In discesa l’utile netto di Ubi

  I mercati spaventati dalla Siria fanno fatica ad entrare in terreno positivo. La decisione dell’America di entrare in conflitto con la Siria, da un momento all’altro, lascia nello sconcerto gli investitori del mercato globale. Crollano le borse da Tokyo all’Italia. Nel nostro paese a zavorrare piazza Affari ci pensano le banche e nell’asta del Tesoro cala anche la domanda di Ctz.

Le banche attraversano di nuovo un periodo di flessione e il caso emblematico che fa il giro di tutte le testate nazionali è quello di Ubi banca. L’istituto di credito in questione, infatti, annuncia un calo del profitto fino a 52,9 milioni di euro. Nella giornata di ieri il titolo aveva subito delle correzioni molto nette e nella giornata di oggi subisce un piccolo rimbalzo prima di allinearsi alla performance delle altre banche.

L’usura torna di moda soprattutto a Sud

Il problema è che i crediti vantati dalle banche stanno peggiorando in qualità e Ubi non è da meno nonostante poi la situazione siano meno grave che per altre banche vista la partecipazione di Intesa Sanpaolo. Ubi soffre non tanto per i risparmiatori che stavolta sembrano tenere a galla la banca, quanto piuttosto per i 153 milioni di euro di sofferenze legate all’IDI, l’ospedale romano in pieno dissesto finanziario.

 

I mercati spaventati dalla Siria

 Dopo il Nord Africa con la questione egiziana a tenere in apprensione la politica internazionale, interviene il Medioriente. La situazione in Siria si sta facendo sempre più tesa e gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler intervenire il più presto possibile. Questa volontà non ancora tradotta in un ordine ufficiale, ha mandato il tilt i mercati, sia quelli orientali, sia quelli europei.

In discesa l’utile netto di Ubi

L’Italia ha assistito alla débacle di Piazza Affari legata soprattutto al rendimento delle banche. In realtà, il Belpaese soffre anche la situazione politica dove è difficile capire se il governo Letta riesca a resistere alle pressioni in atto. La riforma del fisco con i nodi da sciogliere riguardo IMU e IVA stanno mettendo a dura prova la tenuta del Gabinetto.

Tetto del debito USA raggiunto ad ottobre

Ne fanno le spese i rendimenti dei titoli decennali italiani che salgono di nuovo al 4,4 per cento. Non solo, il nostro paese appare meno affidabile che qualche mese fa e nell’ultima asta del Tesoro, la domanda di titoli tricolore è in calo con i rendimenti dei Ctz che restano praticamente inchiodati ai livelli di giugno.

L’indecisione americana è comunque quella che preoccupa maggiormente visto che gli States hanno già detto di avere intenzione di raggiungere un certo tetto con il debito pubblico.

Falliscono le imprese italiane e chiudono le aziende storiche

 Sono sempre più numerose le imprese italiane costrette a chiudere causa fallimento. Nonostante le avvisaglie della ripresa, infatti, che in realtà sembra aver interessato più le altre nazioni europee che il nostro Paese, la situazione per il mondo dell’ imprenditoria italiana resta ancora molto dura a causa del perdurare della crisi economica. E le chiusure continuano ad aumentare. 

In crescita l’evasione dei contributi lavorativi

 Nei primi sei mesi dell’ anno un fenomeno in particolare ha caratterizzato il mondo del lavoro italiano: è stato quello dell’ evasione dei contributi lavorativi, che ha subito un incremento del 117% rispetto all’ anno precedente. Lo rileva, infatti, il dossier risultante dalle indagini compiute tra il mese di gennaio e il mese di giugno 2013 dagli uomini della Guardia di Finanza Italiana e dai militari dell’ Arma. I dati, poi, sono stati diffusi dal Ministero del Lavoro.

Verso l’aumento dell’IVA

 Mentre il Governo ha ripreso a parlare di IMU e l’ esecutivo è a lavoro per redigere, entro la fine del mese, la bozza relativa alla riforma complessiva del sistema di tassazione degli immobili italiani, un’ altra grande questione si riaffaccia all’ orizzonte dopo la pausa estiva. E’ la questione dell’ IVA, ovvero l’ incremento della aliquota sull’ imposta sul valore aggiunto dal 21% al 22%, anche questa in precedenza rimandata alla data del 1 ottobre. In attesa di tempi migliori.

Cresce la spesa dello Stato italiano

 Una recente indagine compiuta dall’ Ufficio Studi della Confederazione generale degli Artigiani – Cgia – rileva come nel giro di circa 15 anni, cioè dal 1997 al 2012, siano decisamente cresciute le spese dello Stato italiano. In questo periodo, infatti, le uscite dello Stato sono cresciute, al netto degli interessi di quasi il 69%, mentre lo stesso ritmo non è stato tenuto dalle entrate, che sono cresciute solo del 58,8%.

Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

 Il Decreto Lavoro da pochi giorni entrato in vigore è stato redatto dal Governo al fine di incentivare l’occupazione anche attraverso degli incentivi mirati a chi vuole fare impresa. Sono stati previsti, infatti, delle facilitazioni per le start up, ossia per le imprese che sono state appena avviate.

