Con la presentazione, entro la fine del mese di agosto, della bozza di riforma del sistema di tassazione degli immobili italiani, il Governo ha intenzione di promuovere anche l’ acquisto delle abitazioni, agevolando l’ accesso al credito da parte delle fasce meno abbienti ed in particolare dei giovani.
Redazione
Perché in Italia è difficile accedere al mutuo
Il settore immobiliare italiano è uno dei settori economici maggiormente colpiti dai rovesci della crisi che da molto tempo sta interessando il Paese. Nel giro di pochi mesi è infatti diminuito sia il numero delle compravendite immobiliari, sia, di conseguenza, il volume d’ affari generato dai prodotti finanziari dedicati all’ acquisto di abitazioni.
Nuovi finanziamenti per il Fondo per i mutui alle giovani coppie
Da molti mesi la casa è al centro delle attenzioni del Governo, che in questo momento è al lavoro sulla riforma complessiva del sistema di tassazione degli immobili italiani, insieme di provvedimenti e nuovo assetto normativo che coinvolgerà sia i proprietari di prima casa, sia coloro che sono proprietari di più immobili e li concedono in locazione.
Tutti i dubbi su Ryanair
Ryanair, la compagnia area low cost tra le più gettonate d’Italia e d’Europa, non sta attraversando un buon momento. Dopo una serie di critiche e perplessità sulle condizioni di lavoro del personale di bordo e sulla pressione fiscale a carico dell’azienda che avrebbe annichilito la concorrenza, adesso si torna a parlare di tagli, gaffe e dubbi.
►L’Antitrust multa Ryanair per la tassa sulla carta di credito
Chi ha viaggiato con Ryanair sa che i prezzi dei voli sono bassissimi rispetto alla concorrenza ma anche il servizio non è da meno, nel senso che per i trasferimenti brevi ci sono condizioni interessanti ma per chi deve fare un percorso più lungo, c’è da pagare tantissimo per il bagaglio trasportato in stiva.
Ci sono poi tutti gli altri servizi a pagamenti che non danno tregua, per esempio il caffé costa due euro a bordo di Ryanair e per tutto il viaggio prosegue la promozione di tantissime altre cose in vendita. Eppure i passeggeri sono soddisfatti del risultato finale, quindi dei risparmio e nel giro di un anno Ryanair ha potuto godere dell’aumento del 3 per cento del numero dei passeggeri.
►Ryanair fa ricorso contro l’Antitrust dell’Unione Europea
Eppure, stando ad un sondaggio tra i 3000 piloti iscritti al sindacato ombra legato a Ryanair, l’azienda investirebbe pochissimo nella sicurezza. Forse è questo che fa scendere il biglietto? La risposta non è scontata ma dagli approfondimenti del caso potrebbe derivare la disfatta del titolo.
Telecom e la cessione sfortunata di La7
Quanto a gestione degli affari, l’ultima Telecom, sta facendo acqua da tutte le parti. Dopo il naufragio dell’affare con Tre, il titolo in borsa di Telecom Italia è stato bersagliato da azionisti e investitori. E la cosa più strana è che non c’è tregua nemmeno a Ferragosto visto che è stata pubblicata la relazione trimestrale dell’azienda.
►Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G
I dati parlano chiaro: il gruppo Telecom Italia ha avuto 130 milioni di euro di perdite dalla cessione di La7. La rete in question è stata ceduta all’imprenditore Cairo il 30 aprile 2013 dopo un’importante ricapitalizzazione.
La cessione di La7, per quanto sia avvenuta nel primo semestre dell’anno, è stata così importante che adesso avrà un impatto sui conti annuali dell’azienda. Telecom Italia stima che complessivamente, la cessione di La7, peserà sui bilanci dell’azienda per 130 milioni di euro. Certo è che i consuntivi saranno chiusi soltanto alla fine del 2013.
