Come si calcola il nuovo Isee

 Il nuovo Isee predisposto dal Governo per limitare la possibilità di evasione fiscale e, nel caso specifico, impedire a chi non ha i requisiti di usufruire ugualmente di agevolazioni ed incentivi, ha le stesse modalità di calcolo della Situazione Economica Equivalente del precedente modello –  combinazione di Indicatore della situazione reddituale, Indicatore della situazione patrimoniale e Indicatore della situazione Economica – ma ha subito delle modificazioni riguardo alle entrate che concorrono al computo della situazione  economica del contribuente.

► Il contenuto del decreto sul potenziamento dei controlli ISEE

Il nuovo Isee, infatti, calcola la situazione economica equivalente attraverso la somma dei redditi e dal 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare.

Per il calcolo del nuovo Isee si prende in considerazione un indicatore mobile, ossia il riferimento è al reddito corrente, e non a quello dell’anno precedente.

Come si calcola il nuovo Isee

Immobili e valore Imu

Quindi, per il calcolo del nuovo Isee sarà necessario notificare la presenza di immobili, anche senza mutuo, di proprietà del dichiarante. Le novità sono in relazione al valore Imu dell’immobile, che, se nel vecchio Isee era considerato per un quinto del valore Ici, con il nuovo Isee il valore di riferimento è quello Imu, che viene abbattuto di un terzo e considerato per un quinto, sottraendo una franchigia proporzionale al numero dei familiari o l’eventuale mutuo residuo.

I risparmi

La novità più importante del nuovo Isee sono i risparmi, che verranno conteggiati, sia che posseduti in Italia o all’estero, ai fini del computo della Situazione Economica Equivalente.

Devono essere indicati, oltre ai risparmi all’estero, Bot, azioni, conti concorrenti, obbligazioni, certificati di deposito e del precedente Isee è stata eliminata con l’introduzione di uno sconto da 6 a 10 mila euro in base al numero dei figli.

► Le novità dell’Isee: uno strumento più equo

I figli a carico

i figli a carico nel nuovo Isee sono considerati in base ai precedenti parametri, ma sono previste maggiorazioni crescenti per famiglie numerose, da 3 a 5 figli, e per famiglie con bambini sotto ai 3 anni, elevata per nuclei con figli minori e genitori entrambi lavoratori.

Ricordiamo che l’Isee è il documento che deve essere prodotto se si vuole fare richiesta per l’accesso alle agevolazioni previste per assistenza domiciliare, trasporti pubblici e per alunni, rette per le scuole comunali, mense scolastiche, tasse di iscrizione all’università, borse di studio, integrazioni per le rette nelle case di riposo e anche sconti per le tasse comunali.

Declassate 18 banche italiane

 La scure del rating colpisce ancora e lo fa minando alla base il sistema creditizio del nostro paese dove sono state sottoposte ad un downgrade molto importante ben 18 banche. Entriamo del dettaglio del report dell’agenzia Standard&Poor’s che ha salvato comunque Intesa Sanpaolo ed Unicredit.

S&P’s ha pensato che il downgrade dell’Italia dovesse trovare origine nei conti delle realtà economiche e creditizie del paese, per questo, quasi a giustificare il declassamento dello Stivale, non ha tardato nel declassamento di 18 banche tricolore, mettendo al sicuro soltanto gli istituti più stabili.

Aumentano i rialzisti tra gli hedge funds

I motivi del declassamento sono abbastanza semplici da individuare, infatti in Italia prima e in Europa poi, la crisi si è prolungata per troppo tempo e quindi anche gli effetti sulla stabilità economica della Penisola sono indiscutibili. I conti poco in ordine delle banche, tra l’altro, aprono la strada a lacerazioni più profonde del tessuto finanziario e fanno ipotizzare una recessione ancora più profonda per il nostro paese.

Retrocesso anche il Fondo Salva Stati

Le previsioni sul PIL del 2013, tra l’altro, non vanno in una direzione diversa. L’anno scorso si pensava che ci fosse una contrazione pari all’1,3 per cento, poi la previsione è stata rivista al rialzo e si è iniziato a pensare ad un calo del prodotto interno lordo più vicino all’1,9 per cento.

In che situazione è la zona euro

 La zona Euro è cruciale nell’equilibrio mondiale, per questo è importante che non crolli sotto il peso della crisi. Purtroppo da qualche settimana a questa parte, quella che sembrava calma piatta sul fronte finanziario, si è rivelata un’autentica preparazione ad un nuovo stadio.

Che vuol dire? Che la recessione è agli sgoccioli ma è molto difficile prevedere ciò che avverrà in un secondo momento. I dati sulle piccole e medie imprese sono emblematici da questo punto di vista. In Europa, infatti, sono aumentate più del previsto le attività economiche e si pensa perciò che presto il paese crescerà di nuovo.

