Detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni edilizie – interventi ammessi

 Con l’ emanazione del Decreto del Fare il Governo ha concesso a tutti i contribuenti proprietari di immobili la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale pari al 50% nel caso in cui vengano effettuati interventi di ristrutturazione, entro il 31 dicembre 2013, per migliorare la funzionalità o l’ autonomia e l’ efficienza energetica degli edifici. 

Chi pagherà la Service Tax

 Dopo gli interventi dei giorni scorsi del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, del vice Ministro all’ Economia Pier Paolo Baretta e dello stesso Enrico Saccomanni, anche il ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, dal meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, torna sullo spinoso tema dell’ IMU, che troverà soluzione a breve.

Carte di credito revolving

Le carte di credito revolving altro non sono che normali carte di credito. Esse permettono di rimborsare a rate il saldo di fine mese. Al pagamento delle rate si riassembla una disponibilità di spesa ugale all’importo versato.

La carta revolving viene considerata come la vera carta di credito, ovvero una carta che, oltre ad offrire le funzionalità di tutte le normali carte a saldo, ha un prestito incorporato. Tale credito può essere usato sia per il pagamento di beni o servizi che per il ritiro di contanti.

La carta revolving è capace di consentire l’attività di fare acquisiti (entro un limite prestabilito, come per tutte le carte di credito) lasciando al possessore la libertà di rimborsare le proprie spese un pò alla volta, nella modalità che egli preferisce. Colui che possiede una carta di credito revolving non è obbligato a riversare ogni mese una rata fissa, come nel caso del prestito personale.

La carta revolving possiede la caratteristica di contenere un affidamento, ovvero un prestito. In altre parole, questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di ripagare ratealmente il proprio debito.

Nel corso del mese il cliente può scegliere la rata di rimborso che ha scelto di pagare, a patto che sia superiore ad una rata minima. Generalmente la rata minima si aggira intorno al 5% dell’esposizione debitoria.

L’unico vincolo nel rimborso è quello di pagare ogni mese almeno una rata minima (che generalmente non supera il 5% del fido accordato). Passo a dopo passo, non appena inizia il rimborso degli importi spesi si ricostituisce la disponibilità per ulteriori spese.

Alle somme spese e non interamente rimborsate nel mese successivo viene applicato un tasso di interesse mensile.

Se la carta non viene usata, o viene utilizzata ma gli importi vengono rimborsati per intero, non si paga alcun interesse.

Che cosa sono le ristrutturazioni edilizie con sagoma diversa

 Una delle principali misure entrate in vigore insieme a tutti gli altri provvedimenti pro edilizia inseriti all’ interno del Decreto del Fare riguarda la semplificazione amministrativa inerente la richiesta delle autorizzazioni necessarie per l’ effettuazione di demolizioni di immobili e ricostruzione con sagoma diversa

Crescono i mercati europei grazie alla FED

 Non è ancora chiaro in che modo e soprattutto con quali scadenze sarà abbandonato il piano di Quantitative Easing, ma si sa che la FED è decisa a percorrere questa strada. In pratica la banca centrale americana, anche senza definire i tempi in modo definitivo, ha già detto che ci sarà una riduzione degli stimoli monetari già dal 2013.

Attesa per l’ultima riunione della FED

L’Europa ha reagito molto bene a questa notizia e i dati sula produzione PMI hanno confermato le buone sensazioni dei mercati del Vecchio Continente. L’Europa è in una fase di ripresa economica generale e viaggia sui livelli maggiori mai registrati da due anni a questa parte.

Nello stesso tempo arrivano delle notizia interessanti anche dalla Cina dove si apprende che l’indice manifatturiero è cresciuto anche più di quanto si aspettavano gli investitori. Con riferimento alla situazione italiana, in particolare, diciamo che lo spread è in calo anche se la flessione è molto lieve, mentre cresce il volume d’affari della borsa di Milano che va avanti insieme alle altre piazze UE.

Lo spread e le attese per la FED

Tutto il contesto che abbiamo descritto è stato determinato dalla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione FOMC per la quale c’era stata molta attesa da parte degli investitori. Non che siano state introdotte delle novità ma anche la conferma del trend è piaciuta molto.