►Possibile downgrade per Telecom
E’ ancora presto per parlare ma la preoccupazione è palpabile. Il 30 giugno, infatti, nei bilanci di Telecom è stata inserita una minusvalenza, con tanto di oneri accessori, pari a 105 milioni di euro. Il corrispettivo per la vendita della rete alla Cairo Communication è stato di un milione di euro.
Dopo la ricapitalizzazione, La7 ha raggiunto un livello di patrimonio netto concordato di 138 milioni di euro.
Il legame tra Service Tax e IMU
In politica, in Italia, si cerca di capire dove possono essere trovati i soldi per abolire l’IMU, la tassa più odiata per gli italiani. Il Codacons ha fatto la sua proposta, spiegando che si potrebbero ritirare i finanziamenti erogati al Monte dei Paschi di Siena, recuperando 4 importanti miliardi di euro.
Proprio nei giorni di festa, però, è stata messa a punto la Service Tax e si cerca di capire quanto possa valere e che impatto possa eventualmente avere sull’Imposta Municipale sugli Immobili. In generale, secondo la prima stima, sembra che la Service Tax incida per 110 euro a contribuente.
►Come si trovano i soldi per abolire l’IMU
Una piccola cifra da sommare alla tassa dei rifiuti. Il PdL, come in campagna elettorale, ha ribadito che vorrebbe abrogare l’imposta. Il PD, da parte sua, vorrebbe una riforma dell’IMU e un superamento dell’imposta. Insomma, un punto d’incontro non è all’orizzonte, ma la Service Tax potrebbe comporre le divisioni. Con questi 110 euro a contribuente, si potrebbe infatti dimezzare l’imposta sulla prima casa.
►Lo sguardo sul debito proposto da Bankitalia
Ci sono però dei punti ancora da chiarire. Per esempio la Service Tax dovrà essere pagata da tutti, anche da chi non possiede una casa di proprietà ma paga un affitto. In più non sarà comprensiva della tassa sui rifiuti che dovrà essere pagata in un altro modo.
L’Eurozona è fuori dalla recessione
Se alla fine dell’anno scorso e per tutto il primo trimestre del 2013, il tormentone finanziario è stato legato al termine e al concetto di spread, adesso è in atto un nuovo trend: si parla soltanto di ripresa. Tutti cercano di capire se e quando ci sarà, se si può parlare fin da ora di fine della recessione. La stima più recente, in proposito, è quella fatta dall’Eurostat.
►In Germania esiste il doppio lavoro
Il centro di statistiche europeo, infatti, nel secondo trimestre del 2013, ha rilevato una crescita dello 0,3 per cento del Prodotto Interno Lordo dell’Eurozona. Una crescita che è stata superiore alle previsioni ed ha interessato tutti i 27 paesi che fanno parte dell’UE. La notizia è rimbalzata da un versante all’altro del Vecchio Continente. In fin dei conti siamo di fronte al primo dato positivo dopo 7 trimestri chiusi nel peggiore dei modi.
►Perchè gli USA investono nell’UE
I politici che seguono da vicino l’andamento dell’economia e della crisi, come Olli Rehn, tentano comunque di tenere a freno l’entusiasmo spiegando che la ripresa è davvero vicina ma in questo momento non si può ancora dire che la crisi sia passata.
L’Eurozona, sicuramente, uscirà dalla recessione. Tra maggio e giugno il PIL europeo è cresciuto dello 0,3 per cento ed è stato il primo risultato positivo dopo tanti mesi di flessione. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,2% per cui l’Europa è stata in grado di migliorare anche le aspettative.
L’Ungheria rimborsa il Fondo Monetario
La scelta effettuata dall’Ungheria è a dir poco sorprendente. Questo paese, infatti, a sorpresa, ha deciso di rimborsare il Fondo Monetario Internazionale che le aveva elargito dei fondi. L’annuncio ufficiale è stato dato direttamente dal premier Orban che da sempre si è distinto nel Vecchio Continente per il suo atteggiamento antieuropeista.
