e si torna ai tempi in cui non c’era davvero niente che andasse buttato. Il lato negativo è che questo accade soprattutto perché il paese è ancora fortemente impregnato dell’odore della crisi. Il salvataggio proposto ad Atene, d’altronde, lo ha detto anche il FMI, non è stato ortodosso e i sacrifici chiesti a questo paese, sono stati davvero eccessivi.

Naturalmente la direttiva del governo che autorizza alla vendita dei cibi scaduti, impone che questi siano esposti separatamente dagli altri cibi e venduti per un periodo limitato di tempo con un forte sconto.