 Cosa sono le start up?

Cosa sono le start up innovative?

I benefici sono stati estesi anche alle start up innovative, ossia una società di capitali che abbia come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di servizi e prodotto ad alto tasso di tecnologia. L’estensione dei benefici previsti per le start up è mirata alla promozione dell’occupazione giovanile.

I requisiti necessari per rendere una start up innovativa

Il Governo sta cercando di dare nuova linfa vitale al mercato del lavoro italiano, ormai inaccessibile soprattutto ai giovani: prevedere degli incentivi per le start up innovative, ossia che abbiano una caratterizzazione specificatamente tecnologica, ha proprio lo scopo di facilitare gli imprenditori più giovani, quelli che hanno una maggiore famigliarità con la materia.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Per poter usufruire degli incentivi previsti dal Decreto Lavoro , però, è necessario che la società di capitali che si è costituita, abbia delle determinate caratteristiche. Ecco quali sono:

– i soci (persone fisiche) devono avere la maggioranza delle quote o delle azioni del capitale sociale (almeno il 51%) e dei diritti nell’assemblea ordinaria dei soci dalla costituzione della società e per i successivi 24 mesi;

– la società non deve essere in attività da più di 48 mesi;

– la società deve avere sede in Italia e operare prevalentemente entro i confini nazionali;

– il limite massimo del valore della produzione della società dal secondo anno in poi è di 5 milioni di euro (i dati devono essere confermati dal bilancio);

– la società non ha ancora distribuito utili;

– la società di capitali per definirsi come start up innovativa deve essere originale, ossia non deve derivare da fusione, scissione societaria o cessione di azienda o di ramo di azienda.

Oltre a questi requisiti, le start up per potersi definire innovativa deve possedere anche uno sei tre seguenti requisiti:

1. aver effettuato spese per ricerca e sviluppo (spese per sviluppo precompetitivo e competitivo, servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, costi lordi di personale interno e consulenti esterni,  spese legali relative alla registrazione e alla protezione della proprietà intellettuale, dei termini e delle licenze d’uso) devono essere uguali o superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa;

2. almeno un terzo della forza lavoro della start up deve essere costituito da dottorandi, dottori di ricerca e ricercatori di università italiane o straniere, senza particolari limitazioni per il tipo di contratto, che potrà essere di lavoro subordinato o autonomo;

3. la start up, in mancanza di uno dei due requisiti precedenti, potrà definirsi innovativa se è titolare o depositaria o licenziataria di almeno un brevetto relativo un’invenzione industriale, biotecnologica o relativa ai semiconduttori e alle varietà vegetali.

► Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Incentivi e facilitazioni per le start up innovative

Tra le principali facilitazioni previste dal Decreto Lavoro da poco entrato in vigore per le start up ed estesi anche alle start up innovative, ci sono:

1. nessuna spesa per l’avvio dell’impresa: eliminati i costi per l’imposta di bollo e per i diritti di segreteria da pagare per l’iscrizione al Registro delle Imprese;

2. nessun contributo per il diritto annuale alle Camere di Commercio;

3. per il biennio 2013/2015 è stata prevista la detrazione Irpef al 19% su investimenti detraibili non superiori ai 500mila euro per periodo d’imposta;

4. le start up, anche quelle innovative, potranno usufruire di agevolazioni sulle assunzioni di personale altamente qualificato per un massimo di 200 mila euro;

5. tutti i contratti di lavoro messi in essere dalle start up possono essere rinnovati per 48 mesi (12 in più rispetto ai 36 previsti).

Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

 Le start up sono state oggetto di numerose attenzioni nel Decreto del Lavoro che è da poco entrato in vigore (23 agosto 2013, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Per loro è stato previsto un regime agevolato, esteso anche alle start up innovative, che permette a chi vuole fare impresa di districarsi meglio nelle maglie della burocrazia e un rapporto meno difficoltoso con il fisco.

 Cosa sono le start up?

Dopo aver visto quali sono le Incentivi e facilitazioni per le start up previste dal Decreto Lavoro, occupiamoci anche delle agevolazioni fiscali.

Le agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Le agevolazioni fiscali previste per le start up si possono dividere in due categorie: le agevolazioni fiscali per le persone fisiche e quelle per le persone giuridiche.

Agevolazioni fiscali Start Up – Persone fisiche

Per il 2013, il 2014 e il 2015 le persone fisiche che vorranno investire in una start up potranno usufruire di una detrazione del 25% per investimenti in start up a vocazione sociale o per quelle ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

Se l’investimento è in tutte le altre tipologie di start up, la detrazione sarà del 19%.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Agevolazioni fiscali Start Up – Persone giuridiche

Le persone giuridiche che vogliono investire in start up possono usufruire di agevolazioni fino al 27% – per investimenti fatti nell’anno 2013, 2014 e 2015 – se a vantaggio di start up a vocazione sociale o per quelle ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

In tutti gli altri casi la detrazione sarà del 20%.

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