PIL del Regno Unito e sterlina

Gli indici PMI sono riferiti nel dettaglio all’occupazione, alla produzione, ai nuovi ordini, agli inventari e alle consegne. Si capisce allora che l’andamento delle imprese va di pari passo alla fluttuazione del PIL e ne rappresenta una parte importante.

Dov’è arrivato il debito italiano

L’analisi accurata dei report dimostra che la situazione è meno rosea del previsto e di fronte ad una domanda interna europea ancora debole, come accade ad esempio in Francia dove gli ordinativi sono addirittura in calo, c’è un aumento importante dei magazzini. Un dato che unito a quello sulla disoccupazione giovanile, non lascia scampo all’ottimismo.

Si spiega adesso perché il rally dell’euro sulla divisa statunitense non ha avuto l’effetto ipotizzato.

PIL del Regno Unito e sterlina

 Siamo sicuri che la vera bomba ad orologeria dell’Europa non sia il Regno Unito? Nonostante finora si sia salvata benissimo, questa nazione rischia il tracollo. Una minaccia che qualche mese fa era stata indirizzata alla Francia. Gli analisi, sul Regno Unito, restano divisi.

Da un lato ci sono i promoter delle teste coronate, soddisfatti degli introiti che saranno legati al Royal Baby, dall’altra coloro che leggono l’espansione del paese come un timidissimo segnale di sorpresa che non fa certo stare tranquilli.

Banche inglesi sotto la pressione della BoE

I dati, ad ogni modo, raccontano di una crescita del Regno Unito pari allo 0,6 per cento nel secondo trimestre del 2013. Il rapporto sul PIL è stato pubblicato proprio ieri ed è stata un’occasione per comprendere che tra gennaio e marzo 2013 l’economia britannica è cresciuta lievemente, dello 0,3 per cento, ma abbastanza da evitare la recessione.

Il Regno Unito se la prende con Google

La notizia, unita ai dati complessivi riferiti al primo semestre dell’anno, hanno influenzato anche il trading della sterlina. La divisa inglese è stata attraversata da un trading ribassista che ha determinato un collasso del cambio GBP/USD che è arrivato fino a 1.5270. Il cambio tra l’euro e la sterlina, invece, è rimasto quasi invariato. Da notare che il dollaro ha iniziato a prendere quota poco prima della pubblicazione dei dati sul PIL del Regno Unito.

Le offerte di mutuo attive

 Su Mutuisupermarket si trovano spesso delle offerte di mutuo molto interessanti. In questo momento ce ne sono almeno cinque che vale la pena prendere in considerazione per chi, nonostante il mese di ferie alle porte, pensa già a come gestire gli investimenti.

La prima offerta segnalata è quella di Cariparma, si tratta di un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile che all’atto di mutuo consegna nelle mani del richiedente anche uno strepitoso regalo, un elettrodomestico della SMEG. Questa azienda, tanto per ricordarlo, offre prodotti di design molto interessanti. Il regolamento è disponibile sul sito Mutuisupermarket e i regali ci saranno per tutti i contratti stipulati entro il 31 dicembre.

Tutte le spese da considerare per i mutui

La seconda offerta è siglata Deutsche Bank ed è relativa ad un mutuo a tasso misto molto competitivo che offre la possibilità di salvarsi in calcio d’angolo cambiando tipologia di tasso ogni 2, 5 o 10 anni.

E’ tornato il Gran Mutuo Cambio Scelta

Medaglia di bronzo per la BNL che con la promozione “Diamo credito al 2013” continua ad essere tra gli istituti di credito più competitivi del momento. Il nuovo sconto sui mutui a tasso variabile e fisso si applica fino al 30 settembre 2013. La riduzione sul tasso arriva fino allo 0,75% in base alla durata del mutuo.

Sempre scontati, infine, il prodotto Intesa Sanpaolo per i giovani di età inferiore ai 34 anni e il prodotto di ING Direct per i correntisti.

A quanto ammonteranno le pensioni tra 20 anni? Le proiezioni dell’Inps

 Chi è entrato nel mondo del lavoro da poco tempo non avrà accesso allo stesso trattamento pensionistico riservato ai lavoratori più anziani, in quanto il calcolo della pensione verrà effettuato solo in base al sistema contributivo (e non più, quindi, anche in base al sistema retributivo) ossia all’ammontare dei contributi previdenziali versati all’Inps.

Con le nuove regole si alza anche l’età pensionabile e, quindi, per andare in pensione si dovranno attendere anche i 70 anni. Inoltre, dal momento che la pensione viene calcolata solo in base al sistema contributivo, non è detto che l’assegna che si percepirà sia commisurato alle esigenze di vita.

A questo proposito l’Inps ha elaborato alcune proiezioni nelle quali è stato calcolato il valore della prestazione pensionistica alla quale si avrà diritto in base al tasso di sostituzione (il valore dell’ultima retribuzione percepita) sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi che abbiano effettuato la prima iscrizione all’Inps al compimento dei 25 anni di età e che abbiano una retribuzione annua lorda in termini reali (in valore di oggi) pari a 15 mila euro.