►Come cambia l’emigrazione italiana
A questo punto però, visto che il clima generale dimostra che la ripresa è vicina ma non in essere, c’è da capire da dove l’Ungheria abbia preso i soldi per rimborsare il FMI e a che tasso d’interesse abbia ottenuto il prestito. Qualche analista ha provato a fare i conti in tasca al paese in questione. Sembra che l’Ungheria sia stata aiutata molto dall’incremento degli investimenti tedeschi. In più pare che abbia operato un taglio deciso della spesa sociale e si sia avvantaggiata della crescita dello 0,5 per cento del PIL nel primo semestre dell’anno.
►Pressione fiscale in aumento nei paesi dell’Ocse
Per chi investe in opzioni binarie una notizia del genere è fondamentale, ma è inaspettata e quindi soltanto gli amanti del rischio hanno tratto giovamento dalla situazione. Le finanze pubbliche dell’Ungheria, ad ogni modo, sembrano a posto e da più settori arriva il plauso per la politica conservatrice del premier Orban.
Budapest, quindi, che aveva ottenuto il prestito del FMI nel 2008 con l’opera del governo socialista, adesso è pronta a ripartire.
La brutta avventura di Apple in Italia
Nel mondo la fama della Mela Morsicata precede di gran lungo il lancio dei nuovi prodotti Apple ma adesso, complice la crisi, anche l’azienda di Cupertino deve tirare la cinghia. In realtà a bersagliare Apple ci ha pensato più di un’azienda e più di un governo. E’ nota al grande pubblico la rivalità accesa con Samsung, così come è nota la scelta inglese di punire in modo esemplare l’elusione fiscale.
►Apple cresce nei ricavi ma non è al top
Intanto Apple, in tutto questo tempo, ha continuato con la sua attività commerciale ma le vendite non sono andate bene e di recente si fa un bilancio tutt’altro che positivo anche con riferimento al nostro paese.
►Il cartello Apple sugli eBook
In Italia, Apple, si serve di un retail per le vendite e sembra che l’anno scorso, questa controllata abbia chiuso i battenti registrando una perdita di 11,5 milioni di euro. In virtù di questa cifra dovranno poi essere versati all’Erario ben 2,5 milioni di euro. L’utile dei negozi, che è un altro dato da considerare attentamente, si è fermato a 10,7 milioni di euro.
Il 2012, in generale, è stato un anno triste per tutte le imprese che si occupano di tecnologia. Non sorprende quindi che Apple abbia chiuso in rosso in Italia, sulla base dei risultati portati a casa da Apple Retail ed Apple Itala.
Venduta la Steinway
La Steinway è una delle aziende più importanti nel settore della costruzione e della vendita degli strumenti musicali. Di recente, per la crisi economica e per una serie di vicissitudini aziendali, è stata messa all’asta. Se l’è aggiudicata il re degli hedge fund che ha offerto qualcosa come 40 dollari per azione. Il titolo, però, dirà presto addio a Wall Street.
►Vendite al dettaglio, bene solo i discount
Chi è il re degli hedge fund? Chiaramente nelle cronache finanziarie si parla di John Paulson che in questa asta che passerà alla storia, è stato il vero protagonista. La Steinway, infatti, è conosciuta in tutto il mondo come l’azienda che produce i migliori pianoforti, oltre che gli altri strumenti musicali.
►Continua la crisi dei commercianti
L’asta se l’è aggiudicata quindi Paulson versando 503 milioni di dollari che corrispondono a 40 dollari per azione. Con questa operazione Paulson si è aggiudicato il 100 per cento del gruppo che adesso controlla integralmente e che presto dirà addio alla borsa.
Paulson, durante l’asta, era stato in parte impensierito dall’offerta di Kohlberg&Co che avevano fatto un’offerta di 35 dollari ad azione. Peccato che il suo rivale sia uno dei maggiori investitori al mondo. Basta pensare che Paulson ha ottenuto ricavi incredibili dalle scommesse sul crollo del mercato immobiliare che c’è stato nel 2008. Adesso dovrà imparare a suonare un altro motivo.