Elenco delle carte di credito classiche

Indubbiamente, le carte di credito si configurano come i prodotti di punta, in termini di usabilità ed affidabilità, dei maggiori istituti bancari e finanziari a livello globale. Il loro vantaggio maggiore? Le carte di credito permettono di effettuare acquisti di beni e di effettuare pagamenti di servizi nei pressi di una serie di esercizi commerciali convenzionati, senza l’utilizzo del contante.

Elenco delle principali carte di credito classiche

Accord

Carta di Credito Mastercard Accord

Carta di credito American Express

Carta Alitalia American Express

Carta Audi Credit

Carta BNL Classic

Carta BNL Gold

Carta CartaSi Move On

Carta Lufhansa Miles & More

Carta MPS Oro

Carta MPS Platinum

Carta MPS Unica

Carta Nova

Carta Verde American Express

Carta di Credito Compass Viva DODICI

Carta di Credito PayPal

Carta di credito 2.0

Carta di credito Diners

Carta di credito Mastercard

CartaSì Quattroruote

Cartaimpronta Webank

Carte di credito CartaSi

Carte di Credito UBS

Carte di credito Visa
 

Carta di Credito Fineco

Carta CartaSi FreeTouch

 

 

Golf Fee Card

G cont.

Carta di credito Gran Parma Rugby

Lei Card

Carta Mya

UniCredit Carta Black E

UniCredit Carta First

UniCredit Carta Gold

UniCreditCard

UniCreditCard Classic

UniCreditCard Classic Giovani

UniCreditCard WWF

Carta Unica Classic

UnicreditCard Classic Etica

University.it Card

Carta Volkswagen

 

Saccomanni fa il punto della situazione su IMU, PIL e PA

 E’ ottimista il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni in merito ad eventuali possibilità di ripresa dell’ economia italiana che sembrano già profilarsi all’ orizzonte in vista del prossimo autunno. Ottimista, del resto, come i vertici del Governo, che hanno riconfermato la solidità del sistema bancario e la fine del ciclo congiunturale negativo. 

L’Istat pessimista sul PIL italiano

 Solo alcuni giorni fa i principali esponenti del Governo si sono espressi in maniera del tutto positiva nei confronti della vicinanza di una possibile ripresa dell’ economia italiana a partire dal prossimo autunno. Ripresa della quale si potrebbero già osservare le avvisaglie in una serie di segnali positivi concreti.

Quanto costa allo Stato l’evasione dell’IVA e dell’Irap

 L’ evasione fiscale continua ad essere il grande nodo che tormenta i conti pubblici italiani e i bilanci dello Stato. Nonostante i recenti tagli, le ripetute spending review e i controlli a tappeto, l’ evasione fiscale in Italia continua a rosicchiare risorse, che lo Stato potrebbe sicuramente reinvestire altrove. 

La ripresa nel consumo di energia

 Molti analisi lo chiamano consumo critico, rivolta della spesa. In pratica quando si verifica che il prezzo di un prodotto o di un servizio è troppo elevato, i consumatori dovrebbero smettere di farne uso. Soltanto con un calo della domanda, infatti, si può sperare in un calo del prezzo.

Chiaramente non è un percorso lineare quello che abbiamo indicato, ma ci serve per introdurre una notizia molto interessante riferita al nostro paese.

Per le tasse crolla la domanda di energia

I consumi elettrici in Italia sono in aumento e questo potrebbe voler dire che la ripresa economica e produttiva è più vicina. Nell’ultimo mese, i consumi elettrici sono addirittura aumentati dell’1,5 per cento. Dai dati a portata di mano si evince che la domanda di energia non è mai stata a questi livelli, così alta, da 20 venti mesi.

Scatta dal 1° aprile la diminuzione delle bollette

La richiesta potrebbe essere legata ad un nuovo slancio dell’attività industriale. Il rapporto mensile della Terna, la società che gestisce la trasmissione elettrica in Italia, dà conferma della sensazione. Il recupero, a questo punto, potrebbe durare a lungo.

Tutto il report, però, è da prendere con le pinze visto che il paragone con il 2012 non lascia scampo all’ottimismo visto che la domanda di energia a luglio 2013, rispetto all’anno precedente, è in calo del 3,6 per cento.

Cambio in corsa della BoE

 La Bank of England in questo momento rappresenta uno degli istituti di credito maggiormente attesi per le scelte di politica monetaria che intende compiere. Come la BCE, nei giorni scorsi, ha cercato di dare una svolta alla situazione del suo paese e dell’Europa in generale.

Adesso però, gli analisti parlano di colpo di coda visto che tramite il governatore della BoE Mark Carney, abbiamo assistito ad un cambio netto nella politica monetaria. Quello che succedeva dal 2009, nell’anno in corso, può essere archiviato come “passato.

BCE e BoE protagoniste del mercato

La Bank of England ha piuttosto deciso di allinearsi alla strategia della Fed ed ha annunciato che i tassi d’interesse e gli acquisti inseriti nel piano inglese di quantitative easing, andranno avanti fino a quando non ci sarà una riduzione del tasso di disoccupazione fino nel Regno Unito fino alla soglia del 7 per cento.

PIL del Regno Unito e sterlina

Quest non vuol dire che è stato dato un tempo massimo alla strategia dei tassi bassi attuata in questo momento, visto che la MPC ha specificato che la politica monetaria della BoE potrebbe andare anche più in là e prolungarsi nonostante il raggiungimento della soglia.

Il tasso di disoccupazione sostenibile, infatti, è inferiore al 6,5 per cento. Per quanto riguarda l’inflazione si prevede una salita verso il 2 per cento.

Walt Disney perde quota per colpa di Depp

 Johnny Depp è sicuramente uno degli attori più amati dalle ragazze e dalla donne in generale per il suo aspetto fisico e la presenza scenica. Doti che però non sono state sufficienti per il successo dell’ultimo film targato Walt Disney: The Lone Ranger.

La pellicola in questione, infatti, ha reso meno del dovuto, visto che gli incassi si sono fermati a 87 milioni di euro, insufficienti a coprire le spese del film che ammontano a 250 milioni. Questo vuol dire che nel prossimo trimestre la Disney dovrà affrontare una perdita finanziaria in un range tra i 160 e i 190 milioni di dollari.

La Panini acquista anche Topolino

A tamponare questa emorragia, dicono gli analisti che temono anche per il tracollo del titolo Disney in borsa, ci saranno la televisione e i parchi a tema. L’allarme per la Disney è scattato subito ed ha in qualche modo anticipato i risultati del secondo trimestre.

Disney Cruise Line cerca baristi

Gli incassi di The Lone Ranger sono fermi a 250 milioni di dollari e non ci sono speranze per le prossime settimane, quindi la perdita per l’azienda produttrice sarà ingente. In generale, la Disney ha portato a casa utili per 1,85 miliardi di dollari, in aumento dell’1 per cento rispetto agli 1,83 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2012.

I ricavi sono stati pari a 11,58 milioni di dollari, in crescita, sempre rispetto all’anno scorso, del 4 per cento. Peccato che gli analisi si aspettassero qualcosa di meglio: almeno ricavi per 11,64 miliardi.