I calcoli sono stati effettuati per autonomi e dipendenti di tre diverse età: 40, 50 e 60 anni.

Secondo questi requisiti, quindi, l’Inps ha evidenziato che:

– il lavoratore di 40 anni che ha iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996 avrà diritto alla pensione calcolata solo in base al metodo contributivo;

– il lavoratore di 50 anni al 1996 ha già accumulato una quota di pensione con il metodo di calcolo contributivo;

il lavoratore di 60 anni, se al 31 dicembre 1995 ha già accumulato 18 anni di contribuzione, potrà accedere al calcolo in base al sistema retributivo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2011; il sistema contributivo verrà utilizzato sull’anzianità maturata a partire dal 1 gennaio 2012.

Nel calcolo del valore delle pensioni in base al tasso di sostituzione effettuato dall’Inps, inoltre, i lavoratori dipendenti sono stati analizzati per tre diverse tipologie di carriera e, quindi, di retribuzione: lavoratore dipendente di livello medio impiegatizio (retribuzione finale pari a 30mila euro); dipendente di livello medio, come un funzionario, con una retribuzione finale di 60 mila euro e, infine, il dipendente di livello alto con ruolo dirigenziale e retribuzione, al momento del pensionamento, di 120 mila euro.

La stessa suddivisione è stata fatta per i lavoratori autonomi, prendendo in considerazione diversi livelli di reddito derivanti da attività di commercio.

Per entrambe le categorie di lavoratori il è stato preso in considerazione il pensionamento a 68 anni o 70 a seconda della situazione individuale.

 A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

► A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Dall’analisi dei risultati delle proiezioni fatte dall’Inps si nota come con l’introduzione del solo metodo contributivo per il calcolo della pensione, i redditi che saranno garantiti ai futuri pensionati che solo da poco affacciati nel mondo del lavoro sono nettamente inferiori a quelli garantiti con il calcolo della pensione in base al sistema retributivo o misto.

Emerge fortemente anche il fatto che la pensione diminuisce con il decrescere dell’età dei contribuenti, con la copertura offerta dal sistema si riduca al crescere della retribuzione percepita.

Situazione, questa, che si fa ancora più marcata per i lavoratori autonomi.

Gli elementi che influiscono sul calcolo della pensione

Sul calcolo della pensione per le nuove generazioni, influiscono in maniera determinante le seguenti circostanze:

evoluzione retributiva durante la carriera;

tipologia di inquadramento contrattuale (sempre dipendente, contratti alternativi o libero professionista; eventuali periodi di part time eccetera);

scelte operate dal contribuente come richiesta del riscatto dei periodi di laurea, ricongiunzione o totalizzazione dei periodi maturati in più gestioni, adesione alla previdenza complementare, utilizzo del Tfr come forma di risparmio previdenziale.

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei lavoratori autonomi?

 Lavoratore autonomo di 40 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 40 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 15 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 45,6%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 33,2%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 24,8%;

Lavoratore autonomo di 50 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 50 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 25 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 55,5%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 43,8%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 34,2%;

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Lavoratore autonomo di 60 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 60 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 35 anni (pensione a 68 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 76,9%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 65%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 50,1%;

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

 Lavoratore dipendente di 40 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 40 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 15 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. 1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 66,7%;
  2. 2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 47,9%;
  3. 3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 35,4%;

► A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei lavoratori autonomi?

Lavoratore dipendente di 50 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 50 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 25 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 76,7%;
  2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 60,6%;
  3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 47,1%;

Lavoratore dipendente di 60 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 60 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 35 anni (pensione a 68 anni) sono tre:

  1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 80,2%;
  2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 73,0%;
  3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 58,6%;

Liberalizzazione Wi-Fi per attività commerciali

 L’emendamento voluto al Decreto del Fare per quanto riguarda la liberalizzazione del Wi-Fi per le attività commerciali ha ricevuto l’approvazione.

Con questo emendamento, dal giorno dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, tutte le attività commerciali – esercenti, negozi, ristoranti – possono mettere a disposizione dei loro clienti il Wi-Fi libero senza obbligo di identificazione degli utenti.

L’unica limitazione posta è che il servizio del Wi-Fi non sia l’attività prevalente dell’esercizio stesso.

L’obbligo di identificazione dell’utente era stato già cancellato nel 2011 per la decorrenza di alcuni termini previsti dalla Legge Pisanu che lo ha istituito, ma non era ancora stata predisposta una norma che legittimasse il venir meno si tale obbligo.

Con l’approvazione di questo emendamento, gli esercenti – negozi, bar, hotel, ristoranti – possono provvedere alla installazione di un hot spot e offrire il servizio senza la necessità di tracciare gli utenti, le connessioni effettuate, o di richiedere autorizzazioni in merito.

Nel testo dell’emendamento si legge:

L’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite rete WIFI non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche e successive modificazioni.