Ambani nei guai col crollo della rupia

  La rupia torna ai minimi storici e questa notizia non interessa soltanto coloro che si dedicano al Forex. Ad essere preoccupati del crollo della moneta indiana rispetto al dollaro, sono soprattutto i Paperoni del Subcontinente, tra cui, ad esempio, figura Ambani. E’ lui l’uomo più ricco dell’India e in questi giorni ha visto polverizzarsi circa 5,6 miliardi di dollari. Adesso, per spadroneggiare tra i magnati connazionali, ha a disposizione soltanto 17,5 miliardi di dollari.

La moneta indiana, tanto per riepilogare la situazione, viaggia intorno ai valori minimi storici da diverse settimane. Gli investitori, per evitare perdite consistenti, stanno spostando i loro capitali dalle società quotate in India, verso altri lidi più remunerativi e in questo modo stanno affossando la borsa di Mumbai e le società in essa quotate.

OCSE preoccupata per le economie BRIC

L’indiano più ricco del paese, Ambani, che deve la sua fortuna alla raffinazione del petrolio, ha dovuto rinunciare già a 5,6 miliardi di dollari e potrebbe perdere ancora terreno erodendo il suo tesoretto ormai formato soltanto da 17,5 miliardi di dollari. La svalutazione della rupia è stata determinante in questa flessione.

La rupia ha accusato le decisioni prese della Fed che vuole ridurre gli stimoli all’economia americana interrompendo progressivamente l’acquisto di bond. Come la rupia sono in flessione tutte le monete dei paesi emergenti. Il dollaro, parallelamente si rafforza e il rendimento dei titoli a stelle e strisce continua.

Puntare al ribasso non conviene

 Il mercato ha iniziato a punire in modo esemplare tutti gli investitori che speculano sulle puntate al ribasso. I finanzieri che finora si sono arricchiti sulla crisi degli altri, dovranno pagare per la loro audacia. E a punirli è il mercato stesso.

Il riferimento è ai cento titoli che sono stati colpiti maggiormente dalla pratica di short selling nell’ultimo periodo e che sono inseriti nel listino Russell 2000. Il loro ritorno ha superato quello medio degli altri titoli dell’indice. Adesso i titoli cosiddetti shorted figurano in rialzo e l’incremento, in termini percentuali, è parti al 33,8 per cento. Gli altri titolo crescono molto più lentamente e il loro balzo in avanti si sostanzia in un +18,3 per cento.

Rizzani de Eccher fa affari in Algeria

Insomma, scommettere contro un titolo, scommettere sul fatto che una certa azione sarà presto in caduta libera, dà vantaggi nell’immediato se il trend negativo è confermato ma può lasciare delle belle cicatrici nel portafoglio degli investitori. Questi, in un periodo di forte crisi, hanno dimostrato di prediligere le vendite allo scoperto causando le perdite peggiori mai registrate in dieci anni, per moltissimi titoli.

Adesso conviene puntare su Facebook

L’analisi della situazione è stata fatta dal Wall Street Journal. In particolare si fa notare che sono in crescita nonostante le vendite allo scoperto, titoli importanti come Tesla Motors, Zillow e Green Mountain che in parte è nelle mani del gruppo italiano Lavazza.

Il PIL tricolore scende ma non tantissimo

 L’usura torna di moda soprattutto a Sud e l’indebitamento delle famiglie con gli strozzini preoccupa anche la politica. Sull’argomento interviene anche il premier spiegando che se la ripresa del PIL, della fiducia e dei consumi è in atto nel nostro Paese, ci sono territori in cui la ripresa stessa sarà molto più difficile.

Ma se non è uniforme questa ripresa, si può lo stesso parlare di miglioramento della situazione finanziaria italiana? La risposta è affermativa e trova un fondamento anche nel report stilato dall’OCSE che sottolinea come il calo del PIL italiano ci sia ancora, ma il rallentamento è minore del previsto.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

Il periodo di riferimento è il secondo trimestre del 2013. Il rallentamento del Prodotto Interno Lordo italiano è stato dello 0,2 per cento, migliorando il -0,6% del primo trimestre. Nel complesso, migliora la situazione in tutta l’area OCSE dove il PIL aumenta dello 0,5 per cento e risulta in accelerazione rispetto al +0,3 per cento registrato all’inizio dell’anno.

L’Italia, adesso, sembra molto più vicina alla fine della recessione. L’OCSE dice che il rallentamento è ancora importante nel nostro paese ma la caduta del PIL è stata attutita. Non è certo un incoraggiamento senza capo né coda visto che i dati sono suffragati dall’andamento dell’indice PMI diffuso in questi giorni.